Un’imponente Fortezza Bastiani simbolo di un’Europa assediata dalla propria paranoia
CHIUSI NELLA FORTEZZA BASTIANI/EUROPA, TERRORIZZATI DA ASIA E AMERICA
È L’ITALIA INTELLO
Augusto Grandi
Il pezzo analizza un clima di crescente paranoia e vulnerabilità percepita in Europa, esaminando i temi della narrazione, delle infiltrazioni e dei servizi segreti. Le recenti dichiarazioni di Roberto Vecchioni ed Ernesto Galli della Loggia sollevano interrogativi sull’equilibrio tra giustificata preoccupazione e mera ansia, mettendo in luce come queste posizioni, pur essendo influenzate dall’età e dall’esperienza, possano avere un impatto significativo nelle rispettive sfere politiche. L’opera sottolinea come queste esternazioni non siano solo manifestazioni personali, ma rispecchino una tendenza più ampia che coinvolge il dialogo pubblico e le dinamiche di potere in Europa.(f.d.b.)
Narrazione, infiltrazione, servizi segreti. Oppure, semplicemente, paranoia. Va bene l’età come giustificazione ma le ultime esternazioni di Roberto Vecchioni e di Ernesto Galli della Loggia diventano particolarmente preoccupanti non per il loro valore in sé bensì per il seguito che hanno nei rispettivi ambiti politici.
Vecchioni, per alzare il muro della Fortezza Bastiani, cancella non solo gli autori russi e russofoni, ma anche millenni di civiltà asiatica e decenni di letteratura nordamericana, oltre ovviamente a quella latinoamericana. Galli della Loggia sceglie invece la strada del complotto cinese per infiltrare la narrazione asiatica negli atenei italiani. Dunque, ha fatto bene Meloni ad uscire dalla Via della Seta. Mentre, evidentemente, bisogna eliminare le statue dedicate a Marco Polo, le intestazioni di scuole e aeroporto. Anzi, iniziamo a considerarlo un croato ante litteram, come vorrebbero a Zagabria dove preferiscono il grande veneziano al ben più piccolo romano.
Dunque, chiudiamo le porte alla grande cultura internazionale, a difesa di. A difesa di cosa? Il povero Vecchioni non si è accorto che la cultura europea, grazie anche a lui, è precipitata da Omero a Tony Effe? Da Leopardi a Littizzetto, da Shakespeare a Fabio Volo? Forse la Fortezza Europa andrebbe ricostruita con altri mattoni, con altri blocchi di pietra. Diversi da Saviano e Ariete. Adesso il vecchio cantautore sostiene di essersi spiegato male, di avercela solo con Musk e Trump, di non essere stato capito. E non è poco per uno che è vissuto sempre di parole.
Ancora più grave, e senza ritrattazioni, la teoria del complotto di Galli della Loggia. Unico al mondo a credere che la cospirazione di Xi Jinping stia destabilizzando le università italiane. Che, da decenni, si stanno destabilizzando da sole, senza bisogno di corruttori in arrivo da Pechino. Se gli atenei italiani sono in fondo alle classifiche internazionali, non è colpa delle infiltrazioni asiatiche, ma della scarsa qualità dei docenti, degli investimenti inadeguati, dei ricercatori sottopagati, delle carriere indecenti a forza di raccomandazioni e amichettismi vari, anche politici.
E se la narrazione che spaventa Galli è quella favorevole alla Cina, non è per qualche strano complotto. Bensì, semplicemente, per l’incapacità della cultura e dell’economia italiana di essere protagoniste a livello mondiale.
