Ti piace vincere facile?

ED ORA IMANE KHELIF VUOLE IMBAVAGLIARE LE OPINIONI

NON POLITICAMENTE CORRETTO


Imane Khelif, l’atleta che ha vinto l’oro olimpico nel pugilato, non si accontenta. Ama vincere facile. E dopo il successo ampiamente dibattuto ed altrettanto ampiamente contestato, ha deciso di far fruttare la polemica, denunciando mezzo mondo, purché ricco, per le solite idiozie sull’incitamento all’odio ed alla discriminazione. Tradotto significa che si è ormai arrivati al divieto di esprimere opinioni diverse da quelle imposte dal politicamente corretto.

 

 

 

 

 

 

 

Perché le polemiche hanno riguardato il sesso dell’atleta, che non ha convinto del tutto neppure il Cio, dal momento che il comitato olimpico si è trincerato dietro l’impossibilità di determinare con certezza la differenza tra maschi e femmine. Una boiata pazzesca, che apre a scenari paradossali ed alla fine dello sport, ma è un’altra questione. Mentre l’affare Imane è relativo alla possibilità di esprimere opinioni non approvate dai detentori della verità. Nessuno – da Trump a Musk passando per l’autrice di Harry Potter –(1) ha odiato l’atleta. Nessuno ha incitato all’odio nei suoi confronti. Quanto alla discriminazione, è tale se si chiede che negli sport di contatto fisico i maschi si confrontino con i maschi e le femmine con le femmine?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualcuno, per giustificare lo scontro anche con notevoli differenze fisiche, ha pubblicato le foto di due cestisti divisi da molti centimetri di altezza. Una dimostrazione di totale ignoranza sportiva, o di problemi di QI. Perché in uno sport di squadra – che sia la pallacanestro o il calcio – esistono ruoli differenti con la possibilità di avere un fisico molto differente. Il play nel basket e il regista nel calcio possono anche essere piccoli, il pivot e il portiere no. Nella boxe esistono le categorie di peso proprio per evitare eccessive differenze tra gli atleti. È discriminazione? O è buon senso?

 

 

 

 

 

 

Ovviamente, pur di far soldi, si può denunciare chiunque, sperando di arrivare ad un accordo extra processuale. Ma i giornalisti che sono felici per queste denunce sono gli stessi che protestano di fronte alla raffica di querele per diffamazione da parte di politici e imprenditori che vogliono solo evitare inchieste scomode.

Quando si imbavagliano le opinioni, la sconfitta è per tutti.

Redazione Electo
Redazione Electo

 

 

 

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