L’essenza del capitalismo è produzione di denaro per mezzo del denaro

Deni, Viktor, “La Società delle Nazioni: capitalisti di tutti i paesi, unitevi!” (1919).

CAPITALISMO FOSSILE E CAPITALISMO SUBDOLO

(PARTE PRIMA)


Il capitalismo è diviso. Ma sempre fino a un certo punto. Come disse un tassista newyorchese, intervistato sulle elezioni Bush-Clinton, sono due facce della stessa medaglia. Ogni tanto hanno delle divergenze sulla tattica da seguire, come capita anche ai generali di uno stesso esercito.

Vi ricordate? Ebbero opinioni diverse, per esempio, su come distruggere il socialismo cubano: i “cattivi” volevano affamare Cuba, anche se avrebbero preferito bombardarla ma qualcuno gli spiegò che, per il momento, era un desiderio irrealizzabile; i “buoni” volevano corromperla attraverso la visione e l’esempio dell’opulenza e del consumismo orgiastico euro-nord-americano.

Anche adesso la masnada globalcapitalista agisce su due fronti, apparentemente divergenti, riguardo al disastro climatico, che potrebbe tramutarsi in catastrofe irrimediabile entro pochi anni.

Una parte del capitalismo, che potremmo chiamare capitalismo fossile, ha negato per decenni il cambiamento climatico. Oggi, che negarlo è diventato impossibile, dato che stiamo di volta in volta arrostendo per la siccità e il calore o annegando perché tutta l’acqua evaporata in mesi di siccità si scarica in poche ore, oggi che i ghiacciai si sciolgono e vengono giù le montagne, il Mediterraneo d’estate ha temperature da brodo (1), la neve è un miraggio persino per le Alpi e in Norvegia a giugno c’erano 34 gradi (2), il capitalismo fossile s’ingegna e si arrabatta per farci credere che il riscaldamento del pianeta, della sua atmosfera nella quale riversiamo ogni giorno i gas di combustione di 14 miliardi e mezzo di litri di petrolio, un milione e mezzo di tonnellate di carbone, 60 milioni di barili di gas naturale, non dipenda dalle attività umane.

VIVA L’ANIDRIDE CARBONICA?

Dalla petrolchimica alle batterie: la metamorfosi Koch Industries

E allora vediamo chi sono i capitalisti fossili e che strumenti usano per rimbambirci.

I capitalisti fossili sono quelli dalle basi concrete e “storiche”: petrolio, gas, carbone, ma anche fertilizzanti chimici, cartiere, vetrerie, plastica… il che non impedisce loro di occuparsi anche di cibernetica e finanza, cioè di quelle cose astratte che oggi producono ricchezze concrete.

Questo sono per esempio le industrie Koch, uno dei colossi statunitensi che con le loro fondazioni finanziano la co2 Coalition. (3) E cos’è la co2 Coalition?

È il battaglione scientifico dell’esercito che ha dichiarato guerra alla consapevolezza e, giacché c’era, anche al buon senso, all’evidenza, alla ragionevolezza.

La storia del gatto Simon, che celebra la CO2

Sulle competenze scientifiche non c’è da discutere: sono quelle che permettono loro di trovare ed estrarre gas e petrolio con la maggiore efficienza e il minor costo possibile, o anche quelle necessarie per costruire centrali nucleari. Basta guardare le biografie dei fondatori e del direttore esecutivo per rendersene conto: geologi petroliferi, fisici nucleari, che però dirigono anche le aziende petrolifere e collaborano col governo USA. Diciamo pure che i capitalisti fossili corrispondono, per strategia, cultura e ideali, alle antiche tradizioni del West latifondista, consistenti nel far fuori gli avversari, senza perdere tempo e senza stare a pensarci, non appena si dimostrino avversari, o anche prima che si dimostrino avversari, o anche dopo che sono agonizzanti.

Ultimamente quel capitalismo ha perso qualche punto e adesso è in testa alla masnada un’altra versione del capitalismo: il capitalismo subdolo.

SALVARE LA CAPRA E I CAVOLI?

