Laura Boldrini, furia distruttrice: i palazzi fascisti vanno rasi al suolo.

Mentre in parlamento si discute della proposta di legge sull’apologia del fascismo proposta dal deputato Pd Emanuele Fiano, la presidente della Camera Laura Boldrini ora se la prende anche con l’arte del nostro Paese.

Propone di cancellare tutti i monumenti fascisti nelle città italiane. Devono essere abbattuti.
«Ci sono persone, come i partigiani, che si sentono a disagio e offese quando passano sotto i monumenti del ventennio». Dice. E ancora: «Non accade altrettanto in Germania, dove i simboli del nazismo non ci sono più». Forse perché loro non hanno avuto un otto settembre, ma hanno tenuto fede a un giuramento fino alla fine senza cambiare casacca.
Già, a volte ritornano anche le pessime idee. E così Laura Boldrini, presidente della Camera, a differenza di Paganini si ripete. Con lo stesso spartito, l’abbattimento dei monumenti fascisti, e le stesse citazioni. E scatenando oggi come allora in egual misura ilarità e polemiche. Ad aprile del 2015, dopo aver ricevuto i partigiani a Montecitorio per il 70esimo anniversario della resistenza, fece suo il «disagio» manifestato da alcuni ospiti per essere costretti a vedere nelle città i simboli del Ventennio. Nel mirino finì in particolare l’obelisco del Foro Italico, e Boldrini propose almeno di «togliere la scritta» Mussolini Dux. Seguì un’ondata di polemiche insolitamente trasversali e la Boldrini fece retromarcia parlando a RaiNews24: «I partigiani hanno manifestato il loro disagio, ma io mi sono sottratta a questo esercizio di abbattimento». E dunque, concluse, «L’obelisco rimane lì, nessuno vuole abbattere niente».
Questione chiusa? Macché. Arriva Emanuele Fiano con la sua legge e qualcuno chiede un parere alla Boldrini, a margine di un convegno. E lei rispolvera la stessa storia, il medesimo aneddoto dei partigiani che, alla Camera, due anni fa le parlarono del «disagio» provato passando nelle città sotto ai simboli di quel fascismo che hanno combattuto.
Vediamo dunque quali monumenti fascisti andrebbero abbattuti.
La «Stazione di Milano Centrale» con i suoi simboli imperiali.
Il «Colosseo quadrato» dell’Eur con le sue grandi iscrizioni.
Il «Palazzo dei Marescialli», ora sede del Csm, con le sue aquile e le sue teste elmettate.
Abbatteteli!
Sono simboli fascisti, creano «disagio» ai partigiani.
La «Stazione Termini», «Ponte Flaminio», il «ministero degli Esteri».
Giù tutti!
Boldrini rivendica il metodo Isis per le architetture del Ventennio.
E per Sabaudia, una città fondata dal fascismo il 5 agosto 1933, ora abitata da 20.000 persone? E Latina fondata col nome di Littoria durante il Ventennio fascista ed inaugurata il 18 dicembre 1932, una delle più giovani città d’Italia, abitata da 126.000 mila persone, che si deve fare, abbattere tutte le case di quell’epoca?
Sono guai.
Occhio perché nessuno è al sicuro. Nemmeno i tombini.
I tombini, vi chiederete? Se passate per Firenze, Latina, Gallipoli, o altre città, guardateli, noterete che hanno qualcosa che ricorda il Ventennio.
Dunque ad appena 74 anni dalla fine del regime fascista, la crociata boldriniana contro obelischi, monumenti e tombini che offendono i partigiani può ripartire.
Praticamente è come se gli egiziani abbattessero le piramidi perché costruite da popoli resi schiavi.
Qualcuno si è preoccupato di ricordare alla terza carica dello Stato che quella postilla sui tedeschi demolitori di simboli nazisti è una discreta panzana. Molti monumenti all’odor di svastica sono ancora in pieno uso in Germania, dall’Area dei raduni di Norimberga alla Haus der Kunst di Monaco, fino all’Olympiastadion di Berlino, realizzato per le Olimpiadi del 1936. Ma ricordato in Italia per i mondiali di 70 anni dopo. il trionfo del 2006. Quando, per fortuna, era ancora in piedi.

R.A.Q.

 

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