”Secondo la lettura esoterica della vicenda umana siamo dentro la dimensione del male. Tutta la storia, così come comunemente la intendiamo, è storia del male

Vendetta

Secondo la lettura esoterica della vicenda umana siamo dentro la dimensione del male. Tutta la storia, così come comunemente la intendiamo, è storia del male.
Il diavolo cristiano, le eggregore(1) esoteriche, i voladores toltechi(2) non sono invenzioni della fantasia, non sono parole di ciarlatani, né suggestioni buone per il pasto degli ignoranti. La loro presenza ha l’età delle più antiche scritture degli uomini. Già nei Veda(3) – ca. XX secolo a.C. – l’argomento è centrale. Si tratta piuttosto di entità che si nutrono della nostra energia. Vampiri metafisici il cui scopo è indurci a vivere cattivi sentimenti e a provare cattive emozioni. Così facendo dominano il nostro campo d’azione che in una parola può essere chiamato Io.
L’Io è l’espressione di una personalità che si ritiene – consapevolmente o inconsapevolmente – separata dal resto della realtà, dal mondo, dal cosmo.

Così, quando la nostra dimensione è limitata dalle maglie dell’egoismo siamo obbligati al dualismo(4), al meccanicismo, al materialismo, alla loro scienza e, soprattutto, alla perpetuazione della Storia così come comunemente la riconosciamo, sia essa intesa come storia umana, generazionale, personale: una spirale senza inizio né fine di salti e interruzioni, ognuno dei quali a ben guardare sottostà alla logica egoica. Ognuno dei quali rispetta la dinamica energetica della vendetta.
Come si procedesse a scatti le epoche personali, generazionali e storiche si susseguono contraddicendo consuetudini e valori dei loro stessi padri. L’illuminismo ha rinnegato la storia precedente senza apprezzarne le ragioni che l’hanno indotto a generarne di nuove; le rivoluzioni filosofiche, politiche, culturali abbattono il contesto dalle quali sono state generate.

Se egoico riferisce l’Io in quanto entità, dominio, campo, concezione, a suo modo è impersonale o generale. Egoismo allude invece al presunto ed inconsapevole o scontato diritto di operare per prevalere su altri egoismi, su altra personalità, su altre persone, su altre unità. Con fare egoistico si svolgono le vite individuali di quasi tutti noi. E, necessariamente, anche tutti gli enti sociali e le istituzioni che creiamo. Individualmente ci opponiamo al nostro prossimo e non perdiamo occasione per offrirgli la nostra disapprovazione. Un’azione che origina dalla propria concezione, atta a dimostrare un diritto superiore, che genera separazione, segue la via del male. Diverso è quando la disapprovazione è sostituita da una rinuncia ad eleggersi detentori del vero, ovvero quando la propria attenzione opera il riconoscimento dell’altro nella sua natura e dignità d’essere, nella sua identicità sostanziale a noi.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]“Si tratta di rinunciare persino alla rinuncia, di liberarsi dallo stesso desiderio di perfezione, che può essere una forma di egoismo raffinato, e di credersi superiore agli altri”[1].[/stextbox]
La disapprovazione e il suo implicito giudizio negativo e squalificante non è nient’altro che una forma di vendetta all’acqua di rose. La cui sostanza però, semplicemente in percentuale maggiore, è la medesima di colui che per soddisfare se stesso compie scelte e atti di sopraffazione nei confronti dell’atro. Dinamiche che conosciamo individualmente tutti. Ne seguono prevaricazioni, menzogne, falsità, inganni, coercizioni, impiego della forza fisica e metafisica, umiliazioni, violazioni, vessazioni, ingiustizie, pretese, diritti. Che li compia un individuo o una delle istituzioni da esso create nulla cambia nella sostanza. Neppure attraverso il moralistico diritto di stato e tutti i suoi fratelli minori. Se lo spirito dell’Io anima la sua missione di dominio, la vendetta appare come lo strumento disponibile allo scopo. In questi termini è il motore della storia, il deus ex machina della nostra vicenda nel piccolo e nel grande. Lo è stato nel passato e lo sarà nel futuro. La collana aumenta così, inesorabilmente, le sue perle. Da quelle semplicemente meschine a quelle orribilmente sorprendenti, ma tutte composte dalla medesima molecola della separazione.
Ragione e fede
Ma non sembra che tutto ciò preoccupi gli uomini. È una conseguenza però di quel dominio satanico citato all’inizio. Esso opera per impedirci di scorgere la porta stretta della conoscenza, come ebbe a dire il Cristo. Attraverso essa gli uomini possono accedere al regno dei cieli, ovvero a quella dimensione sottile in cui si vive l’unione con il Tutto. In cui attraverso il sentire percepiamo le più sottili energie di conoscenza appunto.
Forse l’accesso all’uscio sottile è riservato a pochi, forse è da concepire disponibile a chiunque. Certo è che ognuno con il proprio gradiente di talento specifico più realizzare il proprio percorso. Come ogni scalatore frequenterà solo le difficoltà ad esso idonee. Così come ogni uomo può compiere tutte le azioni e essere adepto a tutti gli insegnamenti.
Perdono
Accettazione è il termine con il quale una generica referenza della cultura orientale precisa un indice evolutivo dimostrativo della liberazione dai vincoli egoici e dalle imposizioni egoistiche. Si tratta di essere nella realtà non attraverso il proprio giudizio, ovvero di creare una realtà che non subisca l’onta fangosa di noi stessi. Un’epochè(5) fondata sulla consapevolezza dell’illusione dualista, e radicale, in quanto necessaria all’evoluzione. Che nulla ha a che fare con l’astensione dal giudizio. Essa allude alla non identificazione di noi stessi con il nostro giudizio.
Dall’altra parte del mondo, dalla Mesoamerica(6), l’accettazione assume la sua presenza e la sua forza in occasione dell’emancipazione da ciò che viene detto Importanza personale. Latitudini lontane e opposte ma medesima proposta evolutiva.

