”Il fascismo è tornato sotto forma di “potere oligarchico”, controllo sociale, disprezzo per la volontà popolare, impoverimento costante della popolazione, compressione dei diritti concreti, privatizzazione del mondo e nichilismo.
Avviso ai naviganti. Questo pezzo è una scommessa sulla possibilità che sia letto da persone di orientamento progressista, tenacemente antifasciste, nonostante lo spazio che lo ospita e la storia personale dell’autore. Secondo avviso: il linguaggio utilizzato, il lessico scelto sono quelli della vulgata e del senso comune di sinistra. Lo scopo è suscitare la riflessione, incalzare il lettore di quell’area attraverso il vocabolario che gli è familiare. Una forma di riguardo che egli non userebbe mai all’avversario. Terzo: l’articolo sostiene la tesi contenuta nel titolo: il fascismo è tornato sotto forma di potere oligarchico, controllo sociale, disprezzo per la volontà popolare, impoverimento costante della popolazione, compressione dei diritti concreti, privatizzazione del mondo, nichilismo.
Non indossa camicie nere, fuori gioco da settant’anni, preferisce gli abiti da hipster, le giacche scure con cravatta regimentale, al vertice, le magliette grigie alla Mark Zuckerberg, ma, inequivocabilmente si tratta di fascismo. Del tipo più insidioso, prossimo al nazismo totalitario, per quanto ripulito, dal volto mite, sorridente di fronte a un’opinione pubblica soggiogata. Il dubbio non vi sfiora mai, quando sentite Warren Buffet(1), uno degli uomini più ricchi del mondo, affermare che “è in corso una lotta di classe, e la stanno vincendo i ricchi”? O quando prendete atto che un altro multimiliardario, George Soros(2), finanzia i governi detti “di sinistra”, affinché svolgano politiche economiche e sociali antipopolari? Non è un’invenzione, una fake news, che nel mondo una minuscola minoranza detenga una ricchezza uguale a quella di alcuni miliardi di esseri umani.
Il fascismo fu, per voi e per la maggioranza degli storici e dei politici, il mezzo con cui le classi privilegiate aggredirono il proletariato, il Quarto Stato avanzante sul palcoscenico della storia nel momento in cui rivendicava con forza i suoi diritti. Abolì le libertà politiche, instaurò un regime a partito unico, nascose dietro la retorica patriottarda e militarista i suoi intenti, ovvero colpire operai, donne, contadini e tutti coloro che stavano prendendo coscienza delle ingiustizie subite e reagivano ingrossando le fila dei movimenti socialisti e comunisti, si rivelò violento, guerrafondaio e intollerante.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’eb1a63′ bcolor=’3′]Cari compagni, il crollo del comunismo reale ha distrutto le vostre speranze, messo in crisi le convinzioni più radicate e soprattutto, vi ha lasciati in confusione.[/stextbox]
Avete un problema, a sinistra. Il crollo del comunismo reale ha distrutto le vostre speranze, messo in crisi le convinzioni più radicate e soprattutto, vi ha lasciati in confusione. Avete smarrito la strada, cercate modelli all’altezza dei tempi, esplorate compulsivamente vie nuove. Scrisse Goethe che non si va mai più lontano di quando non si conosce la meta. Colpiti dalla sindrome di Stoccolma, scambiate il carnefice per il benefattore. Vi siete posti, oggettivamente, avrebbero detto Marx e Gramsci, dalla parte dei fascisti, quelli veri, non gli anacronistici ragazzotti con la testa rasata contro cui inveite ancor prima di vederli, l’incubo, l’orco confezionato per depistarvi. Assomigliate a un Don Chisciotte alla rovescia, che scambia i giganti (il fascismo della finanza, delle multinazionali e della tecnologia) per mulini a vento e viceversa.
