Un tempo i giovani che si avvicinavano alla professione del giornalista avevano modelli di riferimento
DA BRERA A BERIZZI, DA BOCCA A PALLADINO
LA FINE DEL GIORNALISMO ITALIANO
Un tempo i giovani che si avvicinavano alla professione del giornalista avevano, come modelli di riferimento, colleghi come Arpino, Bocca, Biagi, Pansa, Brera. O, se più politicizzati, come Fortebraccio (Mario Melloni) e Pisanò. Veri scrittori, oltre che giornalisti impegnati in inchieste ed editoriali che, da soli, valevano il prezzo del quotidiano e del periodico per cui scrivevano.
Oggi, invece, tira il modello Berizzi. (È conosciuto soprattutto per le sue inchieste sul neofascismo. In seguito a minacce e ad atti intimidatori vive sotto scorta dal primo febbraio 2019 per stigmatizzare meglio le sue convinzioni n.d.b.). E sulla scia sono arrivati Trocino e Palladino. Esperti di neofascismo. Oddio, esperti. Sedicenti esperti, un po’ come Scurati per i libri sul fascismo storico. Creatori di notizie, soprattutto. E un plauso alla fantasia è indubbiamente dovuto. D’altronde se le librerie, a quasi 80 anni dalla morte del Duce, sono costantemente riempite da nuovi volumi su Mussolini e il suo tempo, perché non trasformare il business librario in un business giornalistico?
Invece no. Repubblica e Stampa (Berizzi e Palladino) registrano un crollo impressionante mentre il Corriere (Trocino) cala, ma in misura più contenuta. Insomma, il neofascismo tira in redazione, tra giornalisti esponenti della gauche intello, ma provoca solo qualche risata di compatimento tra i lettori che, stanchi della fantasia malata dei soliti noti, preferiscono informarsi altrove.
Perché le ricostruzioni di Berizzi, Trocino e Palladino non valgono il prezzo del quotidiano, neppure in versione online. E non valgono neanche insieme alla fantasia dei loro colleghi impegnati a raccontare la guerra in Ucraina o lo sterminio a Gaza.
Eppure il modello di riferimento per le nuove leve non cambia. Anzi, peggiora. Qualcuno riesce persino ad ispirarsi a Fazio, e non solo per i mega contratti che riesce ad ottenere. Oppure vuol seguire le orme di Formigli con la bava alla bocca quando deve occuparsi dei neomeloniani scambiandoli per neofascisti. E già questo basterebbe a far scattare il cartellino rosso…