Agli Stati Uniti e all’occidente in generale non bastano i due conflitti
CRONACHE DEL DRAGONE
Agli Stati Uniti e all’occidente in generale non bastano i due conflitti che hanno provocato e comunque non vogliono in alcun modo terminare, ma debbono anche inventarsene di nuovi, in particolare con la Cina, mostrando che di fatto il sistema ha ormai bisogno di un’economia e di un generale stato di guerra per sopravvivere. Per questo, ignari che il sistema economico cinese non è quello di Wall street, ogni due mesi sembra che l’economia cinese debba crollare come una torre Jenga e per gli altri due mesi successivi si parla del pericolo di Pechino e della sua supposta aggressività commerciale.
Il fatto è che l’occidente non produce più nulla se non in campi marginali e questo – per chi ancora non l’avesse compreso – non è dovuto a una catena di errori o di eventi casuali, è invece una caratteristica strutturale del neoliberismo globalista che ha paura principalmente di una cosa: del lavoro strutturato, sicuro e decentemente pagato perché questo non solo ridurrebbe gli immensi profitti delle cupole di comando, ma soprattutto ridarebbe voce politica ai cittadini ora trasformati in gregge più ancora che in sudditi i quali per lo meno sono consapevoli di esserlo. Dunque, la cosiddetta aggressività commerciale della Cina è solo l’ennesimo depistaggio, l’ennesimo concettoide da giornale spendibile quando occorre far salire la tensione. E pazienza, ma la cosa diventa ridicola quando negli Usa la politica cerca di distogliere l’attenzione dalle sconfitte con tamburi di guerra economici e commerciali verso la Cina, cosa nella quale Trump si è specializzato.
Ora bisogna sapere che se anche l’Europa e gli Usa chiudessero le porte ai prodotti cinesi sul serio e non per ridere, Pechino non ne riceverebbe affatto un colpo mortale: tra le righe più nascoste delle notizie economiche che è meglio non riferire c’è anche il fatto che da 4 anni a questa parte, mentre l’occidente si dedicava a giocare alla pandemia e poi al clima, Pechino ha triplicato il proprio export solo prendendo in considerazione tutto quel mondo che non è occidente. Quindi quando la von der Leyen – che dovrebbe nuotare negli sputi se solo avessimo conservato un minimo di dignità e di cervello – vuole fare paura alla Cina parlando di dazi stellari da mettere sui prodotti cinesi, dovrebbe suscitare comicità e una seria preoccupazione per la moria di neuroni cui sta andando incontro: questo infatti metterebbe in enorme difficoltà l’economia europea e influirebbe in maniera marginale sull’ex celeste impero che può contare su un mercato di almeno sei miliardi di persone. Ma sì facciamo la guerra alla Russia e alla Cina, se non altro non essere è sempre meglio di essere in questo modo.