Pensieri e riflessioni di una viaggiatrice culturale
DIARIO DI UNA FLÂNEUSE -TRE –
Redazione Inchiostronero
La bellezza di una città non si trova nei monumenti più famosi o nelle piazze più frequentate. È nascosta nei dettagli, in quelle piccole cose che non si vedono di sfuggita. Camminare senza fretta è come passare dall’alta definizione di una fotografia alla delicatezza di una pennellata: ti accorgi di ciò che prima ignoravi, perché il tuo sguardo si allarga e si approfondisce.

Cracovia – L’eleganza mitteleuropea con un’anima malinconica
Il suono della città che non dimentica
Cracovia mi ha accolto con una pioggia leggera, di quelle che non bagnano davvero, ma che danno alla città un’aria ancora più sospesa, quasi irreale. Il cielo era di un grigio lattiginoso, screziato qua e là dai riflessi dorati delle guglie gotiche e delle cupole barocche. L’aria profumava di pietra antica e pane caldo, e nel sottofondo si sentiva un’armonia costante: il rumore discreto dei passi sul selciato, il tintinnio di tazzine nei caffè, il brusio leggero della gente che si muove senza fretta.
Mentre camminavo, mi sono lasciata avvolgere dal suono dei musicisti di strada, le cui melodie risuonavano come un eco di storie passate. Un violinista, posto nell’angolo di una piazza, suonava un pezzo malinconico che pareva raccontare la nostalgia di un amore lontano, mentre i passanti si fermavano affascinati, rapiti da quelle note che sembravano unirsi al battito della città.
Il sole, timido, si affacciava tra le nuvole, riflettendo i suoi raggi sulle facciate color pastello delle case, creando un gioco di luci e ombre. Mi sono immersa negli odori dei mercatini, il profumo di frittelle calde e spezie che danzavano nell’aria, richiamandomi a scoprire ogni angolo. Qui ogni passo è una scoperta, ogni sguardo un ricordo.
Le storie di Cracovia si intrecciano con la vita quotidiana: nei caffè storici come il Café Noworolski, dove intellettuali e artisti si riunivano per discutere e sognare. Seduta a un tavolino, ho sorseggiato un caffè nero, mentre il chiacchiericcio intorno a me creava un’atmosfera di intimità. Ho ascoltato frammenti di conversazioni in polacco, che si fondevano nel rumore di fondo, creando un linguaggio universale di comunità e appartenenza.
Mentre il viaggio proseguiva, ogni momento si sedimentava in me, come le foglie cadute sugli antichi selciati. Cracovia non è solo una città da visitare; è un’esperienza da vivere e assaporare. E così, in questo susseguirsi di suoni e immagini, non potevo fare a meno di sentire che ogni passo sulla sua terra fosse un atto di rispetto verso tutto ciò che essa ha vissuto, un richiamo a non dimenticare mai le storie che pulsano sotto la sua pelle.

Il Terzo Giorno: Immersa nell’Arte e nella Letteratura
Il terzo giorno a Cracovia è stato dedicato all’arte e alla letteratura, un’immersione totale nella ricchezza culturale che questa città offre. Mentre camminavo per le strade, le storie di artisti e scrittori che avevano trovato ispirazione in questi luoghi danzavano nella mia mente, portandomi a esplorare i legami profondi tra l’ambiente e l’espressione artistica.
I Temi di Witold Gombrowicz
Iniziando la giornata, ho voluto approfondire la figura di Witold Gombrowicz, la cui opera Ferdydurke è un ritratto audace delle contraddizioni della società polacca. Le sue descrizioni di Cracovia non sono solo geografiche, ma si intrecciano con riflessioni sulla giovinezza, l’identità e l’assurdità delle convenzioni sociali. Mentre passeggiavo nei luoghi che descriveva, mi sentivo collegata ai suoi pensieri provocatori. La città diventa uno specchio delle sue esplorazioni interiori, un palcoscenico dove gli individui si confrontano con le loro paure e le loro speranze.
«Spuntati gli ultimi denti, quelli del giudizio, se ne doveva concludere che lo sviluppo si fosse compiuto e fosse giunto il tempo dell’inevitabile omicidio, quando l’uomo uccide il giovane indifeso e vola via come una farfalla, lasciandosi alle spalle il cadavere della crisalide squarciata.» (Estratto dal romanzo)***
In un angolo tranquillo della città, ho trovato una libreria che esponeva alcune edizioni delle sue opere. Sfogliando le pagine ingiallite, ho potuto apprezzare la profondità della sua scrittura, che mescola umorismo e tristezza, facendomi riflettere sul significato dell’esistenza umana.
La Voce di Tadeusz Różewicz
Proseguendo la mia esplorazione, ho cercato di entrare in contatto con la poetica di Tadeusz Różewicz. Le sue poesie, che riflettono le cicatrici lasciate dalla guerra e dai conflitti, trovano ispirazione nelle strade e nei vicoli di Cracovia. Ho trovato una piccola caffetteria affacciata su un parco, un luogo perfetto per leggere alcune delle sue opere.
I versi di Różewicz, densi di emozione e interrogativi esistenziali, sembravano risuonare nel silenzio di quel pomeriggio. Le sue parole evocavano le ombre di un passato doloroso, invitandomi a contemplare la fragilità della vita e la resilienza dell’animo umano. La sua abilità di cogliere la bellezza nel dolore ha aggiunto una dimensione profonda alla mia esperienza in città.
Le rose verdi
Lo vidi
seminava il vento
con fare stupendo
come un fiore
che spande i semi
Andandosene
non raccolse tempeste
ma una bracciata di rose
e ciascuna era verde
Tadeusz Różewicz (Traduzione di Carlo Verdiani)
L’Eredità di Stanisław Wyspiański

