”Nella novella di Dostoevskij Cristo appare come un personaggio enigmatico e misterioso…

CRISTO, TRA DOSTOEVSKIJ E CARAVAGGIO
di Cristiano Luchini
Christ in Art. Nella novella di Dostoevskij, “Il grande inquisitore” tratta dal romanzo “I fratelli Karamazov”, Cristo appare come un personaggio enigmatico e misterioso che arriva a Segovia durante l’Inquisizione spagnola. La sua presenza sconvolge la città e il Grande Inquisitore, che lo cattura e cerca di interrogarlo. Cristo non risponde alle domande, ma inaspettatamente si alza e lo bacia. Tuttavia, il Grande Inquisitore finisce per condannarlo come eretico.
Dopo quindici secoli dalla morte, Cristo fa ritorno sulla terra. Non viene mai menzionato per nome, ma sempre chiamato indirettamente. Pur comparendo furtivamente, viene misteriosamente riconosciuto da tutti, il popolo lo riconosce e lo acclama come salvatore, tuttavia egli viene subito incarcerato per ordine del Grande Inquisitore, proprio mentre ha appena realizzato la resurrezione di una bambina di sette anni, nella bara bianca ancora aperta, pronunziando le sue uniche parole di tutta la narrazione: “Talitha kumi”. L’Inquisitore
«è un vecchio di quasi novant’anni, alto e diritto, con il viso scarno e gli occhi infossati, nei quali però riluce una scintilla di fuoco…»
È lo stesso inquisitore a fare arrestare Gesù e subito dopo a recarsi presso di lui nella prigione in cui è stato rinchiuso esordendo con queste parole:
«”Sei tu? Sei tu?” Non ricevendo risposta, aggiunge rapido: “Non rispondere, taci! E poi, che cosa potresti dire? So anche troppo bene quel che diresti. Ma tu non hai il diritto di aggiungere nulla a quel che già dicesti una volta. Perché sei venuto a infastidirci? Perché sai anche tu che sei venuto a infastidirci. Ma sai cosa accadrà domani? Io non so chi tu sia né voglio sapere se tu sia proprio Lui o gli somigli, ma domani ti condannerò, ti brucerò sul rogo come il più empio degli eretici…»[…] (da Wikipedia)
Nel dipinto di Caravaggio, “La flagellazione di Cristo”, Cristo è ritratto mentre viene flagellato durante la sua ultima notte sulla terra. Il dipinto mostra la crudeltà e la violenza della flagellazione, con Cristo che viene mostrato in modo realistico e umano, con i segni delle percosse sul suo corpo.
Christ in Art. Entrambi i lavori presentano una visione molto umana di Cristo, che viene mostrato come un essere umano vulnerabile e sofferente. Tuttavia, ci sono alcune differenze significative tra i due lavori. Nella novella di Dostoevskij, Cristo è presentato come un personaggio misterioso ed enigmatico, mentre nel dipinto di Caravaggio è mostrato in modo molto più concreto e tangibile. Inoltre, mentre la novella di Dostoevskij si concentra sull’importanza della fede e della scelta personale, il dipinto di Caravaggio si concentra più sulla sofferenza fisica di Cristo.

Inoltre, è interessante notare come entrambi i lavori siano stati ambientati in periodi di grande tensione religiosa e politica. La novella di Dostoevskij è stata ambientata durante il periodo più violento dell’Inquisizione spagnola (XIV secolo), mentre il dipinto di Caravaggio è stato realizzato durante il periodo delle guerre di religione in Europa. Questo aggiunge un ulteriore livello di significato a entrambi i lavori, poiché essi riflettono le preoccupazioni e le paure dei loro contemporanei.”
“Noi ti abbiamo già giudicato e condannato. Noi abbiamo il diritto di giudicare poiché noi amiamo l’umanità più di quanto tu non abbia mai amato.”
(“Il Grande Inquisitore”)

