Una lingua “morta” che però continua a godere di ottima salute. Quante volte, nel parlare e nello scrivere, adoperiamo termini latini o di provenienza latina?

In vino veritas.

 

Nel vino la verità. Chi beve smodatamente, perde l’auto controllo e rischia di dire, mancando i freni inibitori, cose di cui, sbolliti i fiumi del vino, si pentirà. Erodoto c’informa che i persiani amavano molto il vino e affrontavano alticci le più gravi questioni; il giorno dopo, schiarita la mente, rimettevano in discussione le decisioni prese, e se le trovavano sensate, passavano alla fase esecutiva. Decebat enim politici (calzante per i nostri politici).

Non conosciamo il numero delle deliberazioni confermate e di quelle bocciate; riteniamo comunque che in questa autocritica post-etilica ci fosse molta più saggezza che nelle deliberazioni, insindacabili e irremovibili, prese dagli astemi Hitler, Mussolini e Khomeini. Uno dei tanti appellativi con cui veniva invocato il dio Bacco era Lieo, che in greco vuole dire Liberatore, perché libera dalle preoccupazioni personali, dai lacci delle convenzioni sociali, come dice Orazio rivolgendosi con un’ode (III, 21) all’anfora di vino, sigillata da suo padre quando lui venne al mondo, e che adesso desidera offrire all’amico Messalla Corvino:

o che litigi provochi o facezie,

o risse e frenetici amori,

o più facili, amica anfora, i sonni.

Francesco redi, nel Bacco in Toscana, detesta l’acqua:

Chi l’acqua beve

Mai non riceve

Grazie da me.

   Nel vino, un monaco tedesco vide addirittura la via per raggiungere il paradiso, coniando l’allegro sillogismo: Quì bène bìbit bène dòrmit (chi beve bene dorme bene), qui bene dormit non pèccat (chi dorme bene non pecca), qui non peccat vàdit in coèlum (chi non pecca va in cielo), èrgo qui bene bibit vadit in coelum (dunque chi beve bene va in cielo).

   Se questo ragionamento fila, in paradiso dovrebbero andare tutti, perché come cantano i goliardi medievali nei Carmiana Burana:

Bibit hèra (la padrona) bibit hèrus (il padrone),

Bibit mìles (il soldato) bibit clèrus (il chierico),

bibit ìlle (quello) bibit ìlla (quella),

bibit sèrvus (il servo) cum ancìlla (la serva),

bibit vèlox (il veloce) bibit pìger (il pigro),

bibit àlbus (il bianco) bibit nìger (il negro),

bibti cònstans (il risoluto) bibit vàgus (il volubile),

bibit rùdis (l’ignorante) bibit màgnus (il sapiente).

Bibit pàuper (il povero) et aegròtus (il malato),

bibit èxul (l’esule) et ignòtus (lo sconosciuto),

bibit pùer (il fanciullo) bibit cànus (il canuto),

bibit praèsul (il presule) et decànus (il decano),

bibit sòror (la sorella) bibit fràter (il fratello),

bibit ànus (la vecchia) bibite màter (la madre),

bibit ìsta (codesta) bibit ìlle(quello),

bibunt cèntum bibunt mìlle.

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