[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]“Rendersi conto che le cose più fondamentali della realtà sono fuori dalla giurisdizione del pensiero e della volontà costituisce per molte culture l’inizio della maturità”[2].[/stextbox]
Essere liberi da se stessi, dal conosciuto è un passo compiuto verso l’infinito o regno dei cieli che sia. È una modalità di superamento della storia così come credevamo fosse e non potesse essere altro. È la disponibilità di tutte quelle energie che il male ci succhiava portandoci a credere di essere qualcosa o qualcos’altro. Obbligandoci a vivere in uno degli opposti a pensare che una verità superiore sia raggiungibile e potesse definitivamente annientare la parte altra. Obbligandoci perciò a crederci liberi nonostante ci concedesse soltanto i movimenti limitati al piano della giostra che avevamo scambiato per vita vera.
Nel nostro contesto, cristiano, è il Perdono a contenere le doti necessarie a condurre la Storia personale e umana verso le vibrazioni superiori, non si tratta di un’esperienza intellettuale, non serve un’ideologia per compierlo, per esserlo. Non si tratta neppure di un imperativo morale – questa volta cristiano nella sua comune accezione bigotta che nulla ha a che fare con la parola di Cristo – da rispettare pena il peccato e l’inferno. Quest’ultimo, uno stato, una dimensione prima di divenire luogo che ognuno può descrivere e tracciare secondo il proprio gradiente di talento artistico. Si tratta piuttosto di un’espressione naturale in quanto consapevolezza incarnata dell’illusione materialistica, positivistica, meccanicistica, razionalistica. Illusione in quanto catena al corpo morto dell’ego, verità in quanto deus ex machina del male e dell’inferno.
Perdono dunque come viatico per attraversare la porta stretta. In quanto piena consapevolezza che siamo universi diversi, che i sentimenti, le esigenze, la biografia di ognuno, se entro il quadrato del dualismo non può che dare vita a relazioni di irreversibile conflitto.
Evoluzione
Perfino il pensiero occidentale, prima con Nietzsche (Übermensch)(7) e poi con la Fenomenologia di Husserl(8), è arrivato ad ammonirci su cosa significhi pensare che la realtà sia qualcosa di diverso da una nostra creazione. Nonostante la portata della loro chiarezza la marea egoica ci sommerge ancora dalla nostra natura divina, da noi stessi, dalla possibilità di andare oltre la storia così come l’abbiamo conosciuta, di vivere una vita paradisiaca, di essere Uno con lo spirito della vita. E con loro Jung. Con il suo Principio di individuazione(9) ha, anch’egli – insieme a non pochi esoteristi, senza contare scuole e tradizioni egualmente orientate – evidenziato l’illusione della storia egoica.
In coda alla speciale classifica della conoscenza, sempre l’Occidente e in particolare la fisica quantistica hanno incrinato le definitività della meccanica classica. La realtà non si compone solo di parti separate e misurabili, essa è entro la relazione e, come questa, varia. Il quantificabile e tutte le due forme sono il manifestato materiale di uno spirito unico. Anche con essa possiamo comprendere quanto la cultura di separazione nella quale siamo cresciuti e abbiamo elaborato il nostro vero, sia arbitraria se dal campo amministrativo lo trasferiamo a quello relazionale, umano appunto. Anche essa ci dice che tutto è Uno.

