Duecento anni fa i giornali erano la preghiera quotidiana del laico (Hegel)
ELEMENTARE WATSON: 5 FACILI BUGIE SULL’UCRAINA
Sembra incredibile la quantità di sciocchezze che girano ormai da due anni sulla stampa mainstream sulla vicenda ucraina e la quantità di sciocchi che ci credono senza darsi pensa di pensare, di leggere, di informarsi davvero, che anzi attendono avidamente la loro bugia quotidiana in modo da non doversi svegliare. Duecento anni fa i giornali erano la preghiera quotidiana del laico, come diceva Hegel, oggi sono diventati la parola d’ordine dell’irrealtà e dell’autoillusione, l’oppio dei sudditi perché dire popoli sarebbe davvero troppo. Non c’è da meravigliarsene visto che la facoltà critica viene demonizzata da oltre cinquant’anni e combattuta con ogni mezzo a cominciare dalla scuola per finire con la “didattica” pubblicitaria che ci insegna anche cos’è la felicità.
Così oggi con l’aiuto di una serie di articoli comparsi la settimana scorsa su varie riviste e giornali tra i meno allineati alla verità unica, cercherò di incasellare in vari capitoli la narrazione ipnotica che ci viene impartita, per ribaltarla completamente alla luce di ciò che sappiamo e della documentazione disponibile. E cominciamo proprio dall’inizio dove si narra della coraggiosa lotta dell’Ucraina contro l’invasione russa. È chiaramente un’idiozia: la Russia non ha invaso, ma è intervenuta per fermare un genocidio perpetrato dal regime ucraino contro la popolazione russofona nell’est del Paese. Capisco che da occidentali, abituati a intervenire per favorire i genocidi, la cosa possa sembrare singolare, ma certamente è strano che si neghi in radice ciò che l’informazione padronale stessa denunciava prima del 2022 e cioè che le truppe ucraine bombardavano quotidianamente la popolazione civile del Donbass. Tutto improvvisamente dimenticato con una velocità che fa invidia ai pesci rossi. Inoltre, non esiste realmente nessuna lotta dell’Ucraina così definibile: dopo che il regime di Kiev ha perso oltre 500 mila uomini in combattimento e questo dopo che milioni di persone se sono andate, il Paese di fatto non esiste più. I dati demografici sono così disastrosi e ormai da molti anni, che non lasciano molto spazio al futuro: se le truppe russe non si affrettano a conquistare tutto il territorio è solo perché non hanno alcuna intenzione di perdere troppi uomini per far piacere alla Nato. Aspettano che le risorse ucraine si esauriscano del tutto.
E qui veniamo all’Ucraina in sé, ovvero a un Paese che non esiste e a un’etnia totalmente inventata: si tratta semplicemente di russi che hanno subito una singolare forma di abuso chiamata “ucrainizzazione” da parte dei polacchi e degli austriaci nella seconda metà dell’Ottocento, poi dai bolscevichi negli anni ’20 del secolo scorso, dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, e poi dagli americani dopo che la Repubblica socialista sovietica ucraina è diventata uno stato indipendente nel 1991. Ciascuno di questi soggetti avevano un interesse in questa operazione: gli austriaci e i polacchi volevano separare questa parte della Russia dal resto, i bolscevichi sbagliando clamorosamente pensavano che la creazione di identità etniche separate avrebbe favorito la rivoluzione, nazisti e americani ne volevano fare un nodoso bastone contro la Russia. In effetti lo stesso ucraino è una sorta di dialetto artificiale creato da docenti universitari pagati da tedeschi e polacchi a questo scopo. Hanno mischiato i dialetti della Russia meridionale, semplificato la grammatica, per esempio eliminando i participi, hanno aggiunto manciate di parole polacche e tedesche distorte per renderlo il più diverso possibile dal russo. Ma nessuno lo parlava veramente nonostante il genocidio austriaco (c’era un campo di concentramento per i russi recalcitranti) è rimasta solo una lingua a metà. Lo stesso Zelensky parla russo e si fa scrivere le cose dette in ucraino.
