Come mistificare la storia

D DAY. LA STORIA E LA FARSA


Come mistificare la storia. E usarla come un randello. Anche se è un randello ormai sempre meno temibile, incrinato, mezzo rotto… quello del vecchio Theodor Roosevelt era ben più tosto. Ed efficace.

Oggi, mentre scrivo, grandi celebrazioni del D Day. In quella spiaggia della Normandia che fu rinominata “Omaha beach”. E che è luogo sacro della mitologia statunitense sulla Seconda Guerra Mondiale.

Omaha Beach Soldati della 1ª Divisione di fanteria statunitense appena giunti a riva. 6 giugno 1944
Il Battaglione Azov considerato dai giornalisti nostrani “BUONO” e studioso dei concetti kantiani.

Mitologia falsa, però. Stonata. E oggi ancora più falsa di ieri. Perché le celebrazioni officiate da Macron, autoproclamato Gran Ciambellano di Nonno Biden – sempre più palesemente non compos mentis – vedono sfilare i reali britannici. Che invece di arrogarsi le, discutibili, glorie di Normandia, farebbero bene a ricordarsi di un’altra spiaggia. Quella di Dunkerque. E persino l’ineffabile Zelensky. Peccato che non abbia portato con sé la bandiera della Azov. Della quale ama avvolgersi. Chissà cosa ne penserebbero i suoi nonni kazari…

Ma manca la Russia. Che non è stata invitata, ovviamente. E che neppure viene citata. Perché la Germania, le forze dell’Asse sono state sconfitte li, in Normandia. Dallo sbarco anglo-americano. I russi, i sovietici, non hanno fatto nulla. I venti e passa milioni di morti, sono stati, evidentemente, stroncati da un qualche virus. Una brutta influenza.

«CONTINUA LA FALSIFICAZIONE DELLA STORIA»

Ma il D Day lo celebrano anche i tedeschi. Quelli di oggi, intendiamoci. Che sembrano convinti che la guerra l’abbia fatta Hitler da solo. O, al massimo, con un pugno di cattivacci. Anche loro si sentono “liberati”. E ringraziano i “liberatori”.

Stanno imparando, bene, da noi italiani. Che ogni 25 Aprile festeggiamo tutti contenti il trionfo dei partigiani sul nazifascismo.

Nazifascisti che non erano tedeschi e italiani. Erano… alieni. Giunti da un pianeta lontano.

La mistificazione della storia a scopo di propaganda, la narrazione faziosa è sempre avvenuta. I vincitori scrivono loro la storia. E negano, cancellano la verità dei vinti.

Ma ora la cosa ha raggiunto un apice. Un apice di spudoratezza incredibile.

Sulla spiaggia di Normandia, l’Occidente Collettivo celebra non un evento passato, ma la propria arrogante pretesa di dominare il mondo.

Senza alcun rispetto, né comprensione, delle ragioni degli altri. Per non parlare della verità storica, di cui viene fatto strame.

E l’immagine che lo rappresenta è quella di un vecchio biascicante. Probabilmente neppure cosciente di dove si trovi e di cosa stia facendo. Che coglie l’occasione per dire che il suo nemico personale, The Donald, è una minaccia. Un nuovo Hitler.

Come contemplarsi l’ombelico, compiaciuti, senza vedere che il mondo, tutto il mondo intorno a te, sta cambiando a vorticosa velocità.

Una farsa. Per altro di cattiva lega. Un Occidente al tramonto che cerca di crearsi una sua, farlocca, mitologia. Cui si aggrappa, illudendosi di essere ancora l’indiscusso Padrone del Mondo.

E non si accorge che tutti gli “altri” lo guardano, ormai, con fastidio. E odio.

Redazione Electo
Andrea Marcigliano

 

 

 

 

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