Poiché vedete fascisti dappertutto, non riuscite più a individuare e combattere quelli autentici, celati dietro la maschera liberale. Come chiamare, se non fascismo, un sistema che controlla l’economia attraverso una rete di cartelli multinazionali privati e una catena di partecipazioni azionarie incrociate. Possiede e dirige il sistema finanziario per mezzo di banche d’affari, banche centrali privatizzate che determinano la circolazione del denaro, organismi internazionali (FMI, Banca Mondiale, WTO, Meccanismo Europeo di Solidarietà) che indirizzano il credito, imponendo agli Stati politiche di svendita per concederlo. È proprietario delle principali agenzie di informazione, decide quali notizie trasmettere e quali celare, quali idee mettere a tema e quali vietare con il semplice atto di silenziarle.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’eb1a63′ bcolor=’3′]La democrazia è ridotta a procedure formali volte a mantenere con espedienti di ingegneria politica maggioranze di governo che rappresentano una minoranza dell’opinione pubblica.[/stextbox]
Finanziano, dunque orientano le grandi università, le accademie e i “pensatoi” (think tank) destinati a creare e riprodurre il consenso al sistema. Hanno il monopolio delle tecnologie informatiche elettroniche e delle reti di comunicazione attraverso cui raggiungono miliardi di persone. Esercitano un capillare controllo sulla vita, privata, pubblica e persino intima con meccanismi di sorveglianza mai visti nella storia (chips, carte elettroniche, telecamere, applicazioni della telefonia e dei personal computer, reti sociali).
Il nuovo fascismo ha alcune caratteristiche che lo avvicinano al vecchio: è conservatore poiché mantiene ricchezza, mezzi e potere nelle mani di pochi, reazionario in quanto colpisce le conquiste sociali e politiche dei popoli. Ha nelle sue mani l’intero arsenale del potere, compresa la capacità di imporre con la forza la sua agenda – la definiscono esportare la democrazia – poiché controlla capillarmente l’apparato militar-industriale statunitense. In privato, ammettete che è la verità. È tutto chiarissimo: i governi vengono formalmente eletti dal popolo, ma i loro componenti sono cooptati da un governo globale sempre meno invisibile, che ha assorbito la destra e la sinistra in un’unica ideologia, quella neoliberale. Per i conservatori, c’è una destra liberista che spinge per ulteriori privatizzazioni e per la completa abolizione dello stato sociale. Per i progressisti, una spruzzata di retorica, assistenzialismo per i ceti di servizio, dosi omeopatiche di “diritti civili”.
Ciò che conta è che nessuno metta in discussione il sistema. La democrazia è ridotta a procedure formali volte a mantenere con espedienti di ingegneria politica maggioranze di governo che rappresentano una minoranza dell’opinione pubblica. Un uomo, un voto, il principio di uguaglianza dovrebbe essere il cardine della vostra ispirazione. I programmi politici, nell’essenziale, sono sovrapponibili, ogni deroga dalla volontà degli oligarchi è pressoché impossibile in quanto vietata dalla legge (vedi il pareggio di bilancio in Costituzione e l’impossibilità di discutere i trattati internazionali) o impedita di fatto dai cosiddetti “poteri forti”, vertici delle banche, fondi di investimento, azionisti e dirigenti di poche centinaia di gigantesche entità economiche che dominano i mercati. I mercati, spiegano i pifferai del regime, votano ogni giorno, ma nessuno ha mai fornito loro la tessera e la scheda elettorale. E poi, chi sono, i mercati, se non una cricca di speculatori nascosti dietro lo schermo di società anonime di capitali? Presso di loro, non vale il principio di maggioranza, uno non vale uno.
Il vecchio PCI parlava di democrazia formale, definiva i partiti comitati d’affari della borghesia. Forse non aveva tutti i torti, come Pier Paolo Pasolini allorché spiegava “il potere ha avuto bisogno di un nuovo tipo di suddito che fosse prima di tutto un consumatore ”. Immaginiamo che neppure a voi piaccia la riduzione a homo consumens, a macchine desideranti che sbavano davanti ai prodotti sempre nuovi del mercato, né che accettiate di buon grado governi eterodiretti. Per molto meno gridate al lupo, evocate il fascismo eterno e risorgente, l’Urfascismo perenne, antonomasia del Male teorizzato da intellettuali a voi cari come Umberto Eco.
