C’è gente cattiva, nel mondo

BAMBOLE, NON C’È UNA LIRA… E IL MERCATO AUTO ITALIANO NON CRESCE PIÙ


C’è gente cattiva, nel mondo. Gente che non rispetta neppure il buonismo natalizio ed arriva con indagini e dati a smentire i racconti del governo della famiglia Meloni. Loro, i ministri e lady Garbatella, si presentano in tv a raccontare la favoletta tenera: tutto va bene, bambini e nonnini italiani, Giorgia veglia su di voi e vi fa diventare ogni giorno più ricchi, più felici, più americani. E mentre tutti sorridono felici, guardando il portafoglio vuoto, arriva Cattivik a rovinare il momento felice. Questa volta il cattivo di turno è Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.

Gian Primo Quagliano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che, proprio prima delle feste, ha presentato i risultati dell’indagine condotta tra i concessionari auto. E non sono particolarmente incoraggianti.

Nel 2024, secondo le previsioni, verranno infatti immatricolate in Italia 1.573.000, con un calo dello 0,2% sul 2023. Ovviamente la squadra del ministro Urso potrebbe ricordare che il 2023 si chiuderà con 1.576.000 consegna di auto nuove, in crescita del 19,7% sul 2022. Ma in calo – replicherebbe Cattivik – del 17,8% rispetto al 2019, cioè l’ultimo anno “normale”. Ma Quagliano ha infierito ulteriormente, spiegando che il risultato del 2023 è stato in larga misura sostenuto dalla ripresa a due cifre, iniziata nell’agosto 2022, innescata dal graduale smaltimento del consistente portafoglio ordini accumulato per effetto delle difficoltà di consegna di auto nuove, dovuto alla carenza di microchip e di altri componenti essenziali per la costruzione delle auto.

Cattivik

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo portafoglio – ha sottolineato – si è esaurito a fine 2023 e non è stato rimpinguato da nuovi ordini, per l’effetto fortemente negativo sulla domanda della forte crescita dei prezzi, che, secondo i dati disponibili, tra il 2019 e il 2022, è stata del 34% per continuare poi anche nel 2023. Per questa ragione è corretto prevedere per il 2024 un volume di immatricolazioni sostanzialmente analogo a quello del 2023 e, ciò nonostante, il previsto ritorno degli incentivi a partire dal 1° gennaio 2024.

Insomma, non ci sono più soldi per un rilancio del mercato auto italiano. E forse, spiegata così, la situazione potrebbe capirla persino il ministro Urso.

Andrea Marcigliano
Enrico Toselli

 

 

 

 

 

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