Il capitalismo subdolo, invece della tattica dello sfracello, della carica a testa bassa, del colpo di pistola alla nuca, essendo più moderno e raffinato e al passo con i tempi, usa metodi un po’ più orientaleggianti, tipo cavalcare la tigre. Di solito questo significa che, quando si presenta sulla scena un movimento o partito o governo deciso a creare difficoltà agli interessi del globalcapitalismo, gli atteggiamenti del capitalismo subdolo si susseguono in una prevedibile sequenza: primo, ignora e nascondi; secondo, quando è ormai impossibile ignorare e nascondere, attacca e diffama; terzo, se ancora insistono, blandisci e corrompi, cioè dividili e falli passare dalla tua parte.

Questo è stato il monotono schema del capitalismo subdolo di fronte, per esempio, al movimento contro la globalizzazione e ai Forum Sociali Mondiali; e lo stesso è accaduto per il movimento contro il cambiamento climatico, quando chiedeva una vera rivoluzione politica, sociale ed economica al fine di evitare la catastrofe. Per anni è stato nascosto e ignorato, poi dileggiato e diffamato, infine blandito e rimbesuito con la favola dell’energia verde e del green new deal.

La quale favola ha permesso al capitalismo globale come a quello de noantri, mafie comprese, di cavalcare disinvoltamente la tigre al galoppo sfrenato, ottenendo miliardi di soldi pubblici (cioè derubandoci) per realizzare la grande riconversione energetica, previa privatizzazione dell’energia, nel nostro paese, fatta passare come risolutrice del problema. Milioni di tonnellate di minerali, terre rare, metalli, plastica varia, e miliardi di tonnellate di combustibili fossili per realizzare pale eoliche giganti, giganteschi impianti di pannelli fotovoltaici, dighe, centrali a biomasse in cui bruciano ogni giorno intere foreste, e non dimentichiamoci il nucleare, che ogni volta emerge dall’oscurità come l’assassino in agguato. Più le batterie elettriche per le elettriche automobili, la cui elettricità continua a venire prodotta dai combustibili fossili. (blog 1)

Batterie auto elettriche- tutto quello che c’è da sapere

Un disastro ambientale e un consumo spropositato, veloce e inutile di combustibili fossili bruciati e donati al cielo, a quell’atmosfera terrestre già satura di gas serra, con pochi o forse nessun precedente nella storia infame della civiltà industrial-consumista. Il tutto però travestito da sforzo “verde”, atto a fermare il consumo dei combustibili fossili e l’aumento del riscaldamento dell’atmosfera, e quindi incensato e osannato dalla corte del re, cioè da politici, media e governanti, e persino da una parte, più o meno coinvolta, più o meno corrotta, più o meno rimbesuita, delle associazioni ambientaliste.

Tutti sembrano aver dimenticato che solo una diminuzione drastica dei consumi, cioè un cambiamento epocale e rivoluzionario, che coinvolga tutta la società, la politica, la cultura, la vita quotidiana, può salvare il pianeta e l’umanità, e la nostra umanità. Le quali ultime due, benché siano impersonate dagli stessi esseri viventi, non sono la stessa cosa. L’umanità siamo quei circa otto miliardi di bipedi che, in questo periodo progredito, sembrano aver perso del tutto o in parte l’orientamento e si aggirano qua e là freneticamente, senza meta e con scopi confusi e contraddittori, calpestando e distruggendo e calpestandosi e distruggendosi a vicenda. La nostra umanità è quella capacità di sentirci uguali e uniti, di provare affetto e compassione, di collaborare, gioire e soffrire assieme, avere impulsi di protezione e aiuto verso chi di aiuto ha bisogno, e di sentirci parte, una piccola, minuscola, microscopica ma luminosa parte, dell’universo e della vita, e quindi rispettarla in tutte le sue forme.

