L’intervista di Borgonovo chiarisce le differenze tra le varie destre

ANCHE ENRICO RUGGERI DIVENTA UN PROBLEMA PER LA

NON CULTURA NEOMELONIANA


L’intervista di Borgonovo ad Enrico Ruggeri chiarisce, in poche righe, le differenze tra le varie destre. Differenze ormai abissali. Ruggeri, in passato su Tuttolibri, aveva ricordato le sue passioni dannunziane ed è sempre stato collocato politicamente a destra nel gioco giornalistico delle attribuzioni. A prescindere da eventuali voti e vicinanze di partito. Ma era comunque una delle destre d’antan, che nulla ha a che fare con quella roba amorfa arrivata al potere.

Basta uno degli esempi citati dal cantante. Riguarda la NATO che, per Ruggeri, non solo è un male, ma anche un male non necessario. A differenza di ciò che pensano i destri fluidi ed i famigli meloniani diventati appassionati servitori di Biden, Stoltenberg e Zelensky.

Ovviamente Ruggeri è libero di sostenere chi vuole e non ha alcuna ambizione di dettare la linea a chi è pronto a rinnegare idee e persone pur di occupare poltrone, seggiole e strapuntini. Però è interessante osservare questo tentativo della sedicente destra di governo, perfettamente riuscito, di tagliare i ponti con ogni eventuale richiamo al proprio passato. Imbarazzata dall’essere esistita anche PRIMA. Meglio fare tabula rasa. Negare di esserci stata. Perché bisogna farsi accettare dal Ppe, bisogna essere sempre pronti a scodinzolare quando vuole RimbanBiden o la cara amica Ursula.

E Ruggeri, in questo negare se stessi, diventa imbarazzante. Perché dannunziano è un termine pericoloso, nonostante lo sdoganamento di Guerri. Perché chi non adora la NATO non può essere invitato nella nuova villa che ospita l’amata leader. Perché chi esprime perplessità sulla politica sanitaria anti Covid, con gli arresti domiciliari di massa, non può far parte del pantheon neomeloniano. Se poi, nelle canzoni, esprime i dubbi in merito ai burattinai planetari, allora è meglio evitare di farsi vedere con lui.

Ezra Pound

D’altronde la destra fluida ha scelto come simbolo culturale Littizzetto, che poco ha da spartire con Ruggeri. Ed ancor meno con Pound, con Gentile, con Prezzolini, Pirandello, Longanesi. Urge un radicale repulisti del pantheon. Via Battisti e dentro Madame, via Walter Chiari e dentro Fazio, via Céline e dentro Ariete, via Cardini e dentro Alessandro Gassman.*

E chissà se basterà per ottenere un sorriso di compartimento da Berizzi e Trocino. Magari anche da Giannini e Gramellini.

Andrea Marcigliano
Ala.de.granha

 

 

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IL DELATORE

Alessandro Gassman è stato accusato di essere un delatore. Il celebre attore romano si è reso protagonista di un fatto comune in tempi di Pandemia. Cosa è successo.

Alessandro Gassman è incappato in una furiosa polemica che ha il web come palcoscenico. Il motivo dell’accanimento nei suoi confronti è da riscontrare in una vicenda di cui si è reso protagonista con le sue stesse mani. L’uomo, infatti, è accusato di un essere un delatore. In un periodo di restrizioni come quello che stiamo attraversando a causa della pandemia di Covid19, in un paese diviso tra zone rosse e arancioni e in cui il numero dei contagi e dei morti giornalieri non tende a diminuire, le regole parlano chiaro. È necessario uscire solo se estremamente necessario e non è possibile fare assembramenti, nemmeno all’interno delle mura domestiche.

Alessandro Gassman ha segnalato alle autorità lo svolgimento di un party casalingo nei pressi della sua dimora. https://www.yeslife.it/2021/04/14/alessandro-gassmann-spione-polemica-web/

 

 

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