La spiata era peggio del lancio di un aeroplanino di carta…
CHI FA LA SPIA NON È FIGLIO DI MARIA… MA QUESTA È LA
REPUBBLICA DEGLI INFAMI
di Augusto Grandi
“Chi fa la spia non è figlio di Maria.”. Iniziava così la filastrocca che le nonne di un tempo insegnavano ai nipotini per chiarire, sin dall’infanzia, che essere infami non era proprio una bella cosa. Ed anche alcuni maestri, quando affidavano ad uno scolaro il compito di scrivere sulla lavagna i nomi dei buoni e dei cattivi, si premuravano di redarguire lo scolaro se si ritrovavano con tanti nomi nella lista dei cattivi.
E allora è piuttosto fastidioso assistere al deprimente spettacolo dei giornalisti indignati perché una bambina di 12 anni ha accoltellato, superficialmente, un compagno di classe reo di aver fatto la spia raccontando che la bambina aveva copiato.
Va bene, forse ha leggermente esagerato. Però, a parte le politicamente corrette che sostengono che le differenze di genere non esistono, è evidente che una bambina ha difficoltà a fare a botte con un coetaneo maschio. Dunque, è inevitabile che ricorra a qualche aiuto materiale.
Il problema vero, però, è il cambiamento nella percezione di un atteggiamento odioso come la spiata. Prima con gli infami del terrorismo, poi con la delazione dei vicini di casa nel periodo degli arresti domiciliari di massa per il Covid. La rivalutazione di Giuda, il tradimento nei confronti delle nonne.
Fingendo di non capire che la vigliaccheria delle spie porta poi alla vigliaccheria del branco che assalta il più debole, che aggredisce le ragazze, che picchia le vecchiette. Nella totale indifferenza delle istituzioni che blaterano di comprensione, di percorsi per il recupero, di carceri minorili dove i detenuti possono aggredire liberamente i secondini mandati a processo se osano reagire.
E guai a criticare i magistrati che liberano i delinquenti appena arrestati. Che ignorano le conseguenze dello spaccio di droga. Che mostrano comprensione solo per gli aggressori e mai per le vittime.
Aggressori vigliacchi, che hanno capito di poter agire indisturbati. Rischiando poco o nulla. In una repubblica che premia gli infami, le spie. Che non si stupisce se una ragazzina di 13 anni ha un fidanzatino che porta regolarmente a casa. Ma che poi strilla sui media se una bambina punisce, a modo suo, un coetaneo che studia da ministro.
