Gli uomini in stato di veglia hanno un solo mondo che è loro comune. Nel sonno, ognuno ritorna a un suo proprio mondo particolare.
Eraclito

 

La vita onirica è da sempre fonte di ispirazione per gli artisti. Il pittore surrealista Salvador Dalì ci permette, con la sua famosa opera dal titolo lunghissimo “Sogno causato dal volo di una mosca intorno a un melograno, un secondo prima del risveglio” di iniziare una esplorazione del perché sogniamo.

I sogni hanno affascinato i filosofi per migliaia di anni, ma solo recentemente sono stati oggetto della ricerca empirica e gli studi scientifici si sono concentrati su di essi.

Alcune cifre.

Ogni notte 7 miliardi di persone sulla Terra sognano per più di un’ora: ogni anno, quindi, l’umanità sogna per circa 2500 miliardi di ore, costruendo decine di migliaia di miliardi di sogni… tutti diversi gli uni dagli altri. Sognano gli agenti di borsa, i boscimani del Kalahari, i carcerati, gli amministratori di condomini, il Papa, i preti, i parrucchieri, i poliziotti, i filosofi, ecc. dentro i nostri sogni c’è tutto e i contrario di tutto.

Dapprima chiediamoci che cosa è un sogno. Sappiamo che durante il sonno si vivono pensieri ed emozioni oltreché immagini di qualsivoglia fattura, colore, dimensione. I sogni possono essere straordinariamente nitidi o molto vaghi, possono essere ricchi di immagini felici, comprendere sensazioni spaventose, essere comprensibili o poco chiari e confusi. Aerei in caduta libera che invece di esplodere si vaporizzano nell’aria come bombolette spray, corpi che levitano sfidando la legge di gravità, lancette dell’orologio che corrono all’indietro, scale ripide, o baratri infiniti e oscuri, incontri di persone sconosciute, dialoghi irrazionali.

Ogni notte nei nostri sogni la preistoria si mischia con la fantascienza, la logica con l’incongruenza.

Ma cosa si nasconda dietro quest’evento tanto misterioso ancora nessuno può dirlo con certezza. Ci hanno provato nell’ordine, indovini, zingare, poeti, psicanalisti e neuro scienziati. Hanno un significato o sono soltanto una serie di impulsi elettrici? A cosa servono e come si formano.

Potremmo azzardare a considerare il nostro cervello e i suoi cento miliardi di neuroni, come banchi di memoria. Ogni neurone contiene un numero x di immagini, suoni, frasi, parole. Una volta che noi ci siamo addormentati i neuroni sono liberi di inviarci tutto ciò che hanno immagazzinato, non con una sequenza logica, ma a caso, costruendo così un film virtuale, un “Film notturno”, che noi “spettatori” osserviamo coricati nei nostri letti.

Al riguardo sono state proposte molte teorie, in nessuna però vi è un pieno consenso. Considerando l’enorme quantità di tempo che passiamo nello stato di sogno, il fatto che i ricercatori non hanno ancora capito fino in fondo lo scopo e i meccanismi dei sogni, può sembrare sconcertante. Tuttavia, è importante considerare che la scienza e le ricerche continuano a studiare lo scopo esatto e la funzione del sonno stesso.

Esattamente 50 anni fa si scoprì infatti che i sogni, intesi come visioni vivide e bizzarre, si verificano in corrispondenza delle fasi di sonno caratterizzate da un movimento rapido degli occhi, e per questo chiamate R.E.M. (Rapid eye movement). Il sonno REM viene definito anche “sonno paradosso” in quanto in un organismo profondamente addormentato, l’attività della corteccia cerebrale è molto vicina a quella della veglia. Il consumo di ossigeno nel cervello cresce, aumenta il ritmo respiratorio e la pressione cardiaca, il battito cardiaco è meno regolare. Nonostante la mancanza di tono muscolare possono esserci delle contrazioni al livello delle estremità del corpo.

Ciò che sogniamo durante il sonno Rem accade veramente nei nostri cervelli. Tanto è vero che se una persona sta sognando di assistere a una partita di tennis, i suoi occhi, sotto le palpebre, si spostano da sinistra a destra come farebbero nella realtà. In quest’ottica il fatto che si stenti a ricordare i sogni, secondo alcuni ricercatori, può essere un meccanismo di protezione del cervello: rischieremmo altrimenti di confonderli con la realtà, con serie conseguenze per il benessere psichico di ognuno.

Consideriamo che la mente non dorme mai: quando non crea immagini oniriche, rimugina idee e pensieri. Il nostro cervello restituisce in immagini ciò che ha immagazzinato durante tutta una vita. È come il nostro lunghissimo film che viene proiettato senza una logica e una data precisa in cui è stato girato.

Queste immagini sono messaggio dell’inconscio o impulsi casuali?

