”Non c’è ormai più limite alla sfacciataggine dei servizi segreti
C’È UNA BARCA IN MEZZO AL MAR… ECCO IL NORTH STREAM SHOW
Non c’è ormai più limite alla sfacciataggine dei servizi segreti, siano essi americani o britannici: tanto sanno che l’informazione è il loro acritico megafono e la gente si beve ormai qualsiasi cosa, anche la più stravagante. Per settimane hanno tentato di attribuire la colpa del sabotaggio del Nord Stream alla Russia che era la proprietaria della struttura, ma anche un popolo di idioti, dai e dai, comprende il non senso di una simile accusa: prima si dice che la Russia sarebbe stata colpita a morte dalle sanzioni contro la vendita del gas e del petrolio e poi si dice che Mosca avrebbe sabotato il suo gasdotto. Quando poi è uscita l’inchiesta di Seymour Hersh che attribuisce agli Usa questo attentato con una serie impressionante di particolari, si è tentato in tutti i modi di scavarle attorno una fossa di silenzio, e quando non è stato possibile arginate la notizia si è tentato di screditare l’inchiesta con argomenti ridicoli e speciosi mentre tuti i governi interessati se ne sono stati zitti. Adesso si è capito che per salvare l’inesistente onore degli Usa e tentare di cancellare il sospetto che essi siano i peggiori nemici dei loro alleati, non bastava negare o restarsene in silenzio, ma occorreva inventarsi una storia alternativa, una storia così semplice che potesse rimanere attaccata alle menti dell’acquario di pesci rossi che è diventato l’occidente.
Ed eccola bella calda di giornata, anche se completamente incredibile: l’attentato ai tubi del gasdotto è stato attuato da un gruppo di cittadini ucraini, salpato dalla Germania con un piccolo yacht a vela e sono andati vero verso i gasdotti dove sommozzatori speciali (sfuggiti evidentemente alla ossessiva sorveglianza Nato condotta con tutti i mezzi) hanno attaccato gli esplosivi ai tubi. La storia è assurda e del tutto irrealistica, ma non è un problema per i media occidentali che sono riusciti a convincere l’opinione pubblica che i passaporti degli attentatori dell’11 settembre erano stati trovati intatti tra le macerie subito dopo il crollo delle Twin Towers. e dopo che gli aerei erano diventati una palla di fuoco. Oltretutto questa narrazione è stata diffusa nello stesso giorno da media tedeschi e americani nonostante il fatto che si riferissero a fonti molto diverse e tutte top secret. Chi ha qualche idea del giornalismo capisce immediatamente che si tratta di coincidenze impossibili e che dietro c’è una campagna ben orchestrata. E inoltre perché se i servizi avevano queste informazioni non le hanno rivelate subito mentre hanno aspettato mesi per tirare fuori la storia della barchetta in mezzo al mare? Curioso anche che questa storia sia comparsa esattamente quattro giorni dopo la visita del cancelliere Scholz a Washington, svoltasi in un’aura di segretezza altro elemento che conferisce alla tempistica un ruolo chiave per comprendere cosa sta succedendo anche in relazione al fatto che da qualche settimana a partire dalla Rand corporation è cresciuta nell’informazione una timida, ma progressiva presa di distacco dalla guerra ucraina con l’implicito o esplicito suggerimento che è ora di arrivare a colloqui di pace. Gli Usa si sono accorti di non essere preparati a una guerra di lunga durata contro un avversario formidabile e nascondono questa dolorosa verità, con il pretesto che il vero nemico è la Cina, facendo focalizzare da un’altra parte l’attenzione.
Così hanno imbastito questa storia della barca con i sommozzatori ucraini che riesce a tappare tutti i buchi: solleva Scholz dall’accusa di non aver detto niente sul sabotaggio del North Stream specie dopo che questo è stato autorevolmente attribuito all’alleato americano, solleva gli Usa dalla vergona nella quale stanno precipitano e per aver colpito anche gli amici e infine danno all’Ucraina un’ultima clamorosa, ma falsa vittoria visto che ormai c’è ben poco da fare per fermare l’avanzata russa. Insomma, un tentativo di arrivare a un tavolo della pace senza perdere troppo la faccia e senza ammettere la sconfitta, almeno agli occhi dell’opinione pubblica che capisce sempre meno questa guerra. Bisogna vedere se il regime di Kiev accetterà di perdere la Crimea e il Donbass e di rimanere smilitarizzata che sono le presumibili richieste della Russia, ma nel caso facesse resistenza la storia della barca da grande vittoria in teoria spendibile sul tavolo della pace, potrebbe ben presto trasformarsi in atti di terrorismo internazionale facendo scattare una fuga dalla guerra e dalla consegna di armi che sarebbe fatale al regime di Zelensky.