Miracoli di un braccio teso

Saluto romano a Acca Larenzia

DAL BRACCIO TESO AL DIVIETO DI COMMEMORARE LA FIGLIA DI DUGIN

DESTRA E SINISTRA SI SCONTRANO SUL NULLA


Miracoli di un braccio teso. È bastato che un gruppo di persone, a Roma, ricordasse l’assassinio, ovviamente senza alcuna condanna, di tre ragazzini disarmati per cancellare tutti i problemi. Il lavoro povero? Il mancato adeguamento delle pensioni all’inflazione? Il Patto di stabilità che imporrà una nuova austerità? Il Pil stagnante? Tutto messo da parte.  Da una destra fluida di governo che non sa come affrontare i problemi e li nasconde dietro montagne di bugie. E da una sinistra armocromata che non sa neanche cosa siano quei problemi e che, nelle cene a Courmayeur, preferisce spaventarsi per un saluto romano.

Strage di Acca Larenzia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

D’altronde la gauche di Elly non può certo fingere di preoccuparsi per la povertà mentre sorseggia champagne. E, sul fronte opposto, meglio indignarsi per un saluto politicamente scorretto piuttosto di farsi delle domande sul livello della classe dirigente che va in giro con il pistolino.

Il problema, generale, è che i peones dei vari partiti hanno capito che le rispettive leader volevano distrarre l’attenzione dalle difficoltà loro e del Paese grazie ai saluti romani. Ed essendo dei peones hanno immancabilmente esagerato. Con l’aiuto di trasmissioni televisive ed articoli di giornalisti privi di ogni cultura e di ogni decenza. Senza dimenticare il terrore indignato di professori e professoresse che, in tal modo, giustificano ampiamente il basso livello delle retribuzioni degli insegnanti italiani.

Tra le perle per cavalcare l’onda si può ricordare l’intervento del politico milanese che ha chiesto di vietare la commemorazione della figlia di Dugin, assassinata da una bomba collocata sotto l’auto da terroristi ucraini. Una commemorazione privata, in un luogo privato. Ma alla banda Zelensky non va bene e la destra milanese si lancia all’assalto dei cattivi che vogliono ricordare una vittima innocente.

Al funerale Darya Dugina diventa una martire, il padre chiede la vittoria russa in Ucraina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanto alle perle di giornalismo, vince il premio Repubblica. Che, in merito alla partita della Lazio, riesce a raccontare che i tifosi hanno intonato una canzone ungherese degli Anni 50 in cui si parla addirittura di portare una pistola. Ovviamente la canzone (Avanti ragazzi di Buda) è italiana, scritta da Pingitore, ed è del 1966. Scritta per ricordare la rivolta antisovietica, per la quale serviva appunto la pistola nascosta tra i libri di scuola. Un brano che ora viene cantato anche nelle scuole di quella Ungheria così cattiva perché amica dei russi.

Devono avere non pochi problemi di confusione mentale, a Repubblica…

Andrea Marcigliano
Augusto Grandi

 

 

 

 

 

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