Che solo una vita sobria, priva di sprechi e di ostentazione, ricca di cultura e spiritualità, in una società egualitaria e solidale, possa essere la soluzione per l’ambiente e tutte le sue creature, umani compresi, anche gli ambientalisti sembrano averlo dimenticato. Una parte di essi sogna di salvare la capra e i cavoli con le cosiddette energie rinnovabili, e non sembra capire la differenza tra impianti di pale eoliche alte come grattacieli di sessanta piani con basamenti di 2500 tonnellate di calcestruzzo, di proprietà di compagnie private, e un piccolo impianto di pale eoliche alte dieci metri e di proprietà di un comune e dei suoi cittadini. Non sembra dunque fare differenza tra il profitto predatorio delle multinazionali e delle aziende che aspirano a diventarlo, e l’autosufficienza energetica-bene comune.

Perché il grande guaio di una buona parte dell’ambientalismo è il non aver capito che oggi il nemico principale dell’ambiente è il capitalismo e le società da esso modellate.

Ma le energie rinnovabili non esistono. Il sole e il vento si rinnovano sempre ma i pannelli solari e le pale eoliche si degradano sempre, e sempre consumano e inquinano per essere fatti e per essere smaltiti.

Non parliamo poi di dighe e centrali nucleari, di batterie elettriche caricate con l’elettricità di centrali a gas e a petrolio, almeno per ora, ma, se le auto elettriche diventassero un mezzo di trasporto di massa, l’energia nucleare diventerebbe indispensabile per creare tutta l’energia elettrica necessaria a farle funzionare. Almeno per qualche tempo. Il tempo che ci resterebbe prima della fine.

Invece di salvare la capra e i cavoli, con la favola oscura delle energie “verdi”, faremmo affondare direttamente la capra e i cavoli con la barca che li trasporta.

TANTO NON C’E’ PERICOLO

Il capitalismo fossile, invece, ci dà dentro a testa bassa per convincerci che tutto può e deve continuare come prima, tanto non c’è pericolo.

Per questo ha creato e continua a creare e finanziare gruppi di pressione mediatica e politica, di propaganda, confusione e disinformazione.

La capintesta del tentativo di stordimento cerebrale collettivo è la CO2 Coalition, ma non sottovalutiamo la dichiarazione di un certo numero di scienziati che, benché risalga al 2005, viene sfoderata come la spada di Artù dalla roccia della sua insulsaggine (falsi parametri, falsi dati).

La CO2 Coalition è una “fondazione educativa”, una non profit, una ONG che ha tanti soldi, e che vuole educarci ad amare l’anidride carbonica. Ma, nello stesso tempo, vuole convincerci che l’aumento delle temperature del pianeta non dipenda da quei 14 miliardi e rotti di litri di petrolio più tutto il resto, che bruciamo ogni giorno.

I suoi scienziati gaspetroliferi ci dicono che l’anidride carbonica fa bene alle piante e aumenta le rese agricole. Più ce n’è, di anidride carbonica, e meglio è.

Sarebbe come dire che, poiché la merda è un concime, e lo è tutta la sostanza organica decomposta, versare i liquami fognari, i rifiuti delle discariche e i cadaveri nei campi e nei fiumi sarebbe un vantaggio per noi e per i pesci.

Senza i gas serra la terra sarebbe un pianeta morto, e questo una volta ce lo insegnavano a scuola. Essi sono la nostra stufa e il nostro refrigeratore, ci proteggono dai raggi solari di giorno, trattengono il calore del sole di notte.

Però non ci farebbe bene se la stufa incendiasse la casa e poi, ogni tanto e più raramente, si spegnesse lasciandoci al gelo. Che è quello che sta succedendo con un aumento dei gas serra che solo dal 1990 è stato del 49%. (4)

Comunque, la CO2 Coalition se ne infischia del buon senso e della logica, tanto ha visto che scarseggiano tra gli umani più degli albini, e quindi continua con entusiasmo ad ammannire le sue castronate sedicenti “scientifiche”, promuove appelli scientifici di qua e di là dal mare, per lei i soldi ci sono, e quando ci sono i soldi trovi anche i tecnici, detti “scienziati”, del nucleare, del petrolio, del carbone, delle perforazioni sottomarine e, ultimi ma non meno importanti, delle complicità politiche.

SI FA PRESTO A DIRE SCIENZIATI!

Le vicende pandementi avrebbero dovuto insegnarci che non tutti gli scienziati sono attendibili.

