”Senza un briciolo di dignità, senza un minimo di decenza
CALENDA SI VENDE PER TANTE POLTRONE.
“quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia”
Senza un briciolo di dignità, senza un minimo di decenza. Uno dei momenti di massimo squallore di “quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia” (Giorgio Gaber dixit). La vergognosa spartizione di collegi tra Letta e Calenda, con le acrobazie altrettante ignobili per garantire una poltrona a vinavil Di Maio, dimostra che anche a sinistra ha trionfato la logica esplicitata dal centrodestrista Guido Crosetto: noi politici candidiamo chi diavolo vogliamo e voi sudditi dovete votare senza protestare.
Certo non una logica nuova. Però, prima, si concedeva al gregge almeno il diritto al mugugno. Ora non più. Anche perché il gregge ha scoperto che, di fronte a queste porcate, si può tranquillamente andare al mare. Oppure, visto l’impoverimento generale provocato da Sua Mediocrità, si può andare al parco a giocare con i figli o a far pisciare il cane. Qualsiasi cosa, piuttosto di subire le imposizioni assurde di chi lotta per una poltrona.
Oddio, nel caso specifico è persino comprensibile la scelta di Calenda. Avrebbe potuto creare un nuovo centro, con la consapevolezza di conquistare pochi seggi in questa tornata elettorale ma puntando su una incapacità di governare da parte del centrodestra, con un rapido ritorno alle urne ed una crescita esponenziale del centro. Ma, poveruomo, deve accontentare gli appetiti famelici della banda che ha raccattato. Dunque, nessun progetto per l’avvenire ma tanti, maledetti e subito (collegi sicuri).
Tanto per chiarire che non si tratta di uno statista bensì di un banale accumulatore di poltrone. Sarà felice Renzi, che si ritrova solo al centro, con la prospettiva di racimolare gli elettori calendiani delusi per rimpolpare le sue scarne legioni.
Ma è ancor più patetica la conclusione della parabola di Giggino Di Vano. “Mai con il partito di Bibbiano”, aveva giurato. E, invece, non solo si è alleato con quel partito, ma per garantirsi la poltrona e lo stipendio è pronto a candidarsi anche a Bibbiano nelle liste del Pd.
Il tutto in nome della diga contro le destre sovranisti, populiste e putiniane. Pronti a tuonare contro un eventuale astensionismo di massa.
Pochi giorni or sono, a Baselga di Pinè, durante un concerto dedicato a Franco Battiato, la canzone Povera Patria è stata più volte interrotta dagli applausi per alcuni passaggi del testo:
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
….
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Piccoli segnali di un sentimento popolare. Con una convinzione che cresce: “Fate schifo!”
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