”Forse non tutti se lo ricordano…
EUROPA, IL PARTITO DELLA SOTTOMISSIONE
Forse non tutti se lo ricordano, ma nel 1991, anno della fine ufficiale dell’URSS il Pil americano era inferiore a quello europeo, mentre appena 9 anni dopo – con l’introduzione dell’euro e dell’eurozona la situazione si era invertita. Da allora, il prodotto interno lordo americano, sebbene frutto di iperplasia finanziaria è aumentato da 14,77 trilioni a 25,44 trilioni di dollari, mentre quello dell’UE è passato da 16,3 a 16,75 trilioni. Che cosa è successo da allora? La crisi dei mutui subprime del 2008, che ha portato con se anche quelle del debito sovrano europeo (chi non ricorda la riduzione dei paesi in difficoltà a miserabili PIGS?) ha costretto il nostro continente a pagare il conto americano, attraverso la dollarizzazione imposta dal FMI e i pagamenti affrettati ai fondi avvoltoio di Wall Street. Poi è arrivato in circostanze che gridano vendetta il Covid con Ursula von der Leyen, ovvero Ursula delle menzogne che ha acquistato con trattativa privata – in pratica al telefonino – 5 dosi di Pfizer, Moderna e Johnson per ogni europeo con centinaia di milioni di dosi sprecate, senza tenere nemmeno in conto i problemi sanitari che tutto questo ha causato e infine la guerra con la Russia, in territorio ucraino, che ha rappresentato uno scacco al collegamento euro-asiatico e alla costruzione di un supercontinente.

Infatti, dal 2008 in poi, quando Putin ha messo in guardia sulle intenzioni della NATO in Ucraina alla riunione della NATO a Bucarest, è iniziata tutta una fase finale del naufragio dell’economia europea, che tanti, inconsciamente e altri in maniera demenziali celebrano. Chiunque non si faccia confondere dai velami che l’informazione e il discorso pubblico fa ballare attorno alla più evidente delle realtà, che l’Europa ha scelto -a scapito delle istituzioni democratiche, di trasformarsi in una sorta di America Latina 2.0. pronta a ricevere i surplus commerciali degli Stati Uniti, la sua energia ad alto coso e i suoi fondi avvoltoio. In sostanza l’élite politica della cosiddetta “democrazia liberale”, obbedendo ai dettami di una burocrazia lontana e chiusa e sempre più spesso a centri di potere finanziario e plutocratico , ha deciso
1) di rinunciare al naturale legame geografico e culturale con i continenti asiatico e africano, che avrebbe consentito la creazione di una grande zona di sviluppo internazionale;
2) di eliminare una fornitura regolare, in quantità e qualità, di energia a basso costo e prodotti intermedi convenienti;
3) di dire no a un mercato enorme, composto da oltre 160 milioni di persone (Russia + Bielorussia), con potere d’acquisto medio e desideroso di prodotti europei ad alto valore aggiunto, che sono stati prontamente scambiati con quelli cinesi, coreani e giapponesi.

Bisogna essere assolutamente stupidi, codardi o totalmente privi di capacità di leadership per non sfruttare questi vantaggi, eppure in un colpo solo l’Europa vi ha completamente e lucidamente rinunciato. Sentire un incompetente come Scholz che probabilmente è anche stupido e codardo, incolpare la Russia perché il gas è più caro e, di conseguenza, l’economia tedesca è in crisi, è disperante. Anche perché porta ad un avvitamento della crisi tedesca che ormai si sta trasformando in catastrofe. Ma in generale le prospettive sono nere: la Francia ha perso “colonie” di fatto come il Niger, il Mali o il Burkina Faso, che sono importanti per la sua economia, l’Italia è in mano a un leader che vive alla giornata e rappresenta una destra asservita all’imperialismo statunitense, impegnata nello smembramento delle sovranità nazionali a favore della dittatura di una burocrazia non eletta di Bruxelles. Fa insomma pienamente parte del grande partito della sottomissione che si estende a destra e sinistra senza soluzione di continuità e letteralmente pagato a piè di lista o ricattato per gli scheletri nell’armadio, mentre la parte antagonista, pur numericamente importante e il futuro maggioritario rimane a assente dal parlamento, estremamente diviso, confuso, talvolta ambiguo, privo di una forte prospettiva politica e spesso tentato da visioni arcadiche.

Sorprendentemente questo partito della sottomissione rimane forte nonostante la guerra ucraina sia palesemente persa sul piano militare e della tecnologia militare, ma è fallito completamente l’isolamento della Russia che avrebbe dovuto essere l’obiettivo primario. Anzi parecchi Paesi hanno visto questa rottura dei rapporti e le sanzioni stesse come una preziosa opportunità: l’Iran, ha colto l’occasione per rafforzare le proprie forze armate e conferire loro nuove capacitò logistiche e aerospaziali; Cuba ora trova nella Russia un partner economico più che mai disponibile, rispetto alle imposizioni a cui ha dovuto prima sottostare in termini di embargo economico statunitense; l’Africa, in precedenza dipendente dai “partenariati” neocoloniali europei, ha potuto trovare nella Russia un sostegno complementare a quello che la Cina aveva già fornito, vale a dire nel campo militare, nella lotta al terrorismo in campo energetico (Rosatom è oggi leader mondiale nella costruzione di centrali nucleari).
Anche per l’India il tentativo di “isolare” la Russia è stato un grande premio, poiché il paese ha acquisito il 18% di tutto il greggio esportato dalla Russia a un costo inferiore per rivenderne gran parte all’Europa con un profitto notevole. Ma non solo: mentre il progetto Brahmos aveva già prodotto missili ipersonici come il Brahmos-II, armi che gli Usa non hanno ancora, ciò che ha veramente sconvolto lo Zio Sam è stato il recente accordo di cooperazione militare tra i due paesi, firmato nel maggio 2023 e già in corso.

Insomma il disastro è stato totale e praticamente irrevocabile. Gli Usa ne escono sconfitti e gli europei ne escono sconfitti dagli Usa: non c’è che dire un grande futuro dietro le spalle. E davanti, lascio a voi giudicare.
