”questo governo che dimostra tanta attitudine a soddisfare le voglie delle minoranze…
CI MANCA LA GUIDA SPIRITUALE ISLAMICA
Magari questo governo, che dimostra tanta attitudine a soddisfare le voglie delle minoranze – dagli insegnanti transgender ai cessi indifferenziati alle identità mutevoli fino alla rimozione delle statue di Giulio Cesare – potrebbe assumere come consulente spirituale per l’immigrazione Yassine Lafram, presidente delle Unione delle Comunità Islamiche in Italia.
Già me lo vedo l’esperto in taqiyya, con il ditino indice alzato, censurare il comportamento delle donne italiane, scollate e profumate, rivendicare i diritti religiosi ad indossare il niqab e magari difendere i matrimoni delle spose-bambine con annesse manovre genitali, pretendere il rispetto della propria cultura e delle proprie tradizioni.
Come ho già scritto e detto, in Olanda, in Gran Bretagna, in Belgio e in altri paesi europei questi diritti sono stati riconosciuti e le conseguenze devastanti sono documentate dagli eventi francesi.
Intanto, visto che il fenomeno integralista citato, minaccia “battaglia legale per qualsiasi provvedimento che verrà emesso, perché sarebbe incostituzionale”, è bene ricordare che esistono delle norme di Pubblica Sicurezza che proibiscono ogni forma di travisamento, quale – ad esempio – il niqab, sempre più diffuso a Monfalcone. Tanto per essere chiari sulla sua pretesa di rispetto a senso unico e sulla sua arroganza da indottrinante a tempo pieno.
Poi, a riguardo del bagno vestite, che ritengo un argomento fuorviante rispetto ad altri atteggiamenti politico-religiosi molto più gravi, trovo una cosa imbarazzante per le donne, ridicola per gli astanti e di pessimo messaggio per le anime belle dell’integrazione.
Ancora, sulla libertà di decisione delle donne, ritengo la precisazione del tale Lafram alquanto grottesca e stravagante. La scelta sportiva delle bionde nordiche di indossare la muta subacquea è ben diversa dall’imposizione religiosa prevista dalle guide religiose. Quale libertà di scelta quando – come sottolinea il poeta siro-libanese Adonis – la donna “deve comportarsi agli occhi dell’uomo come un essere che non pensa”? Quando “la religione rafforza il senso di schiavitù” tanto che il declamato burqa, che i fondamentalisti indicano come la copertura del corpo femminile dallo sguardo bestiale dell’uomo, “significa ‘pecora’ o ‘animale strisciante’ o ‘bestia da soma’”? Quando – vale per l’uomo e per la donna – ha valore un discorso se “non si accetta il dialogo con chi è diverso [perché] l’individuo deve restare all’interno del cerchio disegnato dei precetti”, ad esclusione della pratica di accondiscendenza e di remissività come tattica politico-religiosa, la taqiyya già menzionata.
Il presidente dell’UCOII alza la voce, minaccia e ironizza solo perché il mio Paese lo consente. Se le nostre donne andassero nelle sue spiagge in bichini e sorseggiando un mojito, pagherebbero molto cara la mancanza di decoro secondo la concezione islamista. Questo bisognerebbe dirlo anche a Claudio Kovatsch, sindaco di Grado, che forse qualche studio un po’ approfondito sul fenomeno in questione dovrebbe farlo, prima di parlare a caso con due zeta.