Il grande psicanalista Sigmund Freud li aveva relegati a messaggi che il nostro inconscio invia a noi stessi, in quanto sono istinti aggressivi e sessuali repressi dalla consapevolezza cosciente. Solo le persone sono guidate da istinti aggressivi. Desideri e impulsi che esprimiamo solo nei sogni in quanto essi non sono altro che istinti proibiti. Nei sogni sogniamo di uccidere qualcuno, ma nella realtà la coscienza ce lo proibisce. Se ciò fosse vero, potremmo dire che i sogni ci aiutano a non diventare tutti degli assassini o degli stupratori.

Ma al di là di queste considerazioni scientifiche, perché sogniamo?

Sei anni della nostra vita, circa 50 mila ore, se ne vanno nei sogni. I sogni sono la terza attività della mente, diversa dal ragionare (a mente sveglia) e dal dormire profondamente. L’umanità li ha sempre considerati fondamentali, domandandosi che senso avessero. Gli egittologi hanno scoperto un libro in cui gli egizi interpretavano i simboli onirici. I Romani e i Greci credevano nel valore predittivo dei sogni, distinguendoli per precauzione in “sogni d’avorio” (quelli veritieri) e “sogni di corno” (quelli menzogneri). La psicanalisi, appunto, ne ha fatto un metodo d’indagine della psiche umana fino a essere seriamente messa in crisi, negli anni ’70, da due ricercatori di Harvard, J. Allan Hobson e Robert McCarley.

Che hanno detto di così interessante da dare un calcio al famoso libro di Freud “L’interpretazione dei sogni” in cui scrisse che i sogni sono “… adempimenti camuffati di desideri repressi.”?

Secondo i due studiosi, i sogni non sono altro che impulsi nervosi del tutto casuali. Grazie a strumenti, come la Pet o tomografia a emissione di positroni, capaci di mappare le diverse aree del cervello, essi formularono un’ipotesi chiamata di “attivazione e sintesi”. La fonte dei sogni sarebbe una scarica di impulsi nervosi che parte dal “ponte di Varolio”, una piccola area alla base del cervello, e “attiva” le cellule della corteccia cerebrale (preposta alla maggior parte delle funzioni cerebrali superiori). Queste scariche provocano immagini e sensazioni che poi il cervello “sintetizza” secondo un significato fortuito. Come quando – spiegano i due studiosi – in laboratorio si stimolano elettricamente, e in modo indolore, alcune zone del cervello. Può capitare che qualcuno senta una musica, e qualcun altro ricordi un giocattolo dell’infanzia. Noi, più prosaicamente, lo abbiamo chiamato il nostro “Film notturno”.

Durante questo processo, il cervello si attiva quasi nella sua totalità, e ha bisogno che il flusso di sangue sia il doppio di quello necessario quando siamo svegli. Soltanto una parte del cervello smette di funzionare quando dormiamo: il suo centro logico. Per questo i sogni acquisiscono, molte volte, delle sfumature surreali. Fortunatamente la natura ha provveduto a far si che il cervello invii segnali al midollo spinale affinché paralizzi temporaneamente le nostre membra.

Un’altra funzione importante, che il nostro cervello porta a termine durante il sonno, è quella di scartare e selezionare i ricordi.

Una cosa è certa: sognare è necessario.

Alcuni volontari si sono sottoposti ad un esperimento in cui venivano svegliati appena incominciavano la loro fase REM (quella in cui si sogna più intensamente) i volontari tendevano successivamente a compensare sognando di più.

Secondo alcuni scienziati la funzione dei sogni è prettamente neurologica, serve a mantenere il cervello attivo in quanto senza i sogni dopo il “coma notturno” faticherebbe a “riaccendersi” al mattino.

Un ultima considerazione. Anche gli animali sognano.

Un’analisi che non ha bisogno di nessun segno di interpunzione. Sì, gli animali sognano. I gatti sono dei veri dormiglioni. I gatti dormono e sognano proprio come facciamo noi. Io ho un magnifico gatto e lo posso testimoniare. Potremmo provare una certa invidia considerando che essi dormono dalle 10 alle 18 ore al giorno. Proprio come accade tra le persone più attive – irriducibili habitué del divano contro instancabili amanti dello sport. Il sonno del gatto ha le stesse caratteristiche di quello degli esseri umani. Esso, infatti, vede l’alternanza di fasi di sonno leggero con fasi di sonno pesante di circa 20 minuti a cui fanno seguito delle fasi di sonno Rem della durata approssimativa di 5 minuti. Il gatto rivivrà in sogno le sue attività quotidiane come la caccia, il gioco, la toelettatura, il rapporto con gli altri gatti di casa o con i proprietari. E se l’uomo spesso deve far fronte a qualche incubo, anche il nostro micio non sarà da meno con sogni costellati da litigi o spaventi e che potrebbero suscitare dei ringhi sordi. 

La verità è che i numerosi studi che sono stati portati a termine sui sogni, sono riusciti a rispondere in modo soddisfacente alle domande sui sogni. Ma una cosa è sicura: quel terzo della nostra vita passato a dormire, di certo non è tempo perso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un commento

  1. Elisabetta Bordieri

    22 Dicembre 2018 a 9:12

    “Dentro i nostri sogni c’è tutto e il contrario di tutto”.
    Credo sia esattamente così.

    rispondere

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