Come ce lo dice la Pnei (Psiconeuroendocrinoimmunologia)(10) non potremo più separare il corpo fisico dal vissuto che lo abita. Non potremmo più credere che cattivi sentimenti, egoici ed egoistici comportamenti non contino nulla: essi sono all’origine di patologie, malesseri e perpetuazione di vite dolorose. La paura, il rancore, l’odio, l’arroganza, l’invidia e i vizi capitali nel loro complesso sono le forme delle gabbie diaboliche. Nostro progetto di vita è prenderne coscienza e liberarcene. L’evoluzione nostra, e soprattutto sociale, è liberarsene. Come i terrazzamenti di una montagna non sono stati compiuti dal lavoro di uomini che pensavano a se stessi ma ai propri discendenti. In quella visione ampia ed aerea essi trovavano la forza per sostenere la fatica delle loro vite.
Quella che ormai, per alcuni, può essere definita la cantilena dell’uomo nuovo, del nuovo paradigma, è a tutto ciò che allude. Secondo quella che oggi, gli spiriti limitati entro corpi di sola materiale, è considerata un’utopia, l’uomo nuovo non avrà bisogno di lottare per la democrazia, di occuparsi dell’ambiente, di torturare il capitalismo per dimostrare che da esso non può uscire alcuna goccia di verità, di domandarsi le cause dei propri malesseri e malattie. Non sente l’esigenza del proselitismo. Sa che la meta non è la meta ma il cammino. Condivide, il pensiero di René Girard(11) (1923-2015) ovvero, che si procede per emulazione e l’esempio di donare è tutto ciò che possiamo permetterci. Tutto ciò su cui possiamo contare. L’uomo del nuovo paradigma esprime amore, gratitudine, salute, solidarietà e fratellanza, unione. Esprime cioè un fatto che oggi sappiamo solo nominare senza essere in grado di esserlo, né sospettare lo si possa essere, se non per piccoli frammenti della nostra vita. Questi sì, prova provata di dove possiamo evolvere.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]“Il compito può essere affascinante, e questo è ciò che io definirei creatività: il superare l’inerzia della mente e della storia”.[3][/stextbox]