Affermate il primato della discussione, del dialogo, vi considerate un ceto riflessivo. Molti di voi sono docenti nelle scuole di ogni ordine e grado. Strano davvero che non siate scandalizzati dalla diminuzione della capacità di ragionare, frutto dell’abolizione di modelli educativi fondati sull’indagine e la conoscenza dei perché. Il pensiero critico cede il passo a quello strumentale, la conoscenza del “come”. La scuola non trasmette più conoscenza, non allena all’indagine, tutt’al più addestra a svolgere delle mansioni, conoscere dei meccanismi. Il messaggio è quello dell’accettazione dell’esistente, del soggettivismo come programma di vita, della libertà come assenza di impegno, presa di distanza da progetti comuni. Non è, non dovrebbe essere “di sinistra”, esattamente come non lo è considerare naturale il dominio dei signori di Silicon Valley. Attraverso la tecnologia, essi hanno assunto l’egemonia nell’economia – i Big Five, Facebook, Google, Apple, Amazon, Microsoft – dominano i mercati in regime di monopolio, basano il loro potere rastrellando brevetti e comprando le start-up(l’innovazione che avanza sulle ali dell’intelligenza) all’unico scopo di ritirarli dalla circolazione e sbarrare la strada ad ogni competitore.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’eb1a63′ bcolor=’3′]Il nuovo fascismo felpato chiamato “Nuovo Ordine Mondiale”.[/stextbox]
Due economisti italiani, Giavazzi e Alesina, accademici di fama nel progressismo liberale, hanno scritto un libro, Il liberismo è di sinistra, che è un imbroglio sistematico ai vostri danni. Il liberismo enfatizza il valore del merito e della concorrenza, ma nei fatti il suo obiettivo è il monopolio, cioè la morte, legale, a termini di legge (si chiama ordoliberismo) del mercato in cui afferma di credere.
Pagare le tasse è giustizia, non pagarle dovrebbe farvi ribollire di sdegno. È puro fascismo: arroganza, rubare ai poveri per dare ai ricchi. I fascisti oligarchici fanno di più, poiché da un lato ci costringono a versare tasse occulte attraverso il prezzo gonfiato di beni e servizi di cui hanno l’esclusiva, compreso il pagamento di un sedicente bene immateriale come il marchio. Dall’altro, evitano accuratamente le imposte sul reddito e sugli affari. Padroni delle tecnologie informatiche, spostano il denaro da una parte all’altra del mondo, specie nei loro amati paradisi fiscali, a cui nessuno di noi ha accesso, sfruttano la difficoltà degli Stati di individuare i territori dove sono generati i redditi. È attuale la polemica sulla cosiddetta web tax europea, ovvero l’imposizione a carico dei giganti citati, più Airnbnb, Uber, Netflix e pochi altri. Al massimo, sarà del 3 per cento del fatturato che avranno la cortesia di dichiarare. Il lavoratore precario dal salario più basso e incerto paga di più.
Perfino sui diritti civili, quelli sui quali più grande è la distanza antropologica tra il progressismo e altri orientamenti culturali, gratti la vernice liberale e trovi una realtà para nazista, totalitaria. Nel caso dell’aborto, che per chi scrive non è un diritto umano, ma, eventualmente, una triste necessità e mai uno strumento di controllo delle nascite, fu Henry Kissinger, un campione della destra liberista, a spalancare il portone, nel 1974, con il suo rapporto in cui spiegava senza vergogna che per mantenere la loro potenza imperiale gli Usa dovevano impedire la crescita demografica altrui, finanziando aborto e contraccezione nel mondo. È quello che fanno con larghezza di mezzi alcune ONG (Organizzazioni Non Governative, un altro simbolo del potere privatizzato).
È fin troppo facile dimostrare la presenza di ONG, assicurazioni e grandi fondi pensione internazionali nel finanziamento delle campagne a favore dell’eutanasia. La maschera è virtuosa, l’impegno per diritti sempre nuovi e più estesi, il vero volto è l’interesse economico di alcuni, sempre gli stessi.
Indottrinamento, indifferenza per i bisogni dei cittadini, manipolazione delle scelte elettorali, sorveglianza capillare attraverso la tecnologia, superiorità del mercato sulle persone, guerre spacciate per interventi umanitari, riduzione del lavoro a merce, addirittura commercio turpe degli esseri umani per profitto (mercato degli organi, utero a noleggio, riduzione in schiavitù). Fascismo, nazismo, totalitarismo e qualunque altra definizione negativa è il minimo per esprimere la realtà che abbiamo sotto gli occhi.
