Tremila persone che rispondono a un’indagine realizzata da Quid+
ARRIVA LA GAUCHE FAMILLE. E NON SA COME GESTIRE I BAMBINI
Tremila persone che rispondono – del tutto spontaneamente e senza essere strutturate per provenienza, ceto e quant’altro – non rappresentano certo un campione significativo delle famiglie italiane con figli da 0 a 7 anni. Se poi l’indagine è stata realizzata da Quid+, la linea editoriale a marchio Gribaudo-Idee Editoriali Feltrinelli, si può valutare il report come uno spaccato delle famiglie italiane schierate a sinistra. Che hanno sicuramente problemi in comune con il resto delle famiglie italiane, ma hanno anche una visione molto particolare della realtà.
Il risultato di fondo dell’inchiesta è che l’Italia non è un Paese per genitori, che, sempre più in bilico tra preoccupazioni e stanchezza, si sentono schiacciati e confusi, investiti da un eccesso di informazioni e lasciati spesso soli.
E fino a qui, vale per tutti. Poi, però, si scopre che il rapporto di coppia è cambiato, ma solo parzialmente. Perché poco meno di due padri su 3 aiutano effettivamente nella gestione dei figli. E chi lo dice? Le mogli. E considerando che il 90% delle risposte arrivano dalle mamme, qualche dubbio sulla validità del campione serpeggia.
Comunque le “famiglie Feltrinelli” si sentono isolate. Non dallo stato o dagli enti locali, ma dalla comunità in cui vivono. D’altronde in passato c’era il vituperato patriarcato ad aiutare le famiglie, con i patriarchi (quelli che allora si chiamavano “nonni”) a farsi carico dei più piccoli per consentire ai giovani genitori di avere un minimo di vita sociale. Adesso che le nonne, la sera, vanno a ballare e i nonni scelgono i ristoranti per sperimentare la cucina etnica, i figli stanno in casa con i bambini.
Ma a preoccupare sono soprattutto i consigli degli esperti. Non tanto quelli ai genitori di condividere le proprie passioni con i figli, a partire dalla lettura: considerando la capacità di lettura delle ultime generazioni, da 0 a 7 anni non c’è molto da condividere come piacere. La madre impegnata imporrà al cucciolo la lettura condivisa di Brecht mentre il padre si farà leggere dal pupo la nuova versione di Biancaneve e i 7 personaggi strani?
Il problema sono i consigli per gestire la rabbia dei piccoli. In pratica te ne fai una ragione e lasci che passi. Ma poi ti stupisci se famiglie con bambini meno rabbiosi non abbiano piacere di condividere con te e famiglia i pomeriggi e le sere. O se i ristoranti ti chiedono di andare da un’altra parte.
Graziella
10 Giugno 2024 a 1:11
Credo che il problema “isolamento” sia corretto.
Intanto incide l’età media in cui i figli vengono messi al mondo da almeno due generazioni. Questo comporta genitori non “freschissimi” e nonni decisamente troppo anziani.
Poi incide la necessità di lavorare per tirare avanti, che toglie energie e tempo (tanto!). In realtà accadeva anche prima che i genitori fossero occupati, ma i bambini potevano muoversi liberamente con il gruppo di pari all’interno della comunità… cosa che in un contesto cittadino è totalmente impensabile.
La colpa non è né delle madri che si sentono sobbarcate di responsabilità, né dei padri che rientrano esausti a fine giornata, né dei nonni o troppo vecchi per farsi carico di bimbi piccoli o ancora lontani dall’età della pensione. La colpa è di una società che non è più a misura della popolazione e che la sfrutta in modo sempre più simile all’età degli schiavi e dei faraoni. Molto più che decenni or sono