Un quarto d’ora di tg3 dedicato a Ilaria Salis
CHIAMATA ALLE ARMI PER LA COMPAGNA ILARIA
LA DESTRA FLUIDA NON IMPARA MAI
Un quarto d’ora di tg3 dedicato a Ilaria Salis, l’attivista italiana accusata di aver massacrato a martellate dei ragazzi in Ungheria, colpevoli di avere idee politiche differenti. Il quarto d’ora iniziale. Perché non contano le guerre in Ucraina o in Palestina. Non contano i morti sul lavoro, la povertà delle famiglie, il malfunzionamento della sanità. No, conta solo la compagna Ilaria. E per questo scatta la chiamata alle armi: la gauche intello di ogni ordine e grado viene intervistata e rilascia dichiarazioni indignate.
Non una parola sulle vittime dell’aggressione, ça va sans dire. E soddisfazione perché la magistratura italiana non consegnerà ai barbari magiari un altro italiano accusato di aver partecipato all’aggressione. Nessun riferimento neanche ai prigionieri che, negli Stati Uniti, vengono trasportati in catene.
Non è neppure il caso di entrare nel merito della vicenda. Ma per la destra fluida di governo questa chiamata alle armi dovrebbe rappresentare una lezione sulla comunicazione. Tutti insieme – cantanti di terza fascia, autori da ricovero in Rsa, artisti che non lasceranno il segno, scrittori prescindibili – a sostegno della causa.
I neomeloniani, fosse toccato a loro, avrebbero scelto di tacere e di farsi massacrare mediaticamente. Oppure i soliti noti del circolo della Garbatella avrebbero scremato con cura gli eventuali intervistati, valutando la correttezza politica e la fedeltà alla linea. Oppure, se con qualche gettone di presenza a disposizione, avrebbero individuato gli avversari meno ostili per affidare a loro una difesa, una interpretazione.
Tanto c’è l’armocromata Elly. E sino a quando c’è lei, è inutile affannarsi, è inutile provare ad utilizzare l’intelligenza. A patto di trovarla, quando servirà.