Infine, non potevo trascurare Stanisław Wyspiański, un’artista poliedrico le cui opere hanno lasciato un segno indelebile sulla cultura polacca. Ho visitato il Museo Nazionale di Cracovia, dove ho potuto ammirare le sue pitture, opere teatrali e progetti di design. Ogni opera di Wyspiański è intrisa dell’essenza di Cracovia; le sue rappresentazioni vivide della vita quotidiana e dei miti polacchi riescono a catturare la bellezza del reale mentre esplorano tematiche universali come la morte, l’amore e la spiritualità.
Un’opera che mi ha particolarmente colpito è stata un suo dipinto che ritraeva il Wawel in una luce quasi mistica. Il suo uso innovativo del colore e della luce trasmetteva un senso di sacralità, evocando l’idea che la storia non è solo passato, ma qualcosa che continua a plasmare il presente.

Un’Immersione Creativa
Verso la fine della giornata, ho deciso di visitare il Teatro Slowacki, un luogo che emana un’energia creativa incredibile. Questo iconico teatro ha ospitato molte delle opere di Wyspiański e di altri drammaturghi polacchi. Partecipare a una rappresentazione teatrale è stata un’ottima opportunità per vedere come la letteratura e l’arte vivono ancora oggi a Cracovia, creando un ponte tra passato e presente.
L’atmosfera all’interno del teatro era elettrica, con il pubblico che attendeva con anticipazione l’inizio dello spettacolo. Mentre le luci si affievolivano, ho sentito che eravamo tutti uniti in una celebrazione della creatività, dell’immaginazione e della bellezza dell’esistenza.

Ritorno da Cracovia

Il ritorno da Cracovia è stato un momento di dolce malinconia, con ricordi che si sono impressi nella mente e nel cuore. La città ha offerto esperienze vivide: il profumo dei caffè, il suono del Hejnal, e l’imponenza del Castello di Wawel, simbolo di resilienza e creatività polacca.
I ricordi delle opere di Gombrowicz e Różewicz hanno suscitato riflessioni importanti sulla complessità dell’umanità, mentre la bellezza della Basilica di Santa Maria e dei Giardini di Planty resteranno con me come immagini preziose.
Cracovia ha risvegliato in me un amore per la cultura e l’arte, facendo emergere l’importanza della narrazione e del legame tra passato e presente. L’accoglienza dei cracoviani ha reso l’esperienza ancora più significativa, permettendomi di sentirmi parte di un patrimonio culturale vivente.
Mentre l’aereo decollava e Cracovia si allontanava lentamente, ho sentito un forte senso di gratitudine. I ricordi di questa città rimarranno con me, un tesoro da custodire e rivisitare. Ogni angolo di Cracovia, ogni opera d’arte, ogni poesia letta, costituiva un pezzo di un mosaico culturale che continua a vivere nel mio cuore.
Il viaggio non è stato solo un’esplorazione di luoghi, ma un’immersione in un passato glorioso e contemporaneo, un’opportunità di scoprire la bellezza della vita in tutte le sue sfaccettature. Mi sono resa conto che Cracovia non è semplicemente una meta, ma un’incredibile ispirazione che continuerà a guidare i miei passi e a stimolare la mia creatività, ben oltre il confine della Polonia




Bibliografia Selezionata
Ecco alcuni testi che possono accompagnare chi desidera esplorare Cracovia attraverso le parole di chi l’ha vissuta:
- Witold Gombrowicz – Ferdydurke: Un romanzo che gioca con l’identità e la società polacca, profondamente intriso di elementi autobiografici.
- Tadeusz Różewicz – Il ritorno delle rane: Una raccolta di poesie che riflettono la fragilità della vita umana e il peso della memoria.
- Stanisław Wyspiański – La leggenda del Castello di Wawel: Un’opera che intreccia storia e mito, esplorando l’identità polacca.
- Wisława Szymborska – Il mondo non è un valore: Poesie che riflettono su vita, morte e la complessità dell’esistenza umana, scritte dalla premio Nobel per la letteratura.