Alle recenti elezioni in Baviera…

ANCHE IN GERMANIA I GIORNALISTI POLITICAMENTE CORRETTI

NON RIESCONO PIÙ A CONDIZIONARE LE ELEZIONI


L’interrogativo disperato di Giovanna Botteri di fronte alla vittoria di Trump alle presidenziali statunitensi – ma se i cittadini votano in questo modo, a cosa serviamo noi giornalisti? – è stato ora ripreso dai media tedeschi. Perché, alle recenti elezioni in Baviera, un quotidiano aveva trovato e pubblicato un volantino che sarebbe stato distribuito dal leader del locale partito di destra al governo bavarese insieme alla Csu. Un volantino che – secondo il quotidiano – riprendeva concetti nazisti e che sarebbe stato distribuito quando il politico aveva 17 anni e frequentava le scuole superiori.

Al di là della distribuzione o meno, e dall’autore del testo incriminato, era abbastanza evidente che andare a frugare nei comportamenti adolescenziali di un candidato rappresentava una forma di squallido sciacallaggio fazioso. Soprattutto perché il volantino, da tempo in possesso dei giornalisti, era stato tirato fuori proprio nell’imminenza del voto.

Il Battaglione Azov formato da neonazisti considerato dai giornalisti nostrani “BUONO” e studioso dei concetti kantiani.

Ma ciò che ha fatto sbarellare i media tedeschi, ed i giornalisti italiani del Corriere, è stato l’effetto del killeraggio. Perché i politicamente corretti si attendevano dimissioni e fine della carriera del politico, o almeno una pesantissima sconfitta nelle urne. E, invece, non solo è stato riconfermato, ma il suo partito ha registrato un vero e proprio boom, con una crescita di circa il 40%.

Ed allora anche in Germania si è riproposto il quesito della Botteri: perché i giornalisti non influenzano più gli elettori? Perché hanno perso ogni credibilità? E nel caso bavarese si è aggiunto un altro dubbio: perché il nazismo non funziona più come spauracchio? Come elemento per una condanna a prescindere?

Non solo in Baviera, dove oltre al partito sotto attacco è cresciuta anche la destra estrema di Afd. Perché negli altri territori, e non solo ad Est, Afd è il secondo o terzo partito, nonostante le accuse di nazismo e la minaccia di sciogliere il partito.

Dunque, il problema si aggrava. Ed i media, tedeschi ed italiani, cominciano ad avere un paio di dubbi. Aver insistito per decenni a presentare il nazismo (e il fascismo in Italia) come il “male assoluto” ha creato una sorta di rigetto nell’opinione pubblica che avrebbe preferito analisi obiettive e non demonizzazione? Ed aver insistito con un giornalismo a senso unico, lontano dalla realtà e prono al politicamente corretto, può aver distrutto la credibilità nei giornalisti?

In realtà il dubbio è solo tedesco. In Italia si proseguirà senza incertezze nella perdita di lettori e nel propinare corsi di aggiornamento sul fondamentale utilizzo della definizione di “direttrice” e non “direttore” quando si scrive di Beatrice Venezi.(1)

Andrea Marcigliano
Enrico Toselli

 

 

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