Il discorso di Putin, dopo la strage a Mosca, è stato definito… minaccioso…(Sic!)
BUFERA
No. Non è un nuovo richiamo alla canzonetta di Renato Rascel: sta arrivando il temporale, sta arrivando la bufera…
E questo, semplicemente, perché la bufera è già arrivata. È qui. E noi ci siamo nel bel mezzo.
Ben poco da fare per ripararsi… niente ombrelli protettivi. Solo… sperare che i fulmini cadano più lontano.
Il discorso di Putin, dopo la strage a Mosca, è stato definito… minaccioso.
E che vi aspettavate? Una letterina al Coniglietto Pasquale?
Io, però, non ho trovato tanto minacciose le parole dello Zar. Non quello che ha detto. Piuttosto il non detto. I silenzi.
Perché il Cremlino è, sostanzialmente, in silenzio. A parte le dichiarazioni, ormai usualmente feroci di Medvedev. Tace Lavrov. Ed è grave. Perché il capo della diplomazia russa è l’uomo della trattativa. Quello che ha sempre tenuto una finestra aperta. O, almeno, socchiusa.
Tacciono i vertici militari. Un silenzio, questo, gravido di tempesta. È il silenzio di chi si sta preparando. A scatenare l’inferno.
Voci insistenti, riportate da molte agenzie occidentali, parlano di un altro attentato in preparazione. A San Pietroburgo. Se avesse successo, sarebbe il punto di non ritorno.
Ed anche se sventato – come facilmente sarà – non garantisce certo la tranquillità.
L’orso russo è stato ferito nella sua tana. E si prepara ad agire.
Fonti credibili ci dicono che la NATO ha elevato l’allarme nelle prossime 24/48 ore. Ai livelli massimi.
Il Presidente serbo, Vucic ha dichiarato, pubblicamente, che dietro all’attentato di Mosca vi è una Grande Potenza. Non Washington ha aggiunto. Ed è facile comprendere a chi stia alludendo.
In Gran Bretagna sarebbe, forse, meglio che i Media, si occupassero di altro che della salute della famiglia Windsor.
A Mosca stanno riflettendo. Una tempesta perfetta su Kiev, Leopoli e il resto dell’Ucraina?
Un’operazione “chirurgica” contro i capi, i comandi, le basi NATO (segrete) ucraine? Cinicamente, sarebbe il minore dei mali.
Ma, certo, stanno già valutando i rischi impliciti di una reazione obbligata.
La dilatazione del fronte di guerra. Con quello che implica.
Una sola cosa è sicura. Non vi è più minaccia di tempesta.
La tempesta è qui. Sopra di noi.