”In questo articolo vi presentiamo in qualche riga i più famosi intrecci tra cibo e sesso in letteratura
CIBO E SESSO IN LETTERATURA: DALLA TAVOLA AL LETTO
4 RICETTE TRATTE DA CELEBRI ROMANZI
Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé(L.C.) scrisse una grande verità: «non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è cenato bene». E se questa è una realtà che si adatta perfettamente alla vita di tutti i giorni, non c’è da stupirsi se, anche nella letteratura, ritroviamo lo stesso concetto. Quante volte abbiamo incontrato i nostri personaggi preferiti gustarsi un pantagruelico banchetto, o gustarsi un tè in piena regola? Quante volte avremmo voluto unirci a loro, inzuppando madeleine o gustando lokum serviti in una «grande scatola rotonda, legata con un nastro di seta verde»? Ma al di là della semplice golosità, è innegabile quanto una descrizione di una pietanza, sia dolce o salata a seconda dei gusti, possa stuzzicare la nostra fantasia, anche su un piano erotico. Cibo e sesso sono da sempre connessi, basti pensare ai menù afrodisiaci che consultiamo per preparare una cena romantica o alle semplici associazioni mentali che siamo portati a fare come ad esempio “pelle liscia come una pesca”, “ti mangerei con gli occhi” o aggettivi come insaziabile che ha un doppio significato molto esplicito.
In questo articolo vi presentiamo in qualche riga i più famosi intrecci tra cibo e sesso in letteratura e, perché no?, anche la ricetta di piatti che ci hanno fatto venire l’acquolina in bocca durante le nostre letture e che ci fanno capire quanto il cibo sia fondamentale per far scoccare la scintilla.

Cibo e sesso in letteratura: gli intrecci più famosi
Torta di ciliegie in «Lolita» di Vladimir Nabokov
Il nostro viaggio alla scoperta del rapporto tra cibo e sesso in letteratura non poteva che partire da qui. Lolita, la ninfetta più famosa della letteratura, è golosa come tutte le ragazzine. Chewingum, lecca lecca, caramelle che mastica in continuazione durante i suoi viaggi con il suo amante-aguzzino. Quell’amante che «scoppiava di mal d’amore» mentre osservava «la ragazza del bar, svogliata e pallida, che riempiva il bicchiere di ghiaccio, ci aggiungeva la coca-cola, poi lo sciroppo di ciliegia» e lo serviva alla sua Lo, poco dopo che la piccola ninfetta aveva segretamente organizzato la propria fuga. Ma all’inizio, durante il loro primo viaggio, nel ristorante dell’hotel, la golosità di Lolita ci viene mostrata sotto forma di
seguita da delle pillole di sonnifero che Humbert le dà con l’inganno…
Voglia di Cherry Pie? Ecco la ricetta.

Pasticcini al limone ne «Il Grande Gatsby» di Francis Scott Fitzgerald
Un incontro atteso da ben cinque anni quello fra il misterioso Gatsby e l’amata Daisy, ignara di tutta la cura e l’attenzione che il gentiluomo ha dedicato per quella fatidica ora del tè. Dopo tutti quegli anni, l’incontro falsamente casuale organizzato da Gatsby a casa dell’amico Tom rappresenta un momento di grande emozione per il protagonista e l’ansia che prova è palpabile ad ogni riga, non per niente «era pallido e con i segni scuri dell’insonnia sotto gli occhi».

Quella che ci viene descritta è una cerimonia del tè entrata nel nostro immaginario. Dalla scelta dei fiori, «alle due arrivò una serra intera da parte di Gatsby, con tanto di innumerevoli contenitori dove sistemarla», alla domanda fatidica rivolta a Tom:
Sarà la «benvenuta confusione di tazze e dolcetti» ad alleggerire la tensione del loro primo incontro.
Voglia di cupcake al limone? Ecco la ricetta.

Crema di cocco in «Gabriella garofano e cannella» di Jorge Amado
Se parliamo di cibo e sesso in letteratura, non possiamo non pensare a Gabriella garofano e cannella di Jorge Amado. Di una bellezza sconvolgente, la Gabriella di Amado compendia in sé i tratti dell’eros sovversivo. Aliena da convenzioni, giunta a Ilhéus in cerca di fortuna, emana un’aura deliquescente votata al principio di piacere: non chiede infatti esclusività né acconsente al possesso.
Nacib ne resta incantato, decide di assumerla come cuoca e la rende ben presto, «la regina della sua casa». Per Gabriella l’amore è tante cose: sesso senza legami, un ballo a piedi nudi, un canto leggero contro la malinconia. E poi la cucina, arte indiscussa del godimento. Lo mostra bene il passo seguente, in cui Nacib e la donna risultano avvinti da un gioco di seduzione:
Voglia di crema di latte di cocco? Ecco la ricetta.

Torta di pesche in «Lettere a Marina» di Dacia Maraini
Un posto d’onore nella nostra disamina dell’intreccio tra cibo e sesso in letteratura va a Lettere a Marina di Dacia Maraini. Intrisa di riferimenti alla sfera alimentare, l’opera di Maraini presenta una critica al patriarcato intimamente legata alla costruzione del soggetto, laddove il rapporto donna-donna si pone come scandaglio di una società in mutamento. La storia tra Bianca e Marina è perno e motore di riflessioni articolate, condotte ora lungo i binari del sesso, ora nell’evocazione di un’arcaica femminilità.
Il ricorso alla metafora alimentare costituisce, in tal senso, lo specifico del romanzo; oltre a farsi occasione di convivialità e comprensione, il cibo diviene emblema dell’oggettivazione della donna (l’atto maschile di sbranare la “preda”) nonché – d’altra parte – strumento di costruzione di una diversa identità. Se l’amore tra le due donne è spesso descritto in termini fagici, la riscoperta del piacere si accompagna, necessariamente, all’atto di cucinare e mangiare. È una vera riappropriazione, un’azione dettata dal piacere sensuale:
Voglia di torta di pesche? Ecco la ricetta.


Fonte: RfammentiRivista del 4 febbraio 2021
Libri Citati
- Una stanza tutta per sé
- Virginia Woolf
- Curatore: Egle Costantino
- Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
- Collana: Grandi classici
- Anno edizione: 2013
- Formato: Tascabile
- In commercio dal: 20 novembre 2013
- Pagine: 224 p., Brossura
- EAN: 9788817067980. Acquista € 9,50
Descrizione
Scritto tra il 1928 e il 1929 in seguito a una serie di conferenze sul tema “donne e romanzo”, questo testo costituisce uno dei più eloquenti trattati femministi del Novecento: partendo da un tema apparentemente secondario e cioè che una donna, per scrivere, debba avere del denaro e “una stanza tutta per sé”, Virginia Woolf porta alla luce le restrizioni imposte nel corso dei secoli alla creatività femminile dalla società, dalle leggi e dalle convenzioni. Attraverso riflessioni arricchite da sentimenti e storie personali, la Woolf dà vita a una forma ibrida tra saggio e racconto che come descritto nella chiara introduzione di Egle Costantino – le permette di universalizzare le esperienze narrate in un testo lucido e stimolante, divenuto un punto di riferimento imprescindibile per approfondire e comprendere la questione femminile.