Cade Soledar, una delle città più fortificate dell’Ucraina dopo Mariupol

CADE SOLEDAR: LA NARRAZIONE NATO IN DIFFICOLTÀ


La notizia della caduta di Soledar, una delle città più fortificate dell’Ucraina dopo Mariupol, trapela appena in occidente, dove viene spesso omessa e anzi negata. La conquista di questo centro con più di duecento chilometri di linee di fortificazione sotterranea disponibili grazie alle miniere di sale che una volta rendevano abbastanza florida tutta l’area è importante visto che fa parte del bastione di Artemovsk che ora comincia davvero a traballare. Inoltre, la città sotterranea era stipata di armi e di munizioni.  Gli ucraini davano molta importanza alla tenuta di Soledar tanto che voci che arrivano da Kiev dicono che sono stati bruciati 14 battaglioni pur di non dover arretrare sotto l’incalzare del gruppo Wagner e il martellamento di un’artiglieria che ha “aggiustato il tiro” contro i baluardi trincerati: d’altronde la conquista della città rende molto più difficile la situazione di Siversk, a nord di Soledar, e di Bakhmut, a sud di essa. Le truppe e i materiali che gli ucraini spostava su strada o su ferrovia ora devono fare percorsi molto più tortuosi e lunghi trovandosi in grande svantaggio rispetto a prima, tanto che saranno presto costretti ad allestire una terza linea di difesa più a ovest se non vogliono essere triturati nei vari “calderoni” che si sono formati. La situazione è realmente drammatica: la Cnn ha riportato un articolo in cui un soldato ucraino nell’area di Soledar dice che “il bilancio delle vittime è ora così alto che nessuno conta i morti”. Lo stesso Wall street journal nei giorni scorsi ha riconosciuto e – senza rinunciare alle  mitiche future offensive ucraine -,  che le tattiche russe sono lente, ma vincenti: “funzionari, soldati e analisti occidentali – e alcuni ucraini – temono sempre più che Kiev si sia lasciata risucchiare nella battaglia per Bakhmut alle condizioni russe, perdendo le forze di cui ha bisogno per una pianificata offensiva primaverile mentre si aggrappa ostinatamente a una città di limitate capacità strategiche. rilevanza”. E che dire di quell’idiota di Stoltengerg che proprio ieri diceva che le battaglie per Artemovsk e Soledar sono collegate al “momento chiave” del conflitto in Ucraina, ben sapendo che quest’ultima città stava ormai cadendo in mano ai russi.

Tutto questo nel suo complesso la dice molto lunga sulla situazione bellica reale: gli ucraini che hanno ormai perso la stragrande maggioranza delle truppe addestrate e ora si basano  su coscritti senza preparazione e oltretutto abbastanza avanti negli anni, oltre ovviamente che sulle truppe della Nato sotto false spoglie, lanciano molti inutili assalti a livello di compagnia  contro il tritacarne russo non perché questo serva a qualcosa sul piano militare, se non ritardare il più possibile l’avanza russa, ma con lo scopo principale di poter sorreggere la narrazione occidentale , di far scattare la foto gloriosa o il video eroico  che poi viene diffuso come se fosse una grande vittoria dell’alleanza atlantica. Quando la narrativa è il fulcro di una guerra si manda qualcuno a morire solo per poter fare un titolo. O per poter evitare di farlo come appunto nel caso di Soledar. In realtà la cosa più inquietante è proprio il tentativo dei media di nascondere questa sconfitta: sembra quasi che si sia ormai in pieno clima di propaganda di guerra, mentre la Nato non è ancora ufficialmente in guerra con la Russia. Quanto potrà andare avanti questa situazione? È pure vero che la strategia degli Usa è combattere fino all’ultimo ucraino per poter infliggere alla Russia quanti più danni possibili, ma non è detto che Putin stia al gioco: la recente ristrutturazione del comando russo con il generale Gerasimov, a capo di tutte le forze russe che operano in Ucraina con Surovikin suo vice fa pensare ad un ampliamento della scala degli eventi bellici e quindi a una possibile offensiva russa a sorpresa, in direzioni che non ci si aspetta, o comunque a un notevole aumento delle operazioni offensive. A quel punto la Nato non potrà più nicchiare e dovrà o accettare la confitta oppure entrare nel conflitto che si trasformerà ben presto in conflitto nucleare.

È abbastanza chiaro che i russi faranno di tutto perché l’Alleanza atlantica esca dal comodo limbo nel quale fa la guerra senza farla a tutto beneficio del complesso militare industriale statunitense. E quello sarà il momento della verità per gli scempi governi europei che ormai non hanno più vergogna così come gli analisti. Il  professor Leonardo Dini in un’intervista ad Atlantico raggiunge il vertice assoluto dell’ipocrisia: egli prevede che la Russia abbia buone probabilità di vincere una guerra aperta contro la Nato.

Redazione

 

 

 

 

 

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