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BALLANDO TRA LE IMMONDIZIE DEI VIP TELEVISIVI
È iniziata la nuova edizione della consueta pattumiera televisiva dedicata teoricamente al ballo ma, per ottenere un briciolo di attenzione, la danza ha già lasciato il posto alle polemiche. Come è ormai la prassi sia sulle reti Rai (mantenute dai contribuenti per simili idiozie) sia su quelle Mediaset. Dunque, tra un balletto e l’altro, va in scena la polemica dell’immancabile gay – si può fare un programma tv senza un esponente della comunità LGTBQRFH++++? Ovviamente no! – che pretende di ballare in coppia con un maschio. E un altro concorrente gay che preferisce una ballerina. I grandi problemi fondamentali del Paese.
E poi altri concorrenti si scagliano contro i giudici. Giudici alla disperata ricerca di visibilità personale. Ed allora le valutazioni non prendono in considerazione le esibizioni ma solo la possibilità di creare tensioni e polemiche. D’altronde i personaggi che accettano di partecipare a simili show sanno perfettamente che gli scontri attirano pubblico. E più sono volgari più pubblico attirano. Ed allora è perfettamente funzionale la nullologa Selvaggia Lucarelli che spara sciocchezze a raffica e giudizi a vanvera. Ma per accrescere il livello di rissa, si piazza tra i concorrenti il compagno della nullologa, in modo che ogni altro ballerino possa sentirsi penalizzato dai conflitti di interesse della Lucarelli.
In fondo, però, è solo la risposta all’immondizia di altri programmi. A partire dal Grande Fratello Vip di Signorini. Dove si piazza, per fare audience, un poveretto alle prese con la depressione per farlo bullizzare da una squadra di presunti Vip in disarmo. Salvo, poi, buttarne fuori qualcuno per dimostrare di essere politicamente corretti.
Però milioni di italiani si appassionano a questa immondizia, a questo odore di marcio che emanano conduttori e concorrenti. Dunque, va bene così. La tv non ha una funzione educativa – non è più il tempo di “Non è mai troppo tardi” – ma punta solo ad esaltare il peggio di una società in rovina. Ad un pubblico come quello italiano non si potrebbe certo riproporre Il Mulino del Po o l’Odissea in prima serata sui canali principali di Rai e Mediaset. Perché questa è una società che va ricostruita dalle fondamenta. Partendo da famiglia e scuola. Per approdare solo successivamente alla tv.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]«L’uomo ricco d’astuzie raccontami, o Musa, che a lungo errò dopo ch’ebbe distrutto la rocca sacra di Troia.» (Omero, Odissea)[/stextbox]
R.A.Q