La decenza, questa sconosciuta

CATENE AI DETENUTI? DEGRADANTI IN UNGHERIA

RIEDUCATIVE NEGLI USA. L’IPOCRISIA DEI SERVI DI WASHINGTON


La decenza, questa sconosciuta. La sinistra italiana insorge di fronte alla scena di una donna italiana condotta al processo in catene in un tribunale ungherese. “Degradante, umiliante” strillano i politici dell’opposizione. Ed i giornalisti fanno da cassa di risonanza. Immediatamente seguiti dai politici della maggioranza che, come sempre, non sono in grado di esprimere una propria idea autonoma. Tantomeno di confutare una notizia cavalcata dagli avversari e dai media.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli ungheresi sono cattivi, Orban è cattivissimo. Dunque, la condanna per Budapest è unanime. D’altronde la signora italiana – accusata di aver massacrato di botte, con altri suoi compagni, due ragazzi ungheresi – ha già detto di essere innocente, dunque non c’è motivo per fare un processo. In Italia capita solo nei film che venga condannato qualcuno che si dichiara innocente e che poi, dopo anni ed anni di galera, si scopra che era innocente davvero…

Ma se la decenza in Italia è sconosciuta, l’ipocrisia trionfa. Ed anche la cattiva coscienza. Perché l’indignazione generale per le immagini ungheresi ha fatto dimenticare le medesime immagini – trasmesse da TG, giornali e persino film privi di velleità d’inchiesta – relative alla giustizia nei civilissimi Stati Uniti. Dove non solo si vedono carcerati con catene ai polsi ed ai piedi, ma anche in rigorosa tuta arancione. E non conta nulla, se si parla di immagini degradanti, se si è in un processo o si è già stati condannati. O se, in catene, ci si avvia verso la condanna a morte (nei buoni Stati Uniti, non nella cattiva Ungheria). Naturalmente gli ipocriti si sono dimenticati di Guantanamo. Come si sono dimenticati di Ezra Pound rinchiuso in una gabbia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E si sono dimenticati di Chico Forti e delle promesse di riportarlo in Italia. O di Assange cancellato in un carcere inglese prima di essere sepolto in uno statunitense per aver svelato le porcate del padrone di Washington.

Tutto questo, per maggioranza ed oppofinzione, non esiste. Esiste solo la cattiva Ungheria. Perché il padrone statunitense è buono e se usa le catene lo fa per il bene di tutti noi. Perché una catena ungherese è degradante mentre una catena yankee è rieducativa. Anzi, i media italiani potrebbero proporre la mise arancione con catene per la prossima sfilata di moda. Una collezione firmata Joe Biden e promossa da una influencer globale come Ferragni. Per beneficenza, ça va sans dire…

Andrea Marcigliano
Augusto Grandi

 

 

 

 

 

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