Frena anche l’export. Ma va tutto bene
22 MESI DI CALO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE
FRENA ANCHE L’EXPORT. MA VA TUTTO BENE
Enrico Toselli
La produzione industriale continua a scendere, con un’ulteriore battuta d’arresto per le esportazioni. Un quadro preoccupante, mentre la narrazione ufficiale cerca di minimizzare.
Gianduja Malan non se n’è ancora accorto ma, perlomeno, i segnali cominciano ad arrivare copiosi, anche da enti istituzionali. L’industria italiana è in crisi, da “soli” 22 mesi consecutivi, mentre Giorgia continua a raccontare che va tutto bene e Gianduja prosegue nell’adulazione senza limiti.

Dunque, la produzione frena, e calano anche le esportazioni nonostante le dichiarazioni del governo e dei famigli. Che si fa? Si devono individuare le risorse da regalare agli industriali. Bene, e poi la produzione in più a chi si vende? Perché non è che gli industriali siano tutti stupidi o amici di Elly e abbiano ridotto la produzione per danneggiare l’immagine di Urso.
Se si produce di meno, è perché si vende di meno. Ai tedeschi ed ai francesi, in primis, perché hanno economie in crisi. E Malan, che non ha capito nulla, gongola sostenendo che l’Italia va meglio. E poi si vende meno sul mercato interno, perché gli italiani, con il record di occupati, non possono più permettersi di acquistare i prodotti nazionali.
È l’effetto del lavoro povero, ma Gianduja non lo ha ancora capito. Come non ha capito che le mance elargite dal governo alle fasce deboli servono per acquistare prodotti cinesi a basso prezzo, non la produzione italiana troppo cara.
Così crollano le vendite di auto, di abbigliamento, di elettrodomestici. Ma i comuni aumentano il prezzo della sosta, dei biglietti per il trasporto pubblico locale, le tariffe per la raccolta dell’immondizia. E aumentano i prezzi per i treni e per gli aerei. Tutte risorse tolte al ceto medio. Mentre il turismo raggiunge vette di follia assoluta, con il latte a 3 euro al litro e il pane a 10 euro al kg.
Però il denaro pubblico, sottratto sempre al ceto medio, finisce agli industriali, agli imprenditori turistici. Per sopperire alla mancata spesa degli italiani. Che, chissà perché, non spendono abbastanza…
