Trombe e rulli di tamburi per la visita che lady Garbatella aveva compiuto recentemente nel Corno d’Africa

Isaias Afewerki, attuale Presidente dello Stato di Eritrea e Xi Jinping

CORNO D’AFRICA: L’ITALIA FA PASSERELLA, LA CINA INVESTE


Trombe e rulli di tamburi per la visita che lady Garbatella aveva compiuto recentemente nel Corno d’Africa, incontrando i vertici dell’Etiopia per illustrare i mirabolanti progetti legati al misterioso “Piano Mattei”(1). Bene, brava, bis. Mazzi di fiori, foto di rito con i bambini ed è finita lì. D’altronde i soldi degli italiani devono già servire a foraggiare Zelensky e la sua banda, non è che ci siano soldi per tutti. Così, mentre i fiori appassionano alla Garbatella, il Corno d’Africa era di nuovo protagonista, ma questa volta con l’Eritrea che intensificherà i rapporti economici e politici con la Cina.

I giovani cristiani copti Madre con Tattoo e croce Lalibela, Etiopia.

Xi Jinping ha già confermato che la cooperazione con Asmara porterà alla costruzione di nuove infrastrutture e arriveranno nuovi investimenti per le telecomunicazioni, la pesca, l’agricoltura, il comparto minerario. Senza dimenticare che l’Eritrea è inserita nel progetto della Nuova Via della Seta cinese, da cui l’Italia uscirà per far contenti Biden ed i suoi burattinai.

Ma anche gli atlantisti non stanno a guardare. E intensificano le sanzioni contro l’Eritrea. Il consueto approccio che sta cancellando rapporti e collaborazioni in ogni parte del mondo. Perché anche i Paesi meno ostili all’arroganza di Washington e dei maggiordomi stanno provando a spiegare che non sono più tollerabili le politiche dei due pesi e due misure. Non è più accettabile che i raid aerei israeliani che uccidono i bambini a Gaza siano sempre giustificati mentre chi si comporta nello stesso modo in altre parti del mondo venga colpito dalle sanzioni atlantiste.

Non è più accettabile che sia Washington a stabilire chi possa o non possa ricevere finanziamenti dal Fondo Monetario Internazionale. E che l’economia globale debba dipendere dall’andamento del dollaro.

Così la passerella di Meloni ad Addis Abeba è del tutto inutile se poi il Piano Mattei resta un contenitore vuoto.

Ala.de.granha

 

Approfondimenti del Blog

«IL FALLIMENTO DEL “PIANO MATTEI”. INEVITABILE, DOPO AVER TRADITO MATTEI»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Descrizione

Eritrea, 1935. L’Italia mussoliniana prepara la guerra d’Abissinia. Massaua – perla del Mar Rosso e fiore all’occhiello della prima colonia italiana – è scossa da due brutali omicidi: un noto imprenditore cittadino e un impiegato di banca vengono trovati decapitati. I sospetti si concentrano sugli agenti del Negus etiopico Hailé Selassié, coinvolti nelle settimane precedenti in sanguinosi scontri di frontiera con le truppe italiane. Ma Aldo Morosini, maggiore dei Reali Carabinieri, non è affatto convinto di questa versione di comodo. Stretto fra le pressioni dei superiori e la ricomparsa di un vecchio (e mai dimenticato) amore, cerca con ostinazione altre piste. E, con l’aiuto del fedele sottufficiale Barbagallo e dello scium-basci Tesfaghì, segue le tracce di una vecchia scimitarra yemenita e di una foto ingiallita dal tempo. Indizi che faranno riemergere dal passato una torbida vicenda di interessi e tradimenti. E costringeranno Morosini a inseguire l’assassino nell’infernale deserto della Dancalia e sui verdi altopiani di Cheren e Asmara. Atto di nascita di un personaggio unico nel noir italiano, Morire è un attimo inaugura una saga in cui suspense e minuziosa ricostruzione storica della società coloniale portano il lettore al centro di un mondo che è sì di finzione, ma ha tutti i crismi della realtà: il lettore vive con Morosini, frequenta con lui i caffè degli italiani d’Africa, percorre le ambe e le valli di Eritrea e d’Abissinia… Un incalzante viaggio nel tempo e nello spazio.

 

 

 

 

 

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