- [1] Raimon Panikkar, La nuova innocenza, Gorle (Bg), Servitum, 2003, p. 17.
- [2] Raimon Panikkar, La nuova innocenza, Gorle (Bg), Servitum, 2003, p. 19.
- [3] Ramon Panikkar, La porta stretta della conoscenza. Sensi, ragione e fede, Milano, Rizzoli, 2005
Note:
- (1) Eggregora. Nell’occultismo, una forma-pensiero si riferisce a un’entità incorporea emanata da una o più persone in grado di influenzare i loro stessi pensieri e attitudini; se creata attraverso particolari metodi di meditazione collettiva viene utilizzato maggiormente il termine eggregora o egregore (dal greco antico ἐγρήγορος, il cui significato originario, «guardiano», sembra essersi confuso con quello di «gregario», o «seguace passivo di un gruppo»).
- (2) Voladores toltechi. Gli sciamani toltechi scoprirono la presenza di esseri oscuri posti direttamente sullo sfondo del campo energetico umano e per questo difficilmente individuabili. Gli stregoni videro che questi esseri oscuri si cibavano della lucentezza della consapevolezza di ogni individuo, riducendone sempre di più la patina luminosa. Le entità oscure sono particolari esseri inorganici, coscienti e molto evoluti e poiché si muovono saltellando o volando come spaventose ombre vampire furono chiamati los Voladores, ovvero quelli che volano
- (3) I Veda. Sono un’antichissima raccolta in sanscrito vedico di testi sacri dei popoli arii che invasero intorno al XX secolo a.C. l’India settentrionale, costituenti la civiltà religiosa vedica, divenendo, a partire dalla nostra era, opere di primaria importanza presso quel differenziato insieme di dottrine e credenze religiose che va sotto il nome di Induismo. «Il Veda è Brahma; è uscito da Lui come suo alito.» (Pranatoshimi, 19)
- (4) Il dualismo è un termine usato per definire ogni dottrina che si riferisca in qualsiasi campo di indagine (filosofico, religioso, scientifico, metodologico ecc.) a due essenze o principi inconciliabili e che, come tale, si opponga al monismo. Aristotele, pur contrapponendo anima e corpo, introdusse il concetto di “sostanza”, che permette di evitare un dualismo ontologico. Agli albori della filosofia moderna il teorico del dualismo per eccellenza fu Cartesio.
- (5) Epoché la sospensione del giudizio o (traslitterazione del greco antico “ἐποχή” ossia “sospensione”) è l’astensione da un determinato giudizio o valutazione, qualora non risultino disponibili sufficienti elementi per formulare il giudizio stesso.
- (6) Mesoamerica (dal greco μέσος, mesos = che sta nel mezzo) si definisce la regione dell’America centrale e latina, comprendente la metà meridionale del Messico, i territori di Guatemala, El Salvador e Belize, la parte occidentale dell’Honduras, Nicaragua e Costa Rica
- (7) Übermensch è un concetto nella filosofia di Friedrich Nietzsche. Nel suo libro del 1883 Così parlò Zarathustra (in tedesco: Also sprach Zarathustra), Nietzsche ha il suo personaggio Zarathustra che pone l’Übermensch come obiettivo che l’umanità si prefigge. È un’opera di allegoria filosofica, con una somiglianza strutturale con i Gatha di Zoroastro /Zarathustra.
- (8) Edmund Husserl. La fenomenologia è “lo studio di ciò che appare” letteralmente, è la capacità di mettere tra parentesi ogni oggetto e ridurlo ad un fenomeno, ecco perché essa rappresenta una continua ricerca, una continua elaborazione del pensiero, un’indagine interminabile. Il suo iniziatore Edmund Husserl, afferma che la cultura legata a forme di indagine positivistiche e naturalistiche si sia imbattuta in errori teoretici che hanno portato verso un atteggiamento di oggettivizzazione del mondo, della natura, dello stesso uomo. Le sensazioni, i colori, i suoni, le percezioni tattili hanno definito in modo superficiale l’uomo, la natura, il mondo. La ricerca fenomenologica è ricerca d’essenza, è ricerca dell’eidos, della forma, dell’aspetto.
- (9) Il principio di individuazione afferma che un ente esiste nella sua individualità come un essere differente e distinto nei confronti di tutti gli altri enti che pure partecipano della sua stessa natura. Per esempio: un essere può avere come sua specificità quella di essere uomo in base alla sua caratteristica essenziale (l’umanità), ma anche una sua esistenza particolare nel tempo e nello spazio tale da distinguerlo da tutti gli altri uomini. Il principio di individuazione è un’espressione usata dai traduttori di Avicenna per il quale l’individualità si formava nel momento stesso in cui l’anima passava dallo stato potenziale unendosi in atto al corpo dell’uomo dandogli esistenza, vita; quindi l’individualità apparteneva all’anima: «Distinguiamo tra sostanza prima e sostanza seconda. La sostanza prima è l’individualità e l’esistenza in atto, mentre la sostanza seconda è il concetto che si forma nell’atto del conoscere»
- (10) La (PNEI) psiconeuroendocrinoimmunologia. Disciplina che studia le relazioni bidirezionali tra psiche e sistemi biologici e le interazioni tra i sistemi nervoso centrale, endocrino e immunitario, nonché il loro effetto sul comportamento umano e animale Nella p. convergono, all’interno di un unico modello, conoscenze acquisite, a partire dagli anni Trenta del 20° sec., dall’endocrinologia, dall’immunologia e dalle neuroscienze. A metà degli anni Settanta, il fisiologo tedesco Hugo Besedovsky dimostrò che la reazione di stress, con l’aumento della produzione del cortisolo da parte delle surrenali, causa una soppressione della risposta immunitaria.
- (11) René Girard (Avignone, 25 dicembre 1923 – Stanford, 4 novembre 2015) è stato un antropologo, critico letterario e filosofo francese. Il suo lavoro appartiene al campo dell’antropologia filosofica e ha influssi su critica letteraria, psicologia, storia, sociologia e teologia. È stato professore di letteratura comparata presso la Stanford University (Stati Uniti) fino al momento del ritiro. Cattolico, ha scritto diversi libri, sviluppando l’idea che ogni cultura umana è basata sul sacrificio come via d’uscita dalla violenza mimetica (cioè imitativa) tra rivali. Le sue riflessioni si sono indirizzate verso tre idee principali:
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- il desiderio mimetico,
- il meccanismo del capro espiatorio,
- la capacità del testo della Bibbia di svelare sia l’uno che l’altro.
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[btn btnlink=”https://www.ariannaeditrice.it/” btnsize=”small” bgcolor=”#59d600″ txtcolor=”#000000″ btnnewt=”1″ nofollow=”1″]Fonte: Arianna Editrice del 26, ottobre 2020[/btn]
Immagine: Johann Heinrich Füssli, Incubo, 1781