”Esce oggi in libreria “Indecenti”
ESCE IN LIBRERIA “INDECENTI”: UN’ANALISI DI PREGIO
O UN VANNACCI DAL SAPOR INTELLETTUALE?
Esce oggi in libreria “Indecenti. Uomini e donne oltre il politicamente corretto: per una rinascita antropologica e spirituale”(1) (Passaggio Al Bosco, pp. 198, 15 euro), nuovo libro di Emanuele Ricucci, una densa e compatta analisi della cultura contemporanea che, nelle parole del suo autore, punta ad indagare dentro e oltre i concetti di progressismo e conservatorismo per poter finalmente definire un ritorno a un uomo universale nel tempo del delirio politicamente corretto, dove le opinioni autoritarie soppiantano le idee autorevoli.
Social network e alienazione, denaro e solitudine, politica e compravendita, sesso e identità, sondaggi e illusioni, culto dell’estrema libertà e famiglie castrate, patrie svendute e censure arbitrarie, restrizioni crescenti e statue abbattute, superamento di ogni limite e tirannia dei ‘diritti per tutti’. Questi sono solo alcuni degli argomenti che il Ricucci si propone di affrontare nel suo pamphlet, la cui sola esistenza è probabilmente ad oggi considerabile una forma di provocazione nei confronti della cultura contemporanea.
La domanda che si pone il suo autore è una e una sola, quella domanda che sta venendo posta da ormai così tanto tempo che è possibile anticiparla con un coro stanco: cosa sta accadendo all’uomo occidentale? “Sempre più assente e sradicato, esso si è trasformato in un perfetto ingranaggio del conformismo, astratto e ripetibile, senza Dio e senza confini, perennemente migrante e precario, spogliato di ogni profondità e di ogni connessione con lo spirito. È questo – chiede l’autore – il tanto decantato ‘progresso’ della democrazia liberale?”. Fino a qui, niente di nuovo sul fronte occidentale per chi segue il dibattito culturale contemporaneo, ormai esploso in un circo a tre piste nel lontano 2016.
Seguendo i precedenti capitoli di quella che è stata ridefinita la trilogia degli “uomini sovrani di sé stessi” (“Torniamo Uomini”, (2)pubblicato dal quotidiano Il Giornale e “Contro la folla. Il tempo degli uomini sovrani”, con introduzione firmata da Vittorio Sgarbi), Ricucci si propone di offrire una possibile soluzione al problema: “la ricerca di una nuova integrità oltre le follie del progresso, la resa degli individui in scatola, mondati da ogni dimensione di profondità per essere perfetti consumatori e conformisti e lo scenario infernale dell’uomo folla. Ciò che serve è la volontà di edificare l’uomo sovrano di sé stesso, l’indecente che non si accodi alla rasserenante decenza dell’imposizione e combatta l’auto annullamento in atto”.
Ricucci sembra proporsi con quest’opera di entrare a gamba tesa nel grande discorso culturale globale, attaccando e prendendo in esame argomenti tra i più disparati e importanti del nostro tempo e addirittura proponendo una possibile soluzione alla decadenza di questo uomo occidentale, che ormai oscilla a giorni alterni tra lo zombie alla Romero e il Letztemensch nietzscheano.
La preoccupazione di fronte al possibile contenuto effettivo del libro è che però si tratti dell’ennesima minestra riscaldata che farà da camera dell’eco per chi l’argomento già lo conosce e da bersaglio per chi invece non ne vuole sapere o non vuole prendere in esame le criticità del mondo contemporaneo. Un Vannacci per “intellettuali” e “gente studiata” destinato a causare l’ennesimo polverone mediatico della durata media di un pasto davanti al TG senza davvero portare alla nascita di un discorso critico che servirebbe come l’acqua nel deserto ma che sembra essere sempre più l’ultimo miraggio prima del collasso nervoso collettivo.
Oggi, 11 dicembre, sarà svelato l’arcano sull’effettivo contenuto e sul destino di quest’opera e potremo finalmente toglierci la curiosità e capire se merita il tempo della sua lettura e un posticino nel panorama internazionale degli studiosi che stanno combattendo questo fenomeno ormai da anni. Nel frattempo, chi può inizi a preparare i cartellini con le risposte prestampate per l’inevitabile indignazione dei sostenitori della narrativa progressista. Dopo Vannacci, il non aspettarselo non è più considerabile solo come “ingenuo”.
Approfondimenti del Blog
(1)
(2)
Dite la verità, se solo fino a qualche anno fa vi avessero parlato di uomini femministi avreste pensato a una variante moderna dei femminielli, oppure vi sareste chiesti da quale bizzarria massmediatica fossero saltati fuori.