Che meraviglia!
ECONOMIST E CORRIERE CONTRO GLI STUDI UMANISTICI: PREPARANO UOMINI LIBERI
Che meraviglia! Le discipline umanistiche stanno cadendo in disgrazia! Il britannico Economist festeggia, insieme al Corriere della sera, questa scelta delle giovani generazioni. E, indubbiamente, hanno ragione ad essere felici. Meno attenzione a tutto ciò che serve ad aprire la mente, a riconoscere il bello, a collegarsi con le proprie radici, significa minor capacità di respingere i condizionamenti mentali da parte degli oligarchi attraverso i loro canali di indottrinamento, dalla disinformazione alla gestione faziosa delle piattaforme social.
Non a caso l’Economist respinge gli studi che evidenziano il collegamento tra una società di giovani soli nella realtà e perennemente collegati per via virtuale e l’aumento vertiginoso di disagio mentale e tendenze suicide. E, per farlo, deve ricorrere ad una spericolata arrampicata sugli specchi. Perché i dati sono troppo drammatici per essere smentiti o sottovalutati, e allora i giornalisti politicamente corretti ammettono che nell’Occidente collettivo la situazione è preoccupante, però nel Sud globale i giovani utilizzano i social in modo utile per la crescita personale e dei rispettivi Paesi.
Evitando, ovviamente, di soffermarsi sulla sopravvivenza, in questi Paesi, di una vita di relazioni reali, umane, fisiche.
Il problema non è lo smartphone, bensì il suo utilizzo. E quei maledetti studi umanistici rappresentano un ostacolo alla totale rinuncia all’impiego del proprio cervello. Sono studi pericolosi, insegnano il pensiero critico e non la resa incondizionata al potere della tecnologia e di chi la controlla. Insegnano la libertà. Insegnano a prendere coscienza di ciò che si è, di che realtà si fa parte. Individui con radici, non numeri cittadini del mondo. Troppo pericoloso.