La pelle di cui i macelli non sanno che farsene

Marlon Brando in “Il Selvaggio”

 

ED ORA A PIANGERE È ANCHE L’INDUSTRIA DELLE PELLI


Non solo auto. Non solo vino. Adesso a piangere è anche il settore dell’industria italiana delle pelli. Che si tratti di scarpe, di giacche, di pantaloni o di borse, il calo dei consumi è evidente. E non basta l’alibi della nuova coscienza ambientalista e animalista. Perché a rinunciare all’acquisto di capi italiani in pelle sono anche coloro che non rinunciano ad una fiorentina, intesa come bistecca. Ma evitano accuratamente di comprare i prodotti di abbigliamento in pelle, a partire proprio da quelli toscani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovviamente nessuno, tra gli industriali in lacrime, che provi ad ipotizzare che il calo delle vendite sia legato a prezzi assurdi in confronto alle retribuzioni sempre meno in grado di rispondere alle necessità delle famiglie italiane. La pelle costa, spiegano i lamentosi senza clienti. Compresa quella delle vacche degli allevamenti intensivi.

Cioè quella pelle di cui i macelli non sanno che farsene.

Eppure, negli Anni ’50 e ’60, gli operai andavano al lavoro con giubbotti e giacconi di pelle. Eppure, negli stessi anni, i blouson noir avevano giubbotti di pelle per andare in moto, ai concerti senza bisogno di svenarsi o di derubare i genitori.

La culture blouson noir

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma adesso gli abiti di pelle devono essere riservati ai fighetti senza problemi economici. E, sorpresa, nonostante le menzogne dei famigli di Giorgia i fighetti senza problemi economici sono sempre meno numerosi. Ed i consumi si riducono. Invece della borsa di pelle andrà benissimo una di tela. Le scarpe italiane in pelle saranno sostituite da calzature cinesi a basso costo. E le giacche in pelle lasceranno il posto a capi in materiale sintetico. Persino i giacconi in materiale tecnico d’avanguardia costano meno.

D’altronde la risposta degli industriali non prevede né aumenti salariali né riduzione dei prezzi. Solo richieste di aiuti pubblici. Come sempre, come tutti.

Redazione Electo
Enrico Toselli

 

 

 

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