Anche una semplice foto trovata su Google può diventare un rischio legale. Ecco cosa prevede la legge e come tutelarsi e perché è ora di cambiare il sistema.

COPYRIGHT: UNA LEGGE DA AGGIORNARE. QUANDO ANCHE

CHI VUOLE PAGARE RISCHIA LA VIOLAZIONE

Dalla norma alla realtà digitale: usare una foto può trasformarsi in un incubo legale. Serve trasparenza, non trappole

Redazione Inchiostronero

In un mondo in cui ogni giorno pubblichiamo e condividiamo contenuti online, la legge sul copyright si rivela spesso una trappola più che una tutela. Anche chi vuole rispettare le regole può ritrovarsi a ricevere richieste di risarcimento per l’uso inconsapevole di una foto trovata su Google o condivisa su Facebook. Questo articolo analizza le lacune dell’attuale normativa, le difficoltà burocratiche che affrontano sia gli utenti che gli autori, e propone un modello più trasparente e moderno per la gestione del diritto d’autore digitale. Con esempi pratici, sentenze reali e consigli legali, una guida indispensabile per chi pubblica — e per chi crea.


🏛️ Di cosa parla la legge sul copyright?

Il diritto d’autore, in Italia, è regolato dalla Legge n. 633 del 22 aprile 1941, un testo storico aggiornato nel tempo, ma concepito per un mondo pre-digitale. Secondo questa normativa, l’autore detiene il diritto esclusivo di usare economicamente la sua opera, di autorizzarne la riproduzione, distribuzione, comunicazione e modifica.

Chi utilizza un’opera (testo, musica, fotografia, ecc.) senza autorizzazione commette una violazione. Anche senza scopo di lucro. Le sanzioni vanno dal risarcimento economico alla denuncia penale nei casi più gravi.

🌐 Una giungla burocratica

Nella pratica, soprattutto online, trovare l’autore di una foto o di un contenuto è spesso impossibile. Le immagini circolano sui social, vengono indicizzate su Google, ricaricate su blog e piattaforme, spesso senza crediti o licenza. Anche quando un utente vorrebbe pagare per usare legalmente l’opera, non sa a chi rivolgersi.

La legge presume che chi pubblica sia consapevole della licenza, ma non offre alcuno strumento per verificarla facilmente.

📸 Il caso Getty Images e la proposta di un database pubblico

Un esempio virtuoso è Getty Images: l’utente può cercare, scegliere, pagare e usare legalmente una fotografia. Ma si tratta di una realtà commerciale che non rappresenta l’enorme mondo della creatività indipendente.

Ecco perché molti auspicano la creazione di un registro pubblico, accessibile, dove gli autori possano caricare le loro opere e indicarne chiaramente le condizioni d’uso. Un sistema simile ridurrebbe incomprensioni, contenziosi e soprattutto… diffide.

La domanda al legislatore

“Signor Deputato, se un cittadino vuole usare un’opera in modo lecito ma non riesce a rintracciare l’autore, cosa deve fare? Non sarebbe il caso di istituire un registro unico, gratuito e consultabile, per tutelare sia chi crea sia chi vuole usare opere nel rispetto della legge?”

📚 Approfondimento legale – Cosa dice la legge e cosa dice la giurisprudenza italiana

Pubblicare una foto su Facebook, Google o Instagram non toglie i diritti all’autore. La legge italiana tutela l’opera fin dal momento della sua creazione (art. 6 L. 633/1941). L’uso non autorizzato costituisce violazione, anche se:

  • non c’è lucro,
  • è stata rimossa subito,
  • si è agito in buona fede.

Sentenze rilevanti:

  • Cassazione Civile, Sent. n. 7708/2019: conferma che il danno è “presunto” anche senza profitto.
  • Tribunale di Roma, Sent. n. 11356/2015: condanna per foto usata su sito, anche con successiva rimozione.

Anche clausole tipo:

“Alcune immagini sono considerate di pubblico dominio. Se c’è un problema, contattateci e rimuoveremo.”

non hanno valore giuridico. L’unico modo per essere protetti è verificare prima le licenze o usare opere realmente libere da diritti.

🧭 Box pratico – Come difendersi legalmente in caso di diffida

Ecco una guida passo passo in caso tu riceva una comunicazione legale per l’uso non autorizzato di un’immagine:

1. Non ignorare la richiesta

La tentazione è grande, ma ignorare può peggiorare la situazione. Molti studi legali insistono e, in alcuni casi, procedono legalmente.

2. Verifica l’effettiva titolarità dei diritti

Chiedi allo studio che ti contatta di fornire prova concreta che il loro assistito è effettivamente il titolare dei diritti sull’immagine.

