In questi giorni circola l’ultima pagliacciata della Nato

ADDIO PREVENTIVO AI PORTI ITALIANI


In questi giorni circola l’ultima pagliacciata della Nato il che non vuol dire che i clown non siano perversi: ossia è stata mostrata una cartina non pubblicata dalla stampa mainstream per ovvie ragioni nella quale si mostra per quali vie e porti giungerebbero in Europa 300 mila americani in caso di scontro con la Russia. Ora trecentomila potrebbe sembrare una cifra impressionante, ma di certo non è poi così grande visto che all’inizio del conflitto in Ucraina l’esercito di Kiev contava oltre un milione e mezzo di uomini dotati delle stesse armi americane che avrebbero gli yankee la cui mediocrità in combattimento ad armi pari è lampante a chi sa qualcosa delle due guerre mondiali. Con la significativa differenza che a quel tempo gli Usa erano la massima potenza industriale del globo, mentre oggi sono solo un’economia finanziaria che avrebbe enormi problemi di rifornimento.

Ad ogni modo questa armata come viene descritto in una ovvia quanto inutile cartina sbarcherebbe i soldati nei porti del Nord Europa per poi trasferirsi, assieme ai blindati e insomma a tutti i mezzi bellici ai confini della Russia a bordo di convogli ferroviari il cui itinerario è già pianificato. Ciò avviene in un contesto di avvertimenti da parte dei massimi leader dell’Alleanza secondo cui i governi occidentali devono prepararsi per un conflitto con la Russia nei prossimi due decenni. I piani esistenti prevedono che le truppe americane sbarchino nei porti olandesi prima di salire sui treni che le trasporterebbero attraverso la Germania e poi verso la Polonia. Ma ecco, quello che manca è il nemico perché se la Nato vuole davvero fare la guerra alla Russia allora dovrebbe attendersi che i russi distruggano i porti di arrivo e magari parte del sistema ferroviario. A quel punto i 300 mila, meno le vittime già fatte, arriverebbero nei porti italiani e le truppe statunitensi potrebbero essere trasportate via terra attraverso tutto il centro e il nord del Paese, la Slovenia, la Croazia fino all’Ungheria, che confina con l’Ucraina. Esistono piani simili per trasportare forze dai porti turchi e greci attraverso la Bulgaria e la Romania per raggiungere il fianco orientale dell’alleanza.

Ora cosa fa pensare a questi pagliacci che i russi non bombarderebbero anche questi porti e molti altri se è per questo? Essi hanno evidentemente bisogno di nozioni di aritmetica elementare per calcolare il “peso” della salva missilistica russa, sufficiente per eliminare ogni possibile porto di sbarco delle truppe yankee e per paralizzare completamente le SLOC (Shipping Lanes of Communication), compreso l’affondamento delle navi che trasportano truppe. Insomma, questi sono i piani per la Seconda guerra mondiale, non per quella di oggi. La cosa è talmente ridicola che anche all’interno di questi sinedri di psicopatici con QI pari alla temperatura ambiente c’è chi fa notare la Nato ha solo il 5% delle difese aeree necessarie per coprire il suo fianco orientale, il comandante del Jsec (Joint Support and Enabling Command con sede a Ulma in Germania) è preoccupato per le scarse capacità terra-aria che dovrebbero difendere i suoi principali centri logistici, senza tenere nemmeno contro che i missili ipersonici non sono di fatto intercettabili E ha detto: Osservando e valutando la guerra in Ucraina, abbiamo osservato che la Russia ha attaccato le basi logistiche dell’Ucraina. Ciò deve portare alla conclusione che le grandi basi logistiche, come le conosciamo dall’Afghanistan e dall’Iraq, non sono più utilizzabili perché in una situazione di conflitto verranno attaccate e distrutte molto presto”. E questo vale ovviamente per l’Europa dove si potrebbe applicare il principio basilare che se si vuole essere forti ovunque non lo si è da nessuna parte. Tenete presente che gli Stati Uniti hanno un numero di basi che si trovano entro 60-90 minuti dal volo del 3M14 Kalibr o del Kh-101 e a 6-9 minuti del Kinzhal e del 3M22 Zircon. E non hanno mezzi per difendersi da queste armi.

Comunque sia siamo di fronte a un piano esplicito che mette a grave rischio i porti italiani e le strutture di comunicazione dell’Italia (a parte poi le basi a stelle e strisce), senza che né i comandi italiani, né il governo sembrino avere nulla in contrario. Certo sarebbe sorprendente che questa accolita di tabaccai, pescivendoli e vetrinisti – di governo e di opposizione – avesse qualcosa da dire visto che esistono politicamente solo perché lo vuole il binomio Nato–Ue. Però consiglierei loro di mettersi un bel po’ di biacca, dipingersi le labbra di rosso e mettersi la pallina sul naso: almeno ci farebbero una figura più in linea rispetto alle stronzate che dicono. Ovvio che lo sventolio di questa armata è solo una boutade, una trovata anche per nascondere il fatto che una guerra alla Russia diventerebbe nucleare in men che non si dica visto, che i porti verrebbero distrutti da testate nucleari tattiche.

Redazione

 

 

 

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