Molti conosceranno il vicequestore Rocco Schiavone protagonista dei romanzi polizieschi di Antonio Manzini
ALCUNE CONSIDERAZIONI SU ROCCO SCHIAVONE
Molti conosceranno il vicequestore Rocco Schiavone protagonista dei romanzi polizieschi di Antonio Manzini. Ultimamente la Rai ha messo in onda la 4° serie.
Un Burbero, scorretto, apparentemente disinteressato, qualcuno ha scritto. Burbero sì, apparentemente disinteressato no. Egli ha diviso il lavoro in cinque categorie che vanno dal sei al dieci che lui chiama “Rompimento di coglioni” e poi le enumera a seconda del compito che deve assumere. Insomma uno che se ne starebbe volentieri dietro con i piedi sulla scrivania a fumarsi uno spinello.
Ma non voglio parlare delle indagini che sono sempre ben scritte e reggono il racconto. Un giallo che si rispetti non deve avere sbavature. Il lettore o lo spettatore nel secondo caso, non deve mai farsi delle ipotesi.
Voglio parlare dell’uomo Schiavone. Un uomo sempre circondato da belle donne che lo amano come un sultano nell’arem, mentre lui le usa e getta come kleenex. Teorema di Marco Ferradini deve essere la sua canzone preferita. Già, perché il suo ego è gigantesco, tanto grande che a mala pena sta nell’ufficio costretto com’è a spalancare ogni tanto le finestre, anche per far uscire il profumo della White Widow.
Eppure, guardandolo, mi viene facile pensare che, se fosse dietro una qualche bancarella di un mercato rionale, le belle donne gli direbbero solo buongiorno, mentre lui penserebbe: “Che rompimento di coglioni!!!” Eh sì, perché diciamolo, il suo aspetto sempre così trasandato, quel loden che desidererebbe vedere una lavanderia, e quelle Clark che si sa non fanno traspirare i piedi. Un uomo insomma dall’aspetto decisamente trasandato. E poi il fumo, quell’avere sempre le labbra occupate da una sigaretta, tralascio gli spinelli che, decisamente, non è una bella immagine verso le forze dell’ordine e pure un messaggio negativo verso i giovani. Quelle 60/70 sigarette lasciano un fiato paragonabile a una Cloaca Massima, ma come fanno a baciarlo con tanto trasporto.
Nel film FBI: Protezione testimoni Matthew Perry che interpreta un dentista con il nome di Nicholas “Oz” Oseransky in una stanza d’albergo dove poco prima è stato malmenato e, per un pugno allo stomaco, è stato costretto a vomitare, si trova in bagno con uno spazzolino in una mano quando bussano alla porta. Apre e si trova davanti la bellissima moglie del mafioso russo Cynthia Tudeski interpretata dalla bellissima Natasha Henstridge. Lei annusa appena l’aria e gli chiede:
«Hai vomitato?» Lui annuisce e guarda lo spazzolino. «Ecco bravo, vai a lavarteli».
Questo la dice lunga. Una cloaca è difficile da baciare.
Ed infine i suoi sottoposto. Italo non è mai messo a parte dell’indagine deve sempre aspettarsi sorprese al limite se non oltre la legge. Caterina bella e intelligente, una vita difficile con un padre da sempre odiato e una madre che vorrebbe che lo vedesse per l’ultima volta mentre muore in una camera d’ospedale. Anche lei naturalmente innamorata di Rocco. Gli altri: Deruta, D’Intino e Casella trattati come deficienti compulsivi. Tutti assoggettati ai suoi umori neri, e quel desiderio costante di voler raggiungere la sua Marina, interpretata dalla bellissima Isabella Ragonese, fanno di Schiavone un depresso compulsivo.
Insomma, se la trama tiene, il personaggio nel contesto amatoriale non regge.