Amichettismo o familismo?
AMICHETTISMO E FAMILISMO ADDIO
PREVALE LA SOLITUDINE
Lady Garbatella ha palesemente scelto il secondo, considerando il primo come un retaggio dell’egemonia della gauche caviar e della gauche intello. In realtà entrambe le reti di solidarietà sono drammaticamente in contrazione. E, checché se ne pensi, questo rappresenta un problema rilevante, soprattutto per i Paesi dell’Europa meridionale.
Perché, indubbiamente, il familismo – anche nella versione del nepotismo – ha creato evidenti ingiustizie con pesanti ricadute in termini di efficienza, di giustizia, di competenza. Proprio la gestione politica di Lady Garbatella lo dimostra. Ma non è che l’amichettismo piddino sia stato molto diverso. Forse anche peggiore.
Però non si può ridurre tutto alle vicende di partiti che rappresentano solo una piccola parte del Paese e certo non la migliore.
Perché le reti di solidarietà famigliare o amicale sono quelle che hanno permesso all’Italia di sopravvivere nonostante l’incapacità di un ceto dirigente pubblico e privato. È la rete di parenti e amici che ha permesso di sopperire alla carenza di asili nido, alla imbarazzante realtà delle case di riposo per anziani. Alle difficoltà di arrivare a fine mese, ai problemi per fare la spesa.
Quante famiglie hanno potuto affrontare il doppio lavoro di padri e madri solo perché potevano contare sui nonni che si occupavano dei nipoti? Quanti genitori hanno dovuto integrare i magri salari dei figli adulti? Quanti posti di lavoro sono stati trovati grazie alla rete di amici? Quanti anziani soli hanno potuto affrontare la vecchiaia grazie al sostegno di amicizie lunghe una vita intera?
Ora, però, la situazione sta radicalmente cambiando. La denatalità porta ad una drastica riduzione della rete famigliare. I bambini che, in passato, avevano frotte di fratelli e cugini, ora si ritrovano figli unici e con pochi cugini che, per di più, abitano spesso lontano poiché i genitori si sono spostati per lavoro. E sono sparite anche le “immense compagnie”, perché è cresciuto l’isolamento di chi passa il tempo con lo smartphone e ha rapporti amicali solo virtuali. Ma la solidarietà virtuale è molto meno utile di quella fisica, reale. Non a caso sono aumentati i disagi psichici dei giovani. Disagi che, in passato, venivano affrontati e digeriti nelle compagnie dove si cresceva imparando a vivere.
Però la scomparsa delle reti solidali è funzionale alla gestione del potere. I grandi gruppi di giovani rappresentavano una forza con cui ci si doveva confrontare. Le monadi attuali sono facilmente controllabili e reprimibili. Quanto al familismo, più si indeboliscono i legami e più i singoli sono alla mercè di un potere sempre più oppressivo. Le uniche reti ammesse sono proprio quelle del potere, economico e politico. Reti che vivono sui legami creati dalla cooptazione che porta, spesso, alla nascita di nuovi legami famigliari.