immagine come metafora

ALLEGORIE DELL’OCCIDENTE


Sono stato molto incerto se fosse il caso di pubblicare l’immagine con cui si apre questo post perché sono alieno dai qualunquismi di ogni tipo e questo” manifesto” francese, he gira ormai in tutto il mondo, sembra esserlo e anche in modo piuttosto icastico. A sinistra vediamo Bernard-Henri Lévy un diffusore del verbo ultra capitalista fin dagli anni ’70, a destra Alain Finkielkraut per la verità più un opinionista di grido in Francia che un filosofo e sotto qualcosa che non ha bisogno di presentazioni, qualcosa che persino Salvini e Meloni sarebbero in grado di riconoscere Ad aumentare l’imbarazzo, almeno in questo momento, è che entrambi i personaggi appartengono a quella intellighenzia sionista  di stampo globalista che sembra aver sposato in toto il massacro di Gaza. Poi però mi sono detto che il concetto espresso da questa allegoria è molto più generale: si tratta del fatto che gli intellettuali, i quali dovrebbero esprimere una forma di pensiero critico, abbiano completamente perso il senso del loro esistere e si presentano invece totalmente allineati e si direbbe anche sottomessi al capitale internazionale da sembrare quasi ufficiali di scrittura senza un’anima propria. Si limitano insomma al trucco e parrucco di distopie che di per sé sono incredibilmente rozze e banali oltre a proporre un mondo con la massima disuguaglianza possibile. Dunque, non sono più intellettuali così come la sostanza presentata sotto non è il glorioso frutto del cacao.

Allora si, questa immagine come metafora (lo so dovrei dire di nuovo allegoria, ma sono allergico alle ripetizioni) di una condizione contemporanea va benissimo. É il manifesto dell’Occidente e in effetti viviamo sovrastati da un’informazione che dice cioccolato, mentre siamo nella merda.

Redazione

 

 

 

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