È importante notare come entrambi i lavori siano stati realizzati da artisti di grande talento e rivoluzionari nel loro campo. Dostoevskij è considerato uno dei più grandi scrittori russi di tutti i tempi, mentre Caravaggio è stato uno dei più importanti pittori del Barocco italiano e ha avuto un enorme impatto sulla storia dell’arte.
Christ in Art. Entrambi i lavori hanno continuato ad avere un impatto duraturo sulla cultura e sulla società, diventando parte della nostra storia e della nostra identità collettiva. “Il grande inquisitore” è stato ampiamente studiato e discusso, mentre “La flagellazione di Cristo” è diventata una delle opere d’arte più famose e iconiche di tutti i tempi.
“Non credere che siamo rimasti ingrati. No, non lo siamo. Ma le tue parole erano troppo difficili per noi, e il tuo dono, il libero arbitrio, era troppo pesante per noi da portare.”
(“Il Grande Inquisitore”)
Roberto Longhi è stato uno storico dell’arte e critico d’arte italiano, noto soprattutto per le sue analisi e interpretazioni delle opere di Caravaggio. Ecco alcune citazioni di Longhi su “La flagellazione di Cristo”:
- “Il quadro è una delle opere più forti di Caravaggio. La figura di Cristo, che è rappresentata in una posa estremamente drammatica, viene mostrata con un realismo straordinario, con i segni delle percosse sul suo corpo. L’espressione del viso è intensa e profonda, e trasmette la sofferenza e la determinazione di Cristo.”
- “Il dipinto è caratterizzato da una forte contrasto di luci e ombre, che mette in evidenza le forme e i volumi dei personaggi e dello sfondo. La composizione del quadro è molto dinamica, con i personaggi che si muovono in modo naturale e credibile all’interno dello spazio.”
- “La flagellazione di Cristo è un’opera che ha avuto un enorme impatto sulla storia dell’arte e che continua ad essere una delle opere più famose e iconiche di Caravaggio. È una testimonianza dell’abilità pittorica e della visione artistica dell’artista, che riusciva a catturare l’essenza delle sue figure e a trasmettere le emozioni e i sentimenti dei personaggi con straordinaria intensità.”
In ambedue le opere, tra Caravaggio e Dostoevskij, Cristo viene presentato come un personaggio che ama l’umanità e che comprende la sofferenza e la debolezza umana. Nel dipinto di Caravaggio, Cristo viene mostrato mentre accetta la sua sofferenza e la sua morte con coraggio e determinazione, mentre nella novella di Dostoevskij, Cristo mostra il suo amore per l’umanità attraverso il bacio all’Inquisitore.
Ecco un racconto breve che ho ideato, caratterizzato dal dialogo tra Caravaggio e Gesù. Il titolo è “L’incubo di Michelino”.
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Caravaggio: (gridando) Gesù! Gesù! Dove sei? Sono intrappolato in questo incubo spaventoso! Aiuto!
Gesù: (apparendo davanti a Caravaggio) Calmati, Michelino. Sono qui con te. Cosa ti spaventa tanto?
Caravaggio: (piangendo) Soltanto la mia amata madre mi chiamava così… Sono circondato da urla di dannati e da un fiume di sangue! Ho paura di annegare in questa maledizione! Mi sento un peccatore perché ho ucciso Ranuccio Tomassoni!
Gesù: (con tono rassicurante) Non temere, figlio. Il fiume di sangue che vedi è solo un simbolo dei mali del mondo, non una condanna per te. E ricorda: il perdono è sempre possibile, basta chiederlo con sincerità.
Caravaggio: (scuotendo la testa) Ma come posso chiedere perdono per una colpa così grave? Non merito la tua misericordia.
Gesù: (sorridendo) Tu meriti il mio amore incondizionato, proprio come tutti gli altri esseri umani. Non giudico le tue azioni, ma ti offro la mia guarigione e il mio perdono. Accettali con gratitudine.
Caravaggio: (piange ancora più forte) Lo farò, Gesù. Lo farò. (si asciuga le lacrime). Ma c’è un’altra cosa che mi tormenta. In questo incubo vedo emergere dal fiume di sangue un’immagine terribile: la mia prossima opera. Sarà “La Flagellazione di Cristo”, ma non voglio realizzarla! È solo altra violenza!
Gesù: La flagellazione è un momento triste della mia vita, sì. Ma anche un momento di redenzione, di speranza per l’umanità. Realizzare questo dipinto significa ricordare il mio sacrificio per l’umanità, e trasmettere questo messaggio di speranza alle persone che lo guarderanno. Non c’è nulla di male in questo, Michelino.
Caravaggio: (dolente) Ma è così difficile, Gesù. Così doloroso.
Gesù: (radioso) Sì, lo è. Ma tu sei un artista talentuoso, e puoi portare questo messaggio di speranza attraverso la tua arte. Non temere, ti aiuterò a superare questo incubo, e a realizzare questo dipinto con amore e rispetto.
E così dicendo, Gesù abbracciò Caravaggio, confortandolo con la sua presenza amorevole. E Caravaggio, sentendo la pace che gli veniva dall’abbraccio di Gesù, si addormentò serenamente.