Tutto questo per una guerra che, forse, non ci sarà mai
800 MILIARDI PER LE ARMI? PER DRAGHI NE SERVONO DI PIÙ
Enrico Toselli
Un tempo si lottava per il diritto alle otto ore lavorative, oggi si combatte per far quadrare i conti di una spesa militare senza limiti. Mario Draghi lo ha detto chiaramente: 800 miliardi per la difesa sono insufficienti, bisogna investire di più. Ma chi pagherà il prezzo di questa corsa al riarmo? Non certo gli oligarchi, non certo le grandi élite finanziarie che manovrano le leve del potere economico. Il conto verrà presentato ai cittadini, alle famiglie europee, i cui risparmi verranno drenati con nuove tasse, tagli al welfare e manovre studiate per rendere il dissanguamento meno evidente, ma non meno letale. E mentre Draghi detta la linea, Giorgia Meloni segue a ruota. Nessun tocco ai fondi di coesione, ci tiene a precisare. L’unica soluzione sarà quindi generare nuovo debito, un debito che, come sempre, ricadrà sulle spalle degli italiani. Ma come si ripagherà questo buco nei conti pubblici? Con l’ennesima ondata di austerità, con salari fermi, con un costo della vita sempre più insostenibile. Tutto questo per una guerra che, forse, non ci sarà mai, ma che intanto continua ad arricchire chi sulle guerre ha costruito imperi. I mercanti di morte non conoscono crisi, mentre i popoli vengono impoveriti da scelte che servono solo a perpetuare un sistema dove le armi valgono più delle vite umane. (f.d.b.)
Peccato che le puttanate di Draghi contro la Russia arrivino proprio mentre Trump e Putin inizino a mettersi d’accordo per metter fine alla guerra in Ucraina. A patto, ovviamente, che la banda di guerrafondai al servizio della banda Ursula la smettano di mandare armi a Zelensky.
Bella fregatura! Finché c’è guerra c’è speranza, ma se Putin e Trump fanno la pace, i mercanti di morte che fanno? Rischiano di non guadagnare abbastanza. Dunque, meglio continuare a trafficare in armi, in modo che la guerra prosegua. Se no gli 800/1.000 miliardi come possono essere rubati alle famiglie europee?

Draghi, però, va oltre nel suo inno all’ipocrisia. I dazi danneggiano l’Europa? Dunque, l’Europa deve guardare a nuovi mercati. Giusto. Ci sarebbero i Brics. Con la cattivissima Russia, con l’improponibile Cina, con la pericolosa India, con l’inaffidabile Brasile e via via tutti gli altri. Non riesce a pronunciare la terribile parola: Brics.
Dunque, per Draghi, l’Europa intera sopravviverà esportando a San Marino, nella futura Groenlandia indipendente, in Ucraina ovviamente.
Ed uno così viene spacciato per grande economista? Per uno statista?
