”Fulco Pratesi, presidente del WWF, ha fatto parlare, e non per la prima volta, di sé…
ELOGIO DEL PUZZONE
Fulco Pratesi, presidente del WWF(1), ha fatto parlare, e non per la prima volta, di sé non per iniziative a tutela dell’ambiente, ma per la sua, personalissima, concezione dell’igiene personale.
Perché il nostro ha raccontato che non tira praticamente mai la catena dello sciacquone, e non fa né doccia né bagno, ma si lava a pezzi con l’uso di una ciotola. Quanto alla biancheria intima (leggasi: mutande) la cambia più o meno una volta alla settimana. Roba che neppure un operaio tedesco degli anni ’50…
Ora, vengono, immediate e spontanee, due considerazioni. La prima è che c’ è da ritenersi fortunati a non essere congiunti stretti o colleghi di lavoro del (presumo) olezzante personaggio.
La seconda, però, è d’ordine più… politico. Perché, in effetti, questa è la notizia più rilevante a proposito del WWF e della sua, nobile, attività ch’io abbia udito in questi ultimi anni.
Ovvero che il suo presidente non si lava. E, com’è presumibile, puzza. Il che comporta una riflessione sui costi, sociali e politici, di detta, nobile, associazione. Tradotto: vorrei sapere quanto ci costa in termini di contributi pubblici il WWF. E come questi vengano motivati. Visto che non mi sembra che l’igiene del suo massimo rappresentante possa, di per sé, motivare tali finanziamenti.
Al di là di queste, troppo facili, constatazioni, mi sembra necessario fare alcune, ben diverse, riflessioni. Non voglio soffermarmi più che tanto sulle tesi di certo ambientalismo alla moda, quello che idolatra una ragazzetta petulante, mossa come una marionetta da fili tirati da lontano. Se ne è già parlato. Per questi difensori della natura, ad inquinare e distruggere l’ambiente è l’allevamento di mucche sull’arco alpino. Non il jet privato con cui si spostano per partecipare ai mega convegni a tutela dell’ambiente. E, per altro, non contano le opinioni sul riscaldamento globale di un Premio Nobel come il professor Rubbia, ma quelle, appunto, della giovane Greta. Che, forse, andrebbe non ascoltata come un oracolo, ma interrogata da qualche vecchio professore su quanto sappia di fisica, chimica, storia…
Tutte cose già dette. E sarebbe, appunto, ozioso e noioso tornarvi sopra.
Però le dichiarazioni del presidente WWF non andrebbero prese tanto alla leggera. E liquidate con battute stile “L’Homo è Homo ed ha da puzza’ ”. Perché mi sembrano la spia di qualcosa di più complesso. E, sinceramente, preoccupante.
Perché la civiltà umana è, anche, cura e rispetto del proprio corpo. Lavarsi non è, solo, norma di igiene e buona educazione. È un atto che ha a che vedere, da sempre, con la ritualità religiosa. Lo ricorda la gestualità del sacerdote durante la preparazione della eucaristia. E le regole islamiche delle abluzioni prima della preghiera.
I Romani, quelli veri, quando fondavano una città, anche solo un piccolo presidio territoriale, si preoccupavano che, accanto alle installazioni difensive e ai templi degli Dei, sorgessero le Terme. E una concezione simile della vita comunitaria la ritroviamo un po’ ovunque, nello spazio e nel tempo. In Giappone come in Russia. In Turchia come in Finlandia.
Lavarsi, cambiarsi è rispetto di sé. Del proprio corpo. Che è non solo ammasso di materia, ma dimora dell’anima. Tempio dello Spirito. come lascia intuire anche il Christo quando parla del Tempio che lui ricostruirà in tre giorni.
Dobbiamo rispettare e salvaguardare l’ambiente, ci dicono certi soloni ambientalisti. Ma la loro è una concezione della Natura deviata. Puramente materiale. Una Natura, per altro, senza l’uomo. O meglio, senza gli uomini, che vedono come dei parassiti nocivi, che andrebbero contenuti, se non sterminati…
Se ci pensiamo un po’, ci accorgiamo che anche queste, ridicole e risibili dichiarazioni sull’igiene personale, rispondono ad una ideologia astratta. E, profondamente, antiumana. Una forma estrema derivata da quel neo-malthusianesimo che circola, come un vero virus letale (altro che il Covid) in certe, presunte e autoproclamate, élite mondiali.
Questa ideologia vede il complesso dell’umanità come un peso. Un gravame da cui liberarsi. Siamo troppi perché la Terra possa sostentarci tutti. Consumiamo troppa acqua. Inquiniamo troppo l’ambiente. Quindi… dobbiamo decrescere. E rapidamente.
Politiche demografiche che stanno portando al suicidio interi popoli e culture.
Politiche industriali che tendono sempre più a sostituire l’uomo con la macchina.
Politiche sanitarie che, con la scusa di tutelare la nostra salute, stanno pesantemente incidendo sulla fertilità. E di fatto aumentando in modo esponenziale i decessi a scapito delle nascite.
Naturalmente tutto questo riguarda le masse. Ovvero come codeste élite considerano tutti noi. Non popoli, non culture. Non nazioni. Greggi animali che vanno sempre più compressi, sfruttati allo stremo. E sfoltiti di numero. Per riservare il mondo del futuro, con una natura incontaminata a loro. E soltanto a loro. Destinati alla felicità, alla ricchezza. In prospettiva all’immortalità.
Ma che c’ entra questo con il puzzone?
Beh, c’entra. Perché vedete, con la scusa di salvaguardare la nostra salute, ci è stato tolto ogni diritto. Ogni libertà. Il lavoro diventa sempre più sfruttamento. E, solo apparente paradosso, si incentiva non la voglia di fare, creare, costruire. Ma la pigrizia, l’abulia. L’ignavia. Il cittadino perfetto è quello che svolge un lavoro mal pagato. O nessun lavoro, godendo di un reddito di mera sopravvivenza. Se ne sta rintanato nella sua tana. Sempre meno dimora, sempre più gabbia.
E ora la difesa dell’ambiente. Evitare l’impatto ambientale. Non lavarsi. Non cambiarsi. Regredire verso una condizione sub-animale (i miei gatti sono pulitissimi, mica zozzoni).
Polli da batteria. Rinchiusi. Sporchi. Privi di dignità e senza rispetto, e coscienza, di se stessi…
Verrebbe da dire:
O meraviglioso Mondo Nuovo!
Note:
(1)
Fonte: ElectoMagazine del 24 giugno 2022