Ci sono scienziati che studiano principalmente come far quattrini nel proprio campo scientifico e che quindi come campo sociale hanno scelto quello delle grandi aziende e del profitto ad ogni costo, e costi quel che costi. Agli altri, naturalmente.

Ci sono altri scienziati che, non avendo capito nulla dell’epoca in cui vivono, si ostinano a studiare per sete di conoscenza, amore del prossimo e della scienza, senso del dovere.

E adesso vediamo a che categoria appartengono gli scienziati dell’aumento dell’anidride carbonica è bello, e comunque non dipende da noi.

Cominciamo da quelli della CO2 Coalition, finanziata da varie fondazioni create da finanzieri e industriali americani miliardari e, tra gli altri, dalla Koch Foundation. (5)

Le industrie Koch sono il secondo più grande gruppo multinazional-capitalista USA. Possiedono aziende petrolifere, del gas, chimiche, minerarie, cartiere, di allevamento bestiame, di fertilizzanti chimici, prodotti sanitari, finanziarie e, perché no?, anche aziende per la cosiddetta “energia verde”. È sempre meglio tenere i piedi in due staffe, non si sa mai che sfugga proprio il cavallo vincente. (6) En passant, il gruppo Kock (2 blog) ha collezionato solo negli ultimi anni 150 cause per inquinamento-violazione delle leggi federali, impestando fiumi, laghi, terre, umani e viventi di ogni specie. (7)

Dunque, i miliardari globalcapitalisti statunitensi finanziano la CO2 Coalition di scienziati del tipo “scienza applicata”, e vediamo a cosa la applicano.

Cominciamo dai tre fondatori, due dei quali passati a miglior vita, o almeno lo speriamo per loro.

Roger Cohen, ex dirigente della Exxon (!!!!), ricercatore di tecniche per rendere più facile, efficiente e remunerativa l’estrazione del petrolio. (8)

William Happer, direttore del dipartimento USA dell’energia sotto George Bush con 3 miliardi da gestire per “ricerche su energia, nucleare, fusione nucleare, progetto genoma umano” e altre cosettine sempre da far rizzare i capelli in testa. (9)

Rodney W. Nichols, funzionario del governo USA per il Ministero degli Esteri; consulente della Casa Bianca, del dipartimento della difesa e dell’energia (!!!); consulente della GTE (compagnia telecomunicazioni), della Shell (petrolio e gas), della Gotham Orient LLC (banca d’investimenti). (10)

Se poi queste candide e scientifiche animucce non vi bastano per diffidare della coalizione “Viva l’anidride carbonica”, passiamo al pezzo unico, il direttore esecutivo della CO2 Coalition, Gregory Wrightstone, e qui lasciamo parlare lui, che non tralascia niente. Magari qualcosa tralasceremo noi, per non annoiarci. Tanto è la solita solfa.

Il Gregory Wrightstone, campione della lotta contro la consapevolezza umana e direttore esecutivo della coalizione amica dell’anidride carbonica e, soprattutto, di ciò che la produce in quantità, dice di sé: “35 anni di esperienza e successi come geologo esploratore” (s’intende esplorazioni per trovare petrolio), “consulente per lo sfruttamento di giacimenti non convenzionali”, traduco: frantumazione delle rocce bituminose. Ha lavorato per Mountaineer Keystone, azienda per lo sfruttamento delle rocce bituminose del bacino degli Appalachi; ha lavorato per Texas Keystone, azienda di estrazione del petrolio e del gas, per Gulf Keystone Petroleum, per Statoil Energy, per Eagle Resources Corporation, tutte aziende dello stesso settore e, com’è ovvio, insegna anche in due università, tanto per confermare che ormai lo scopo principale delle università è quello di addestrare le nuove leve della grande industria, ignorantizzandole sufficientemente perché siano i servi perfetti. (11)

Sonia Savioli

 

 

Continua

 

Note

 

«AUTO ELETTRICA, ATROCE BUFALA: PER FARCI TORNARE ALL’ETÀ DELLA PIETRA?»

(1)

 

 

 

 

 

All’interno dell’impero tossico dei fratelli Koch

(2)

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