Questo ci porta al terzo capitolo ovvero a quello dei negoziati di pace che oggi l’Occidente – dopo aver sabotato tutti i precedenti accordi, come gli stessi protagonisti e garanti hanno avuto la faccia tosta di rivelare – vorrebbe impostare a suo piacimento nel tentativo di salvare il salvabile: ma il fatto è che non esiste più un interlocutore visto che Zelensky è ormai un presidente illegale che oltretutto, su input della Nato, ha scelto la via del terrorismo. Ecco perché la Cia due minuti dopo la strage del Crocus diceva che era stato l’Isis ad organizzare l’assalto: per allontanare da sé il concreto sospetto di averlo messo in atto lei stessa, assieme al MI6 e ai servizi ucraini. La fretta con cui gli americani hanno voluto allontanare da sé le congetture prima ancora di poter effettivamente sapere qualcosa, è in realtà un accusatio manifesta che brilla come un faro dentro una storia appiccicata con lo sputo. Mosca non tratterà con i terroristi anche se sono coloro che hanno inventato la guerra infinita contro il terrorismo…
La narrazione delle future condizioni di pace è del tutto fuorviante: certamente Mosca annetterà il Donbass e la Crimea che hanno accettato l’unione con la Russia attraverso un referendum; probabilmente ci saranno anche altre aree che vorranno la stessa cosa, ma l’importante per la Russia è che l’Ucraina rimanga per il futuro un territorio smilitarizzato e neutrale, dove la Nato non deve mettere becco. Questo è inaccettabile per l’occidente? Bene allora faccia la guerra come alcuni stolti si sono lasciati trascinare a dire, vada contro la Russia ben sapendo che il conflitto diventerò quasi subito nucleare.
Ora è importante che i cittadini europei e americani ancora tetragonamente convinti della propria superiorità sappiano che le cose non stanno affatto così: l’Occidente ha armamenti obsoleti che lo mettono in stato di grande inferiorità. Prendiamo gli Usa: i missili balistici intercontinentali Minuteman III, in servizio attivo dagli anni ’70, falliscono un test dopo l’altro e rendono difficile pensare che un’alta percentuale di essi possa essere lanciato e possa raggiungere il bersaglio. Quando funzionano, seguono traiettorie balistiche prevedibili e sono molto facili da abbattere per i sistemi russi di difesa aerea e spaziale che sono a detta degli stessi esperti americani il meglio che esista in questo campo. Anche il missile Trident II lanciato da sottomarini è piuttosto anziano e il suo ultimo test ha quasi ucciso il ministro della Difesa britannico. Infine, ci sono i missili da crociera Tomahawk che volano più lentamente di un aereo passeggeri e non sono neanche troppo affidabili. Le altre potenze nucleari del sistema Nato in realtà non esistono: gli inglesi utilizzano la tecnologia presa in prestito dagli Stati Uniti che peraltro gestiscono interamente il piccolo arsenale di Londra, mentre i francesi non dispongono di vettori di qualche rilievo. I russi invece hanno una triade nucleare completamente aggiornata e dispiegano continuamente nuove armi e sistemi di difesa aerea. Sono molto avanti rispetto agli americani che per vincere questa gara non possono contare su Hollywood anche se tutto lo star system è sempre mobilitato per accreditare la leggenda del Paese “eccezionale” ed invincibile.
Tutto ciò significa che la Nato non entrerà in un confronto a tutto campo con la Russia perché lo perderebbe rovinosamente: lo minaccia soltanto anche se solo questo metto a rischio il mondo perché un incidente è sempre possibile. Deve evitare che i propri sudditi mangino la foglia e capiscano che i loro padroni non sono onnipotenti. Ma non c’è alcun timore in questo senso: non sono abbastanza dignitosi ormai da reggere a una qualunque verità.