”Dunque… è morto Gorbachev
COCCODRILLI
Dunque… è morto Gorbachev. E subito sono saltati fuori da stagni e fossi i… coccodrilli. Che erano, chiaramente, pronti da tempo in tutte le redazioni. Perché, anche se si fa un gran parlare di triste sorpresa, che muoia uno di 91 anni – vecchio come il cucco, per usare una espressione di Guareschi riferita alla dipartita di Stalin – che razza di sorpresa può mai essere?
Così come è assurdo, e clamoroso esempio di ipocrisia, che tanti parlino di gravissima perdita per gli ideali democratici, liberali ecc…
Perché, detto con un certo cinismo, un uomo di quella età aveva già dato tutto, nel bene e nel male. Soprattutto un uomo politico, fuori gioco da diverso tempo. Insomma, mica stiamo parlando di un George Bernard Shaw, o, meglio ancora, di un Ernst Jünger, che a novanta e passa è ancora capace di scrivere un romanzo inquietante come “Un incontro pericoloso”, o saggi folgoranti come “La forbice”.
Il buon Gorbachev il suo lo aveva fatto. Da tempo. Quindi…pace all’anima sua. Una prece, se siete credenti. E lasciamo il giudizio agli storici…
Già…ma che giudizio? Perché, vedete, che il nostro sia passato alla Storia è cosa indiscutibile. Ma come valutare il suo ruolo, la sua azione…beh, tutt’altro paio di maniche. E proprio i coccodrilli che si affollano in queste ore stanno lì a dimostrarlo.
Elogiativi. Anzi esaltanti. Ma solo quelli scritti qui da noi. Ovvero in Occidente. Europa e Stati Uniti. Che erano, va ricordato, gli antagonisti, se vogliamo i nemici dell’Unione Sovietica. Della quale Gorbachev è stato, in quanto segretario generale del PCUS, l’ultimo leader. E, di fatto, il liquidatore.
Da parte russa, invece, la notizia è stata data in modo molto più sobrio. Niente elogi e peana. Piuttosto critiche. Più o meno velate. A volte feroci.
Questo non vi dà da pensare?
Se qualcuno piace tanto ai suoi nemici, e dispiace ai suoi, qualcosa che non va, nella sua storia, deve esserci per forza.
Gorbachev non è stato un grande statista. E non era certo un convinto democratico. Anche se, a posteriori, ha cercato di rifarsi una qualche verginità. Era, a tutti gli effetti, un membro della oligarchia sovietica. Il più giovane in una élite di dinosauri che opprimeva il paese e viveva nel privilegio. E siccome da Breznev in poi questi morivano come le mosche, ed era necessario dare un po’ di continuità alla suprema carica, si trovò improvvisamente proiettato al vertice. Al di là dei suoi meriti. E, soprattutto, delle sue effettive capacità. Che si rivelarono ben poche.
Certo, la situazione dell’URSS era, ormai, profondamente deteriorata. E lui cercò di salvare il salvabile. Glasnost, perestrojka… Formule affascinanti, con ben poco contenuto. Facevano molta impressione ad Occidente. Ma nell’impero dei Soviet equivalsero solo ad un rompete le righe. Al segnale di una debolezza ormai irrimediabile. E l’URSS andò in pezzi.
Gorbachev tentò di trattare con gli americani. Questi gli elargirono sorrisi e lusinghieri complimenti. E cominciarono ad applicare la politica del carciofo. Una foglia alla volta, hanno spogliato la Russia di tutti i suoi satelliti. E poi hanno cominciato con gli stessi Stati dell’Unione. Le radici della guerra in Ucraina vanno cercate allora. Nella strategia statunitense. E nell’inettitudine del vertice sovietico. Ovvero di Gorbachev.
Che ha ricevuto in premio il Nobel per la Pace. Il Nobel più squalificato e ridicolo. Visto chi, negli anni, se lo è visto attribuire.
Per Gorbachev è suonato come una sorta di contentino. Avevano già deciso di sostituirlo con Boris Eltsin. Andava ancora meglio per gli interessi occidentali. E in Russia la gente cominciò a morire di freddo e fame. Anche per le vie di Mosca e Pietroburgo. Mai successo prima. Neppure con la peggiore tirannide stalinista.
Gorbachev è stato il leader, l’ultimo, di una Grande Potenza in decisa crisi. Non è riuscito a rimediare la situazione. Anzi, ha aperto la strada ad un terribile tracollo.
Il meglio che si può dire, oggi, è che ha, completamente, fallito. Un perdente di successo.
Questo, a mio modesto parere, l’unico coccodrillo che si possa tirare fuori. Senza essere ipocriti.
Riposi in pace.
Obama a Oslo premiato con il Nobel per Pace 2009