Siamo in guerra, ma… ci rifiutiamo di ammetterlo

 

EQUIVOCI

 

Insomma, ad essere sincero, di parlare della situazione della guerra russo-ucraina, non ho tanta voglia. Almeno su questa pagina… dove preferisco scrivere di altro… poesia, costume, aneddoti strambi… donne…

Ma di sta guerra preferirei proprio di no.

Tuttavia, ogni tanto mi è difficile esimermi. E non perché il Direttore, o altri, mi ci obblighino… (tanto, per quelli che ti leggono… chioserà il Direttore), ma semplicemente perché certe cose, attinenti al conflitto, debordano… e divengono altro. Molto altro.

Spie, indicatori (fate voi) di fenomeni di costume. E, soprattutto, di mutamenti di coscienza. O di incoscienza, sarebbe meglio dire.

Dunque, vediamo… noi stiamo fornendo aiuti all’Ucraina. In modo massiccio, e a tutti i livelli. Non solo aiuti umanitari. Anche, anzi soprattutto, armi, sistemi di difesa, strumenti di offesa… e chi più ne ha più ne metta. Non lo facciamo segretamente. I nostri politici di vertice, dal Presidente del Consiglio in giù, praticamente tutti, opposizioni comprese, lo dichiarano apertamente… se ne fanno vanto. L’immagine, ormai virale, di Giorgia Meloni con Zelensky (“quel signore”, per dirla con il Berlusca, voce solista fuori del coro) ne è l’icona emblematica.

Che ci sarà mai da ridere solo loro lo sanno.

 

Dunque, poiché l’Ucraina è in guerra con la Russia – non entro nel merito delle ragioni e dei torti – per la proprietà transitiva, essendo alleati di Kiev, noi siamo in guerra con Mosca. Punto.

Non ci vuole Metternich o Machiavelli. È semplice logica elementare.

Siamo in guerra, ma… ci rifiutiamo di ammetterlo. Anche, anzi soprattutto con noi stessi. Dal premier in giù, praticamente nessuno, soprattutto tra quelli che contano, vuole ammettere che l’Italia è in guerra.

Perché… fa brutto. Suona male. Stonato.

Noi siamo quelli del Mito “italiani brava gente”. Delle truppe mandate un Iraq, Afghanistan, però per distribuire caramelle ai bambini… Dei bombardamenti su Belgrado, dove, ieri, probabilmente i nostri aerei gettavano gladioli e ortensie… Insomma, storia vecchia. Vecchia ipocrisia collettiva. Fuffa. Che vendiamo a noi stessi.

È una malattia abbastanza recente. Trova il primo focolaio nel ’45. Quando abbiamo perso una guerra, con tutte le conseguenze del caso.  Perdita delle colonie e di territori, intere province italiane, ai confini.  Truppe occupanti che, ancor oggi, risiedono in basi sparse in tutta la penisola. Nessuna autonomia in politica estera. Controllo straniero del nostro servizio di intelligence. Insomma, un diktat. Nulla di strano. È dai tempi di Brenno che i vincitori trattano così i vinti…

Solo che, dal ’45, noi continuiamo a raccontarci che quella guerra noi l’abbiamo vinta. E che a perderla sono stati degli strani alieni venuti da Marte. I fascisti. Loro hanno perso. Tutti gli altri – anche quelli che marciavano in orbace sino all’autunno del ’43 – hanno vinto. E così viviamo felici e paciocchi.

Ora, per essere onesti, le guerre, quando le fai, o si vincono, o si perdono. Non esiste il pareggio. Russia vs Ucraina, per tornare all’odierno, non sono Salernitana vs Benevento.

E quando non si vuole partecipare, ci si dichiara neutrali. Ovvero non ci si schiera. E qualche volta ti va bene. Vedi la Svizzera.(1) Altre male. Vedi il Belgio. Restare neutrali dipende, innanzitutto, dalla geografia. E sarebbe discorso lungo.

ALLA FINE È SUCCESSO DAVVERO: LA SVIZZERA NON È PIÙ NEUTRALE (fonte del blog)

Ma se tu appoggi nel conflitto una parte, sei, automaticamente, in guerra. E il resto sono chiacchiere…

Ma, ma… dirà la solita anima bella, noi mica abbiamo mandato soldati in Ucraina… mica spariamo.

A parte che anche questo del tutto vero non è, perché i, cosiddetti, consulenti militari ce li abbiamo mandati anche noi. E non stanno insegnando alle truppe di Kiev a cucinare l’amatriciana… ma se tu fornisci ad uno le armi, che sai che utilizzerà per ammazzare un altro, cosa sei? Neutrale?

O quando mandiamo armi in Ucraina pensiamo che vengano utilizzate per sparare ai passeri, e non ai soldati russi?

Mosca lo sa bene. E sa che l’Italia, come tutta la NATO, è in guerra contro di lei. Finora Putin ha fatto finta di non vedere e non capire. Perché non aveva alcuna voglia di dilatare il conflitto. E cercava una soluzione diplomatica, che gli permettesse, ovviamente, di portare a casa il risultato. Fino ad ora…. ma se continua così nessuno può garantire cosa accadrà nel, prossimo, futuro. E allora l’immagine di Giorgia con “Quel Signore” assumerà… un altro significato.

Facciamo gesti apotropaici, naturalmente. Ma, purtroppo, è così….

Benigni la “Costituzione più bella del Mondo” Recita all’articolo Articolo 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Eh, mi si dirà, ma noi abbiamo la Costituzione.  Quella più bella del mondo. Che ripudia la guerra. E al Quirinale vi è il Garante…

Beh, a questo punto, mi arrendo. Avete ragione voi. e io torno a prendere il tè con il Cappellaio Matto e il Bianconiglio.

Sono più reali loro della Costituzione e del suo Garante…

Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

 

 

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