3. Controlla i fatti

  • Hai davvero usato quella foto?
  • In che periodo?
  • L’uso era commerciale?
  • È stata rimossa subito?

4. Proponi un accordo bonario

Mostrarsi collaborativi può portare a uno sconto della somma richiesta. Molti studi accettano una cifra ridotta pur di chiudere il caso in tempi brevi.

5. Valuta l’assistenza legale se la cifra è alta

Se la somma richiesta è molto elevata (oltre i 1.000 €), contatta un legale. Attenzione: valuta che la parcella dell’avvocato non superi la cifra che cerchi di evitare.

6. Rimuovi immediatamente l’opera

Serve a dimostrare buona fede, anche se non ti solleva dal dover pagare.

🎙️ Intervista (fittizia) a un avvocato esperto in diritto d’autore

Giornalista: Avvocato, un lettore del nostro blog ha ricevuto una richiesta economica per aver usato una foto su un sito personale. Dice di non sapere fosse protetta. Può difendersi?

Avv. Marta Bianchi (Studio Legale Diritti Digitali): L’ignoranza purtroppo non è una scusa valida. La legge presume che ogni autore conservi i diritti sull’opera, a meno che non sia indicato il contrario. Anche i siti non commerciali devono verificare le licenze.

Giornalista: Se rimuove subito la foto, è salvo?

Avv. Bianchi: No. La rimozione può essere un segnale di buona fede, ma la violazione si è già consumata. In sede civile, può comunque essere condannato a risarcire i danni.

Giornalista: Cosa può fare chi riceve una diffida?

Avv. Bianchi: Innanzitutto, non ignorarla. Chiedere prova dei diritti è legittimo. Spesso si riesce a trovare un accordo, ma se si trascura la cosa, si può arrivare a un decreto ingiuntivo o a un processo civile.

Giornalista: Esistono strumenti per evitare tutto questo?

Avv. Bianchi: Esistono, ma non sono ancora abbastanza diffusi. Sarebbe auspicabile un registro pubblico centralizzato dove gli autori possano caricare le loro opere e specificare le condizioni d’uso. Sarebbe una tutela per tutti: creatori e utenti.

📸 Esempi pratici: quando l’utente vorrebbe pagare, ma il sistema lo ostacola

Giornalista: Avvocato, le propongo tre esempi reali. Si tratta di casi in cui un cittadino vorrebbe usare una foto legalmente, pagando il giusto, ma si trova bloccato da un sistema lento, dispersivo o poco trasparente.

1. Il fruitore vede una foto online. Fa una ricerca tramite Google Lens per cercare il nome dell’autore o verificare chi l’ha già utilizzata. Nessun risultato chiaro. Nessun contatto. Non può fare nulla. Rinuncia.

2. Riesce a trovare l’autore. Lo contatta via email, chiede il permesso d’uso, magari è disposto a pagare. L’autore non risponde. Passano giorni, settimane. Il fruitore si arrende: non può aspettare in eterno.

3. Finalmente, l’autore risponde. Chiede una somma onesta e invia i dati per il bonifico. Tutto bene, ma nel frattempo è passato troppo tempo: la foto doveva servire per un articolo legato a un evento attuale. Il pezzo è rimasto nel cassetto, inutilizzato.

Avv. Bianchi: Questi esempi sono emblematici. In un’epoca in cui i contenuti digitali si consumano a ritmo accelerato, un iter tanto lento e macchinoso è anacronistico. È impensabile che chi vuole rispettare la legge debba subire una burocrazia che, paradossalmente, incentiva chi preferisce rischiare o “chiudere un occhio”. Serve un cambio di paradigma: più trasparenza, rapidità e automatismi.

📌 Suggerimento operativo:

Se hai bisogno di un’immagine per un uso rapido, sicuro e legale, usa:

  • Pixabay o Pexels per contenuti gratuiti senza troppe complicazioni,

  • Shutterstock o Getty per uso professionale, editoriale o pubblicitario,

  • Freepik Premium se cerchi risorse grafiche da modificare o integrare.

✍️ Conclusione editoriale

In un’epoca in cui i contenuti girano alla velocità della luce, serve una legge che non solo protegga, ma anche orienti. Il diritto d’autore deve evolvere: passare da uno strumento punitivo a una piattaforma di condivisione chiara, pubblica, efficiente.

Fino ad allora, chi pubblica contenuti dovrà camminare con cautela, e chi crea dovrà combattere per vedersi riconosciuto il proprio valore — anche a costo di mandare lettere di diffida.

Ma è davvero questo il modello culturale che vogliamo?

Riccardo Alberto Quattrini

 

 

 

 

 

 

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