Hanno ucciso Santa Claus…

BABBO NATALE NON ESISTE


No. Non è un improvviso ritorno dei vecchi “883”, con un nuovo tormentone musicale. È quello che sta succedendo un po’ in tutto il mondo. E, soprattutto, in questa “strana” Italia. E dico “strana” perché parola che deriva da “estranea”. Ovvero questa Italia che, di giorno in giorno, mi risulta sempre più… estranea.

Dunque. Polemiche in una scuola elementare, di Milano, se non vado errato. La maestra pone, per iscritto, una domanda/ tema ai bambini. “Ma davvero ci credete ancora a Babbo Natale?”.

Qualche genitore, ancora abbastanza sano di mente, si indigna. Perché togliere ai piccoli il sogno, la fantasia?

Già, perché?

In realtà è un processo che è iniziato da molto, moltissimo tempo. Ma che ora sta subendo una accelerazione vertiginosa.

Prendiamo i film di Natale. Un genere diffuso e stagionale. Non sto parlando dei famigerati “cinepanettoni” di un tempo. Ma di quei filmetti statunitensi tutti canzoncine, alberi illuminati, neve, famiglia, amori, buoni sentimenti… carini, ancorché melensi. Contribuiscono a creare l’atmosfera natalizia…

Già… ma di che atmosfera stiamo parlando?

In questa filmografia c’è tutto… tranne una cosa. Il senso d’incanto, di magia. Insomma… manca lui. Santa Claus. Babbo Natale. Che, in un tempo non lontano, era costante presenza, se non proprio protagonista, di questi film natalizi.

O, per lo meno, il magico, il fantastico era sempre presente. Vi faceva irruzione. E cambiava la realtà.

“Miracolo sulla 34° strada” ne è il più classico esempio.

E, poi, la mia generazione (e molte altre, prima e dopo) è cresciuta vedendo in televisione, la sera della Vigilia il capolavoro di Frank Capra “La vita è una cosa meravigliosa”. Tutto buoni sentimenti, certo. Ma con la presenza di un angelo. Capace di modificare il tempo. E farti scoprire il senso riposto della vita.

Ormai da anni, però, il film della Vigilia è “Una poltrona per due”. Divertente come pochi altri. Ma è una storia di affari e truffe. E il finale… Caraibi, soldi, donne… il sogno americano 2.0.

Eddie Murphy ne Una poltrona per due

La graduale abolizione di Babbo Natale è solo l’ultimo atto. Di un processo di desacralizzazione del Natale. Prima eliminando qualsiasi riferimento di carattere religioso. Poi distruggendo anche gli elementi fantastici. Magici. Perché il Polo Nord di Santa Claus rappresenta comunque una dimensione diversa. Non riducibile alla realtà piatta che si vuole imporre.

Il Paese di Babbo Natale

Di qui anche il cambiamento del nome della Festa. Che sempre di più, soprattutto nelle scuole, sta diventando Festa d’Inverno. Con la scusa di “non offendere altre religioni”. Ma, in realtà, per eliminare non solo qualsiasi eco di carattere religioso, ma anche qualsivoglia elemento fantastico. Capace di fare sognare. Di liberare l’immaginazione, in particolare quella dei bambini. Che si vuole sterilizzare fin dai primi anni. Per creare un mondo di semi-automi dominati solo da vaghe pulsioni istintuali e interessi economici.

Con la collaborazione di volenterosi, e inconsci, sgherri… come quella maestrina che ha posto, con sciocca ironia, la domanda:

Ma davvero ci credete ancora a Babbo Natale?

Andrea Marcigliano
Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

 

 

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