Viviamo davvero sull’orlo di una guerra mondiale
FACCIAMO LA GUERRA ALLO SCOPO DI EVITARLA…
Viviamo davvero sull’orlo di una guerra mondiale. Lo diciamo spesso ma non ci pensiamo mai sul serio. Un filo d’incredulità e forse di fiducia alla fine spegne quell’allarme in una specie di rito esorcistico e retorico che sembra metterci a posto con la coscienza e la paura. Ma l’aspetto peggiore di questo atteggiamento è che riteniamo di correre rischi a causa sempre di un Agente Malefico Esterno a cui noi siamo estranei. Il Dittatore, il Regime dei Fanatici, lo Stato canaglia. Il dittatore è sempre un po’ pazzo e tanto criminale, mette a repentaglio la pace voluta da noi buoni.
A dir la verità, dacché sono nato, ho visto l’Occidente, gli Stati Uniti, pezzi d’Europa, finire in guerre rovinose non a causa di un dittatore ma per il progetto di eliminarlo. Non si dichiarava mai guerra ai Grandi, cioè all’Unione Sovietica che invadeva impunemente paesi, massacrava i resistenti e li sottometteva con la forza; o alla Cina di Mao che massacrava i tibetani e trucidava nel suo stesso Paese decine di milioni di abitanti. Ma la guerra era contro i Piccoli, il singolo dittatore e il singolo regime. Se non vogliamo andare troppo lontano, risalire al Vietnam o ancora più indietro, la guerra del Golfo contro l’Iraq di Saddam Hussein, il secondo attacco a Baghdad per presunti arsenali bellici inesistenti come poi si è visto, la condanna a morte del Dittatore ormai irretito fu un errore e un orrore che non abbiamo mai saputo valutare nelle sue conseguenze: non solo per le morti e le distruzioni che produsse, ma anche per l’alterazione dell’equilibrio geopolitico di quell’area, per l’odio verso l’Occidente che suscitò, alimentando il terrorismo dei fanatici islamisti e la lunga scia di sangue, terrore e paura che lasciò nel mondo. La stessa cosa si è ripetuta altre volte, per esempio nella Siria di Assad, o a volte soffiando sul fuoco di un conflitto con l’Iran; poi con il tragico sostegno ad abbattere ferocemente il dittatore Gheddafi in Libia, e si potrebbe ancora continuare. Sappiamo quanti guai ha prodotto il sostegno occidentale a rovesciare regimi autoritari, semidittatoriali nel nord Africa, col mito della primavera araba che avrebbe dovuto portare democrazia e invece portò integralismo islamico, faide, guerre tribali, odio per l’Occidente, fughe in Europa, flussi migratori. E non oso entrare nei tragici errori dell’Occidente sulla questione del Medio Oriente e del conflitto tra Israele e la Palestina. O nell’indulgenza verso regimi che soffiano sul fuoco e ledono i diritti umani, come i paesi arabi, però tollerati perché sono alleati degli Stati Uniti, Israele, Gran Bretagna.
Un tempo era impensabile intervenire in Ungheria, in Polonia, in Cecoslovacchia invase e schiacciate dalla Russia; oggi è diventato impensabile non intervenire in Ucraina…
Adesso ci troviamo in una situazione perfino peggiore delle precedenti, giocando col fuoco in vari focolai mondiali ad alto pericolo mondiale, a partire dall’Ucraina. Perché tutto questo avviene mentre davanti a noi c’è un Pericolo Maggiore che è l’espansiva potenza mondiale e coloniale della Cina comunista-tecno-capitalista di Xi-Jin-Ping; e ci sono autocrati come Putin ed Erdogan, uno considerato il Male Assoluto e l’altro è invece l’Alleato Nato; e ci sono i quattro quinti del pianeta che non la pensano come noi nella selezione dei buoni e dei cattivi, anzi spesso la pensano esattamente al contrario.
Ciononostante, l’Occidente pacifista nemico della Guerra e amico dei Diritti Umani, continua ad armarsi, a portare le armi nelle zone di maggiore pericolo, fino a minacciare la Russia e a impegnarsi a garantire che la guerra in Ucraina durerà ancora molto, mieterà altre vittime e altre distruzioni, e la trattativa, che avrebbe dovuto cominciare già prima dell’invasione russa, verrà ulteriormente rimandata. Nel frattempo, la nostra Europa accetta il ruolo di cagnetta da guardia della Nato e degli Stati Uniti, peraltro guidati da un vecchio uomo sempre meno capace di intendere e di volere.
E nulla siamo in grado di fare per spegnere il focolaio di Gaza, aldilà di biascicare stupidi innocui sermoni, restando inermi davanti al perdurare degli orrori e delle deportazioni. E nulla siamo in grado di fare per affrontare altre più oscure polveriere in Asia e in Africa: lanciano spesso segnali di fuoco, ma noi non li cogliamo. Ci siamo trovati altre volte in situazioni di pericolo come questa ma stavolta ci sono due aggravanti: i leader dell’Occidente sono l’ombra degli statisti che hanno guidato i paesi occidentali del passato e il mondo non riconosce più agli Stati Uniti, all’Occidente, alla Nato, il ruolo di arbitro e garante supremo del Pianeta. E lo dice apertamente.
Qual è il problema? Abbiamo perso il senso della realtà e concepiamo la politica estera a colpi di moralismo (intermittente) che riveste interessi parziali e momentanei, dimenticando la dimensione propria della grande politica, che è la geopolitica. Usiamo criteri ideologici e facciamo scelte che nel nome dell’occidente affossano l’Europa, a partire dalla Germania. Scelte che sul piano geopolitico sono esattamente opposte a quelle che dovremmo fare noi europei.
Coi dittatori abbiamo da sempre trafficato, trattato, li abbiamo avuti come alleati e interlocutori, perché se il dittatore non ti attacca e non pretende di invaderti; se abbattendo il suo regime ti fai più nemici e ti crei più guai di quelli che risolvi, allora è meglio risolvere le situazioni in altro modo, politico, diplomatico, realistico, sapendo usare toni duri e aperture negoziali, come da sempre si fa nei rapporti internazionali.
Noi invece riteniamo che la Pace, la Felicità, i Diritti, siano insidiati da un Dittatore, e dunque abbattendo il Dittatore li risolveremo. E sono beni assoluti non negoziabili mentre lui è il male assoluto e da sradicare. Ma non solo: il dittatore in questione oggi non è il siriano Assad, l’irakeno Saddam o il libico Gheddafi, ma addirittura il russo Putin, che oltretutto ha forti partner e alleati nel mondo.
Allora lasciatemi dire che il pericolo maggiore che corriamo in questo momento in Europa e nel mondo non proviene dai dittatori ma da questo interventismo umanitario e armato, pacifista e bellicista, che l’Occidente a guida Biden-Nato ha intrapreso. E rispetto a cui tutti gli stati nazionali in Europa sono ridotti a soldatini di latta, obbedienti e allineati, e non solo i governi ma anche le principali opposizioni (da noi, per esempio il Pd farebbe le stesse “scelte” del governo Meloni, perché sui temi di fondo o sei allineato o esci dal giro). Ci stanno portando alla guerra nel nome della pace e dei diritti umani. Ci stanno portando alla guerra con il nobile scopo di evitarla…