Quanto sono lontani i tempi di Silvio Berlusconi…
COM’È TRISTE IL RISTORANTE, SENZA VINO E SENZA SOLDI
Quanto sono lontani i tempi di Silvio Berlusconi, quando il leader di Forza Italia assicurava che la crisi, in Italia, non esisteva poiché i ristoranti erano pieni. Anche adesso è spesso difficile trovare un tavolo libero – ma i dati evidenziano una riduzione del numero totale dei locali – ma ciò che è radicalmente cambiata è l’aria che si respira nei ristoranti dove i clienti non sono i super ricchi o chi finge di esserlo.
Sarà, forse, che i prezzi proibitivi del vino ne hanno drasticamente ridotto il consumo. Prima, nelle pause pranzo fuori casa, si è passati al “vino sfuso della casa”. Poi, considerando la non sempre eccelsa qualità ed il prezzo comunque rilevante, ci si è rassegnati a bere acqua. Aggiungendo tristezza alla tristezza. Diventa sempre più raro imbattersi in tavolate di lavoratori che ridono, scherzano, si godono il pranzo in compagnia dei colleghi prima di tornare al lavoro.
Il cibo era gioia, ora è solo un indispensabile fornitore di calorie per essere efficienti in fabbrica, in ufficio, in negozio. Ovviamente va benissimo così per chi ritiene che un dipendente possa tranquillamente essere sostituito da un robot. Ma, al di là degli aspetti sociali, ciò che non si vuole comprendere è che la resa di un lavoratore depresso, infelice, è nettamente inferiore a quella di chi affronta le sue mansioni con gioia, con entusiasmo.
Gli imprenditori italiani, però, sottovalutano troppo spesso questi aspetti meramente umani. Il coinvolgimento di intelligenze è un valore fondamentale in assoluto, ma non per chi basa la qualità del lavoro sul numero delle ore di straordinario.
