”Una delle narrazioni più patetiche che girano nelle ultime settimane...
CINA E NIGER PER DISTRARRE DALL’UCRAINA
Una delle narrazioni più patetiche che girano nelle ultime settimane, anzi negli ultimi mesi è che gli Usa vogliono lasciare perdere l’Ucraina per concentrarsi sulla Cina e sulla vicenda di Taiwan: tradotto dall’anglo americanese ciò vuol dire abbiamo perso la guerra ucraina, ma non possiamo farlo vedere al mondo e così adesso digrigniamo i denti contro il vero nemico ovvero la Cina. Tutto questo pur avendo l’apparenza della logica non sta proprio in piedi ed è frutto di quelle fantasie malate che ormai attraversano l’occidente. Semplicemente gli Usa non possono permettersi si fare la guerra alla Cina e men che meno trasformando Taiwan in una sorta di Ucraina dell’estremo oriente.
Le ragioni di questo sono ovvie: innanzitutto la mediocre prestazione delle armi americane richiederebbe una profonda revisione di tutta la struttura degli armamenti prima di poter affrontare un nemico del genere, il che richiederebbe anni e richiederebbe anche di riportare al tavolo da disegno decine di migliaia di persone che non ci sono più; in secondo luogo il 4o per cento dei sistemi d’arma americani (soprattutto l’elettronica ) proviene dalla Cina e ancora una volta sostituire le importazioni con produzioni locali – ammesso che sia davvero possibile – è un’opera che richiede anni. Inoltre, la flotta cinese è più ampia di quella americana e dispone di missili ipersonici che gli Usa ancora non hanno, tutte cose che sconsigliano – come avverte il Pentagono – di entrare in un vero conflitto. Per giunta l’aggressività americana ha prodotto un vasto piano di riarmo di Pechino il cui obiettivo è la parità nucleare con Washington.
Infine, i taiwanesi non hanno alcuna intenzione di fare la guerra al contrario di quanto l’informazione occidentale vorrebbe fare intendere. Innanzitutto, la Cina è di gran lunga il maggiore partner commerciale di Taiwan il che rende piuttosto impervia l’idea di riaprire le ostilità tipo anni ’50: gli Usa possono riempire l’isola di armi, comprese quelle anti missile e antiaeree che si sa già grazie al conflitto ucraino come neutralizzate, senza che gli abitanti dell’isola dimostrino la minima intenzione di guerreggiare. Per giunta il partito “amerikano” è stato vistosamente sconfitto nelle elezioni locali dell’anno scorso e alle politiche che si terranno nel gennaio prossimo è assai probabile che il potere vada il Kuomintang, il Partito Nazionalista su posizioni concilianti con la Cina,
Dunque, tutto questo rullare di tamburi sembra proprio un tentativo di distrarre dalla catastrofe ucraina così come lo sono l’invio da parte di Washington di 3000 uomini in Medio Oriente o la vicenda del Niger che viene riferita alla fine di luglio, ma che in realtà si è sviluppata già alla fine dell’aprile scorso – come fa intendere il Facebook della Cia almeno fino a due sere fa – senza che ciò venisse riferito dai media e per sicurezza riporto l’immagine del testo
Insomma, parrebbe che i riflettori su questa vicenda si siano accesi proprio nel momento in cui si voleva che il buio scendesse da un’altra parte. Tuttavia, qualunque notizia serva a fare fuochi artificiali della geopolitica la sconfitta in Ucraina rimane ed è acuita sia dalla crisi economica sistemica in cui si sta avvitando l’Europa, sia dalla notizia data dell’FMI di un’economia in forte crescita per la Russia. Probabilmente si vuole arrivare al redde rationem per Zelensky quando l’attenzione sarà focalizzata altrove.