Gli euro-cialtroni insistono, ma a quale prezzo?

 

Le Lacrime der Giornalaro
Scrivevo articoli tutti ‘nfiocchettati,
co’ titoloni forti e arzigogolati.
Er mondo andava come me pareva,
ché tanto la ggente tutto beveva.
Inventavo guere, scandali e guai,
ero er più furbo, nun sbajavo mai!
Poi un giorno la ggente, senza avvisà,
ha smesso de crede e nun m’ha letto più là.
Adesso strillo, me dispero, me lagno:
“Ah, che sventura! Che gran malanno!”
Ma manco me sentono, che fregatura…
mo piango da solo: ché nun c’ho lettura!

ALL’UNIONE EUROPEA RESTA SOLO LA DISINFORMAZIONE

Augusto Grandi

L’Unione Europea e la battaglia della propaganda: quando la disinformazione diventa l’ultima risorsa


Non basterà la disinformazione per salvare l’Europa. Però gli euro cialtroni ci stanno provando ugualmente, mobilitando l’esercito di giornalisti di servizio con memoria corta, mancanza di preparazione storica e scarsa propensione all’onestà intellettuale.

Mattarella sconfitto a Mosca
Belgrado, 25 anni dopo i bombardamenti NATOBelgrado, 25 anni dopo i bombardamenti NATO

Basti pensare a come, in Italia, sia stata dimenticata l’aggressione alla Serbia senza alcun mandato ONU. Da parte di un governo in cui sedeva anche tal Mattarella, evidentemente solo omologo di quello che ora invece invoca ad ogni istante il rispetto dell’ONU.

E l’immancabile riferimento all’isolamento di Putin, ribadito ancora dal Tg5 secondo cui solo Trump ha messo fine al deserto intorno al Cremlino? Mai sentito parlare dei Brics? Della maggioranza della popolazione mondiale? Evidentemente no.

Adesso, però, il problema si complica. Come affrontare la scoperta che Zelensky è un pagliaccio di quart’ordine e non un eroe nazionale? Che metà dei soldi spediti in Ucraina sono “misteriosamente” spariti?

Ma, soprattutto, come affrontare l’idea che il mondo può far a meno dell’Europa? Priva di materie prime, priva di tecnologia all’avanguardia, priva di forza contrattuale, ora priva anche di alleanze. L’Europa aveva la sua unica forza nella cultura, nella bellezza, nell’arte. Tutto distrutto per seguire le mode anglo-americane. Distrutto per seguire i modelli woke, la cancel culture.

Ed ora i responsabili del disastro scoprono che il resto del mondo non si appassiona alle imperdibili analisi sul numero dei cessi indispensabili in una scuola per essere politicamente corretti. Non si appassiona agli autori pompati da un sistema mediatico malato e basato solo sull’amichettismo.

Si può ripartire? Sì, ma buttando a mare l’immensa zavorra degli euro cialtroni politicamente corretti.

Redazione Electo
Augusto Grandi

 

 

 

 

 

 

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