Buffonate di regime quando il potere diventa farsa
BUFFONATE E REALTÀ
di Andrea Marcigliano
Una notizia lanciata, o meglio rilanciata dai media iraniani. Che viene, però da Kiev. Dove il governo di Zelensky si fa vanto di avere appoggiato i ribelli, ovvero, le milizie jihadiste, nella presa, di un paio di giorni fa, della città siriana di Aleppo.
Detta così, potrebbe quasi muovere al riso. Che l’Ucraina, in débâcle davanti all’avanzata russa, con quasi metà della popolazione fuggita all’estero, l’esercito in disfatta che regge solo per gli interventi americani e inglesi, possa permettersi di intervenire in Siria… beh, ammettetelo, sembra quasi una burla.
Eppure, la notizia va letta e osservata con attenzione. Perché ci dice molto sull’epoca che stiamo vivendo. Epoca molto interessante, certo. Ma così come intendono “interessante” i cinesi nei lori detti proverbiali. Quindi… estremamente pericolosa.
Ora, noi non possiamo escludere che Zelensky, o chi per lui, abbia inviato qualche reparto speciale in Siria. Ad appoggiare i jihadisti ribelli. Anche se, chiaramente, va esclusa anche la più remota possibilità che questo abbia inciso minimamente sulle sorti del conflitto.
E possiamo chiaramente pensare, e dire senza tema di smentita, che un tale invio rappresenta solo un, estremo e disperato, tentativo di sedersi dalla parte dei vincitori. Mentre in Ucraina, in casa propria, Zelensky ed i suoi sono ormai prossimi al disastro.
Anche perché appare chiaro come la Russia non si sia veramente impegnata in alcun modo nella difesa di Assad. Vuoi perché questi aveva, negli ultimi mesi, tenuto un atteggiamento ambiguo, cercando di trattare con americani ed europei. Vuoi, soprattutto, perché Putin deve aver ottenuto delle garanzie in cambio della Siria. E tra queste, in primo luogo, la promessa, o meglio l’impegno di Trump di abbandonare, appena insediato alla Casa Bianca, Zelensky e soci al loro destino. Lasciando mano libera ai russi in buona parte dell’Ucraina.
Tuttavia, come dicevo, questo, presunto, intervento ucraino in Siria riveste un notevole interesse. Perché, al di là delle vicende belliche vere e proprie, dimostra una cosa molto semplice. Come i conflitti oggi in corso vadano guardati nel loro insieme. Episodi di un’unica, grande, guerra.
Non vi è infatti una guerra in Ucraina, un’altra in Siria, una in Libano, una a Gaza. E non vi è una tensione crescente, prossima a scatenare un conflitto, in Georgia, un’altra in Moldova, una in Serbia o in Transnistria…
Tutte queste, ed anche altre, sono semplicemente, tasselli di un ben più vasto e complesso mosaico.
In sostanza questa è la forma che ha assunto l’attuale Guerra Mondiale. Una forma inedita, e, soprattutto, asimmetrica. Dove, a seconda dei diversi teatri, vediamo Potenze medie e piccole confrontarsi e/o intervenire, combattere e, talvolta, subire.
Ma dove, sempre e comunque, sono presenti i tre grandi attori. Ovvero le tre massime potenze mondiali. Quelle che si stanno contendendo il governo del mondo. Cina e Russia da una parte, Stati Uniti dall’altra. Naturalmente semplificando molto, forse troppo. Visto che interessi russi e cinesi certo coincidono in determinati teatri. Ma non ovunque. Ed anche di questo si dovrà tener conto.
È questo che ci dimostra il, disperato e risibile, tentativo di Zelensky di attribuirsi un qualche ruolo nel conflitto siriano.
In sostanza, una conferma.
La conferma che stiamo vivendo un’epoca davvero molto interessante. Una nuova Guerra Mondiale.