Sentiamo un’obiezione da parte del lettore “progre”: abbiamo libertà di parola e di pensiero, tu stesso che scrivi non vieni perseguito o ucciso per le tue idee. È vero solo in parte. La società “aperta” riconosce libertà solo a chi non la contesta radicalmente (Karl Popper). In vari campi sono già operative – con giustificazioni “morali” – norme che limitano la libertà di espressione, altre se ne preparano. In Europa è già possibile derogare (Trattato di Lisbona) al principio che nessuno può essere sottratto al giudice naturale precostituito per legge. Un inquisitore lituano può legalmente, se vuole, trascinarci dinanzi a un tribunale belga per una condotta che non è reato in Italia. Il solco è tracciato, e comunque il potere è fortissimo, non ha (ancora) bisogno di dispiegare tutto il proprio apparato repressivo.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’eb1a63′ bcolor=’3′]Il fascismo è tornato sotto forma di potere oligarchico, controllo sociale, disprezzo per la volontà popolare, impoverimento costante della popolazione, compressione dei diritti concreti, privatizzazione del mondo, nichilismo.[/stextbox]
Per ora gli fa comodo tollerare alcuni ribelli, tanto più che li conosce uno a uno, li controlla, impedisce loro l’accesso al sistema di comunicazione. Alle brutte, li accusa di complottismo o di diffusione di false notizie. Un fascismo felpato chiamato Nuovo Ordine Mondiale. Dimenticavo, vi hanno convinto che anche questa è una fake news. Non esiste alcun progetto della specie. Il finanziere Warburg non ne rivelò i contorni già nel 1950, i Rockefeller sono dei ricchi filantropi che propugnano un governo mondiale diretto da loro per il bene dell’umanità e il nostro destino è di essere consumatori soddisfatti.
Eppure, anche la figura del consumatore è tutt’altro che progressista, democratica e di sinistra. Letteralmente, è qualcuno che spreca (consuma…) le risorse del pianeta, la nostra casa comune, politicamente è un sostenitore inconsapevole del mercato padrone, del debito (paga a rate perché il denaro non ce l’ha); socialmente è dipendente dalla moda e dalla pubblicità, schiavo dei bisogni indotti, dipendente dell’obsolescenza programmata delle merci. Lo hanno persuaso che tutto questo è progresso.
Caro compagno, amico se hai abbandonato le parole di ieri, comincia a pensare che progresso, consumo, mercato e liberazione sono diventati i nomi d’arte del fascismo vittorioso. Diventa finalmente antifascista, lascia al loro destino le ultime camicie nere e i saluti romani, folklore gradito ai persuasori occulti al servizio degli iperpadroni.
All’armi, son fascisti.
NOTE
(1) Warren Edward Buffett (Omaha, 30 agosto 1930) è un imprenditore ed economista statunitense, soprannominato l’oracolo di Omaha. Nel 2008, secondo la rivista Forbes, è stato l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato di 72,7 miliardi di dollari.
(2) George Soros (Budapest, 12 agosto 1930) è un imprenditore e attivista ungherese naturalizzato statunitense. Soros è Presidente del Soros Fund, dell’Open Society Foundations e fondatore e consigliere del Quantum Group. Le speculazioni. Soros aveva individuato la posizione sfavorevole del Regno Unito nel meccanismo europeo dei tassi di cambio. Il fondo di Soros aveva ammassato sterline in quantità enormi, per un valore totale di 10 miliardi di dollari, fino a che il 16 settembre 1992 esso le mise tutte in vendita allo scoperto. Per far fronte alla mossa speculativa, il Regno Unito dovette abbandonare il Sistema monetario europeo, svalutando la sterlina. Il guadagno di Soros sulla scommessa è stato stimato a oltre 1 miliardo di dollari. Venne soprannominato “l’uomo che sbancò la Banca d’Inghilterra”. Il costo stimato del mercoledì nero per il Tesoro britannico è stato di 3,4 miliardi di sterline. Sempre il 16 settembre 1992, a seguito dell’annuncio che la Bundesbank avrebbe smesso di appoggiare il cambio fisso della lira italiana al marco tedesco, Soros insieme ad altri speculatori vendette lire allo scoperto, costringendo la Banca d’Italia a svalutare per compensare l’ormai insostenibile sopravvalutazione della moneta. In conseguenza di tale azione, la lira riportò una perdita di valore del 30% e dovette uscire dal Sistema monetario europeo. Soros dichiarerà poi: “L’attacco speculativo contro la lira fu una legittima operazione finanziaria”; “mi ero basato sulle dichiarazioni della Bundesbank, che dicevano che la banca tedesca non avrebbe sostenuto la valuta italiana. Bastava saperle leggere”.
fonte Wikipedia.
Immagine: Charlie Chaplin, Il grande dittatore.
Daniel
24 Ottobre 2018 a 4:39
Fantastico.. Scrive divinamente e qui ha centrato il tema… La. Massa sbaglia obiettivo, e di conseguenza abbraccia e sventola coloro i quali cercano. Di opprimerti in ogni forma.. Grazie per condividere con noi queste perle di saggezza.. Mi fa stare meglio..
Riccardo Alberto Quattrini
24 Ottobre 2018 a 8:41
Grazie, lo girerò a Roberto Pecchioli.